Per la prima volta nella sua storia, domenica 11 agosto 2024, la Nazionale Italiana di Pallavolo ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi 2024; a trionfare, battendo gli Stati Uniti 3 set a 0 in quel di Parigi, è stata la rappresentativa femminile guidata in panchina dal guru Julio Velasco, e trascinata in campo dalla capitana Paola Egonu. Una vittoria attesa, e festeggiata a lungo sui social, anche da chi, abitualmente, non si occupa di sport come il giornalista politologo Bruno Vespa che ha scatenato le ire di tutta Twitter con un messaggio di congratulazioni considerato maldestro per la forma e censurabile per i contenuti, in cui la stessa Egonu e la compagna di squadra Myriam Sylla vengono portate ad esempio di integrazione felice.
Straordinaria la nazionale pallavolista femminile. Complimenti a Paola Enogu e Myriam Sylla:brave,nere,italiane.Esempio di integrazione vincente.
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) August 11, 2024
Uno scivolone dialettico che come detto, non è passato inosservato alla community del social, tanto da far scattare lo strumento di autoregolamentazione previsto da X per smontare sul nascere le fake news: Egonu, infatti, è nata nel 1998 a Cittadella, Padova, da genitori nigeriani, mentre Sylla, palermitana classe ’95, è di origini ivoriane.
Due ore dopo la pubblicazione del tweet, Vespa, resosi conto del putiferio creatosi, decide di correggere parzialmente il tiro, con una controreplica forse anche più goffa rispetto all’uscita iniziale, in cui cioè si ribadiscono le difficoltà, proprie a molti italiani di colore, nel farsi strada in un mondo ancora profondamente intriso di disuguaglianza e razzismo.
So benissimo che Paola Egonu e Myriam Sylla sono nate in Italia. Ma basta questo a salvare dalle polemiche chi nasce con la pelle nera? Anche loro purtroppo debbono integrarsi in un mondo più razzista di quanto s’immagini. E le due campionesse ci sono riuscite benissimo.
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) August 11, 2024
Nota a margine; lo stesso Julio Velasco, uomo simbolo della pallavolo italiana e allenatore della Nazionale maschile che negli anni ’90 dominò il mondo, mancando solo la consacrazione olimpica, è naturalmente un “immigrato” di lusso, essendosi trasferito in Italia dall’Argentina nei primi anni ’80.