Cesare Cremonini ha raccontato in una lunga intervista la sua lotta contro la malattia mentale, più nello specifico contro la schizofrenia. Il cantante ha spiegato che la causa dei suoi problemi di salute era un’eccessiva dedizione al lavoro, per la quale era arrivato ad avere allucinazioni, a pesare più di 100 kg e a trascurarsi. Ovviamente è stato in cura presso uno psichiatra, che gli ha dato una terapia farmacologica e un consiglio semplice, ma efficace.
Il cantante pop bolognese, salito alla ribalta nel 1999 con i Lunapop (ma che è solista dal 2012) disse ad Aldo Cazzullo, in un’intervista al Corriere: “Avevo la sensazione fisica di avere dentro di me una figura estranea“. “Accadeva quasi ogni giorno” ha confessato Cremonini. Il percorso con uno psichiatra gli ha poi permesso di identificare la natura del suo disagio, che lui ha descritto come un “mostro che preme contro il petto, sale alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua“. La descrizione della schizofrenia che elabora con il suo medico è proprio di un’allucinazione che viene dall’interno, una creatura dalle “braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose”.
La schizofrenia del cantante era causata dal suo stile di vita: “Due anni di ossessione feroce per la musica. Sempre chiuso in studio, anche la domenica. Smisi di tagliarmi la barba e i capelli” ha confessato Cremonini parlando del suo vissuto, “a volte mangiavo due pizze pure a cena. Superai i cento chili. Non facevo più l’amore, se non da ubriaco. Avevo smesso qualsiasi attività fisica“. Il percorso per stare meglio è iniziato con un’azione semplice: camminare. “Lo psichiatra mi chiese cosa mi faceva sentire meglio. Risposi: camminare. Non lavorare; il lavoro era la causa. La cura era camminare“, ha raccontato. Camminare a contatto con la natura era il suo modo per superare il disagio e, ancora oggi, “quando sento il mostro borbottare, mi rimetto in cammino. Su una collina, in montagna“.
Alla terapia sulla cura farmacologica intrapresa Cremonini risponde: “Cose leggere, di cui non parlo per rispetto a chi ha dovuto fare cure farmacologiche pesanti. Ho camminato per centinaia di chilometri. Ho scoperto i sentieri di collina. E mi sono ribellato all’eccesso di attenzione per tutto quel che proviamo, all’idea impossibile di poter esprimere ogni cosa, di comunicare questa slavina di emozioni da cui siamo colpiti“.