Il protagonista de Il presidente – Una storia d’amore, film con Michael Douglas, al termine del film riacquista il favore dell’elettorato con un discorso finale accorato, a pochi mesi dalle elezioni per il suo secondo mandato, rimandando al mittente le accuse del candidato repubblicano alla presidenza, il senatore Bob Rumson. Pochi giorni prima, in tv, Rumson aveva sfruttato la storia d’amore di Andrew Sheperd, il presidente democratico USA con la lobbista ambientalista Sidney Ellen Wade, per screditarlo e fargli perdere consensi nei sondaggi. Sheperd risponde alle accuse di Rumson con un appello intriso di forti valori morali e patriottici. Ecco di seguito il testo completo del discorso, nella traduzione italiana ufficiale presente nel film.
“In quest’ultimo paio di mesi il senatore Rumson ha insinuato che fare il presidente di questo paese ha che vedere in un certo senso col carattere. E, sebbene non mi sia fatto coinvolgere dai suoi attacchi contro di me, io sono qui da tre anni e tre giorni. E posso dirvi, senza esitazioni, che fare il presidente di questo paese ha esclusivamente a che vedere con il carattere. Per la cronaca: sì, sono un membro tesserato delle “Unioni per le Libertà Civili”, ma la domanda più importante è: perché non lo sei anche tu, Bob? Questa è un’organizzazione il cui unico scopo è difendere i diritti dei cittadini, naturalmente si pone la domanda perché mai un senatore – il più potente portavoce del suo partito, nonché candidato alla presidenza – ha scelto di rifiutare l’appoggio alla costituzione. Se sapete rispondere a questa domanda, ragazzi siete più bravi di me perché non l’avevo capito fino a poche ore fa. L’America non è facile. L’America è di un avanzato civismo, dovete volerla fortemente perché vi farà combattere; vi dirà “vuoi la libertà di parola?”
“Vediamo se accetti un uomo le cui parole ti fanno bollire il sangue, che si piazza al centro della scena sostenendo con quanto fiato ha nei polmoni quello contro cui passeresti una vita ad opporti con quanto fiato hai nei polmoni. Vuoi sostenere che questa è la terra dei liberi? Allora il simbolo del tuo paese non può essere solamente una bandiera, il simbolo deve anche essere uno dei suoi cittadini che esercita il suo diritto di bruciare quella bandiera per protesta. Perciò mostrami questo, difendi questo, esalta questo nelle tue scuole; allora potrai alzarti in piedi e cantare della terra dei liberi”. Conosco Bob Rumson da anni e ho sempre avuto la convinzione che il motivo per cui Bob dedica tanto tempo e tanta energia a gridare contro la pioggia è che semplicemente non capisce la cosa. Be’, mi sbagliavo: il problema di Bob non è che lui non la capisce, il problema di Bob è che lui non riesce a venderla.”
“Abbiamo problemi seri da risolvere e ci occorrono delle persone serie per risolverli, e qualunque sia il vostro problema personale io vi posso assicurare che Bob Rumson non è minimamente interessato a risolverli. A lui interessano due cose, e due cose soltanto: farvi provare paura e dirvi chi dovete incolpare; è così signore e signori che si vincono le elezioni.
Raduni un gruppo di elettori medi per età, reddito, ceto, che ricordano con nostalgia i bei tempi andati e gli parli di famiglia, valori americani e carattere. Poi agiti una vecchia foto della fidanzata del presidente, strepiti sul patriottismo e racconti loro che è lei da incolpare se hanno una vita grama. E vai in televisione, e la chiami “sgualdrina”. Sydney Ellen Wade non ti ha fatto niente Bob, non ha fatto nient’altro che pagarsi da sola gli studi, rappresentare gli interessi dei professori delle scuole pubbliche e combattere per la salvezza delle nostre risorse naturali. Tu vuoi scatenare un dibattito, Bob? Meglio se vieni da me… Sydney Ellen Wade è lontana da te anni luce.”“Io ho amato due donne nella mia vita: ne ho persa una per il cancro, e ho perso l’altra perché ero così occupato a fare il mio lavoro che ho dimenticato di farlo… ma tutto ciò finisce qui. Domani mattina la Casa Bianca invierà al congresso un progetto di legge perché venga esaminato; è la risoluzione 4-55 della Casa Bianca, riguarda l’energia e chiede la riduzione del 20% dello scarico dei combustibili nell’arco di dieci anni. È di gran lunga il passo più deciso mai fatto nella lotta per invertire gli effetti del riscaldamento del globo. L’altro progetto legislativo è quello anticrimine: a partire da oggi non ha più ragione di esistere. Voglio gettarlo via, voglio gettarlo via e scrivere una legge che abbia un senso. Non puoi iniziare a parlare di prevenzione se non ti sei sbarazzato delle armi d’assalto e delle pistole. Le considero una minaccia alla sicurezza nazionale, io andrò di porta in porta se sarà necessario, ma voglio convincere gli americani che ho ragione e me le farò consegnare. I nostri sono dei seri problemi, e di persone serie abbiamo bisogno. E, se vuoi discutere di carattere Bob, è meglio che non ti limiti a portare una bandiera bruciata e una mia tessera societaria; se vuoi discutere di carattere e dell’America e dei suoi valori, avanti: dimmi solo dove e quando e subito apparirò. È il momento per persone serie questo Bob, e i tuoi quindici minuti sono passati: io mi chiamo Andrew Sheperd e sono il presidente!”
All’interno del discorso, pronunciato fuori programma durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, Sheperd affronta le questioni rimaste in sospeso nello scontro con Rumson, che lo aveva attaccato sul piano personale per via della sua relazione intima con Sidney, la quale in gioventù aveva partecipato a un raid di protesta durante il quale era stata bruciata una bandiera americana. Sheperd pone l’accento su cosa voglia dire definirsi “cittadini americani” e che quello che più conta è garantire il diritto di ogni cittadino ad esprimere il proprio dissenso civile. Rivolgendosi direttamente a Rumson, il presidente Sheperd lo invita a porre l’attenzione su di lui, senza mettere di mezzo altre persone, e riassumendo il proprio programma elettorale, annuncia che darà la priorità al provvedimento sulla riduzione dei combustibili fossili, lasciando invece da parte il disegno di legge sul controllo delle armi, considerato inefficace e inadeguato, e che andrà riscritto da capo.
Il presidente – Una storia d’amore è un film del 1995 diretto da Rob Reiner e scritto da Aaron Sorkin, con Michael Douglas nel ruolo del presidente Sheperd, Annette Bening nel ruolo di Sidney, e con la partecipazione in ruoli secondari, di nomi del calibro di Michael J. Fox e Martin Sheen.