Helmut Berger e Luchino Visconti hanno vissuto un’intensa storia d’amore dal 1965 fino alla morte del regista, nel marzo del 1976. Tra i due artisti c’era anche una notevole differenza d’età, con l’attore austriaco, apertamente bisessuale, che aveva 38 anni meno del suo partner. Un rapporto segnato da eccessi, gelosie, ma fu anche un sodalizio artistico come se ne sono visti pochi.

A Nocturno, Berger spiegò che lui e Visconti si erano conosciuti a Volterra: “Studiavo all’università per stranieri di Perugia e ogni tanto facevo delle escursioni. Un fine settimana dovevo andare a Volterra a visitare il museo etrusco e il lunedì dopo avrei dovuto fare una relazione per l’università. Luchino stava girando Vaghe stelle dell’orsa. E fu proprio lì che ci conoscemmo. Io ero un ragazzino e stavo a guardare come si girava un film, perché sono curioso di natura. Fu Claudia Cardinale a presentarmi Visconti”

Se ne dissero molte sulla storia tra i due immensi artisti, con addirittura la leggenda che Visconti avesse deciso, proprio per colpa di Berger, di non utilizzare comparse nei suoi film in quanto il compagno le utilizzava per le sue scappatelle. Nel 2014 l’attore sottolineò a Gq la drammatica fine della storia d’amore dovuta alla morte del compagno: “Ho vissuto a Roma con Luchino, quando è morto però sono stato derubato del suo testamento. Fu la famiglia di Visconti. Io sapevo che quel testamento c’era e il segretario l’aveva visto. Invece è sparito. Luchino mi disse che non mi sarei dovuto preoccupare mai nella mia vita, perché in questo lavoro può succedere di tutto. Quei mascalzoni mi derubarono. Mi hanno tolto i quadri che erano nella casa di via Salaria e nella villa a Ischia… Non mi hanno restituito nemmeno le mie calze, comprate con Luchino a Milano, da Truzzi”.
Non fu solo la famiglia Visconti a voltargli le spalle, spiegò Helmut Berger, ma anche gli amici e colleghi del mondo del cinema: “Nell’ambiente del cinema sono tutti falsi. Dopo la morte di Visconti tutto il mondo mi ha fatto le condoglianze tranne i grandi amici di Luchino, come Adriana Asti o Umberto Orsini. Persone che invitavo sempre a mangiare con noi nella nostra villa a Ischia e che invece mi hanno tradito. Hanno goduto della mia bontà, mentre alle mie spalle la Asti portava altri omosessuali per buttare fuori me”
Nel 1989, proprio a Ischia, in occasione di un evento cinematografico, disse Berger disse: “Di Visconti sono una vittima e una vedova. Però una vedova allegra” e raccontò che gli eredi gli avevano impedito di avvicinarsi alla sua villa, la Colombaia, dove lui aveva trascorso un periodo memorabile accanto al suo uomo. Nella stessa occasione, aggiunse: “Non esiste più un uomo come Visconti. Lui creava la gente. Prendeva persone come me, come Delon, Scarfiotti, Lucherini e tutti gli altri che hanno lavorato con lui e per lui, e a ciascuno dava una sua strada da percorrere.”
A Nocturno Helmut Berger raccontò anche il connubio professionale con il compagno Luchino Visconti: “Era un perfezionista. Oggi i registi lavorano molto sui monitori. Allora non esisteva. Il regista, personaggio per personaggio, seguiva la recitazione e spiegava quello che voleva. Poi Visconti girava con tre macchine da presa: campo lungo, medio e primi piani”.