Il film: I crimini di Emily, 2022. Regia: John Patton Ford. Cast: Aubrey Plaza, Theo Rossi, Megalyn Echikunwoke, Gina Gershon. Genere: Thriller. Durata: 97 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix.
Trama: Piena di debiti e in difficoltà nel trovare lavoro a causa di una piccola macchia sulla fedina penale, Emily accetta di acquistare beni con carte di credito rubate fornite da un intermediario, Youcef.
A chi è consigliato? A chi è alla ricerca di un film di tensione ma anche in grado di far riflettere sulle ingiustizie sociali.
Diretto da John Patton Ford al suo debutto alla regia, I crimini di Emily – ora disponibile su Netflix – è un thriller che esplora la disuguaglianza sociale attraverso la storia di Emily, interpretata da Aubrey Plaza, che, oppressa dai debiti studenteschi e dalle scarse opportunità lavorative, si ritrova intrappolata in un sistema che penalizza i vulnerabili e premia i privilegiati. Quando per lei le porte del mercato del lavoro si chiudono, la nostra protagonista si vedrà costretta a entrare nel mondo del crimine per sopravvivere.
Il film, però, non è solo un racconto avvincente, ma anche e soprattutto una critica alla società contemporanea, nella quale il cosiddetto sogno americano sembra irraggiungibile per chi si ritrova schiacciato dalle ingiustizie sociali e dalla mancanza di opportunità. Con l’intensa performance della Plaza e una Los Angeles opprimente sullo sfondo, I crimini di Emily invita a riflettere sulle disuguaglianze e sulla resilienza necessaria per affrontarle.
Da vittima a criminale
Emily (Aubrey Plaza) è una giovane donna piena di debiti studenteschi e con un arresto per aggressione alle spalle che le rende quasi impossibile trovare un lavoro stabile. La sua situazione finanziaria disperata la spinge a cercare soluzioni alternative, fino a quando un collega di lavoro le presenta Youcef (Theo Rossi), che la introduce nel mondo delle carte di credito false. La giovane inizialmente esita ma ben presto si ritrova coinvolta in un sottobosco criminale sempre più pericoloso, che inizia a trasformarla da vittima delle circostanze a determinata delinquente. Fino a che punto sarà pronta a spingersi?
Emily come un’antieroina
Il film esplora tematiche quali il disagio economico e la disuguaglianza sociale attraverso la vita di Emily, una giovane donna intrappolata in un sistema che sembra appositamente progettato per farla fallire. La sua discesa nel sottobosco criminale non rappresenta per la nostra protagonista una scelta facile, ma una necessità dettata dalla disperazione, riflettendo in questo modo una critica pungente alla società contemporanea nella quale il cosiddetto sogno americano si rivela il più delle volte irraggiungibile per coloro che sono oppressi dai debiti e dalle limitate opportunità. In questo senso, Emily incarna la lotta contro un sistema che premia i privilegiati e penalizza i vulnerabili, sfidando la dicotomia tradizionale tra bene e male e mostrando come le circostanze possano costringere le persone a ridefinire la propria moralità.
La pellicola utilizza il percorso della ragazza per sollevare scomode domande sulla giustizia sociale e sulla necessità di riforme che offrano opportunità reali per tutti, invitando gli spettatori a riflettere sulle cause profonde del crimine e sulle responsabilità della società nel creare un ambiente che costringe le persone a scendere a terribili compromessi. Forse Emily non sarà un personaggio al quale ci si affeziona, ma di certo non si può fare a meno di fare il tifo per lei.
Una Los Angeles claustrofobica
John Patton Ford, al suo debutto come regista, dimostra una notevole abilità nel creare tensione e nel dipingere un quadro vivido della vita urbana di Los Angeles. La sua direzione è precisa e senza fronzoli, concentrata sui dettagli che rendono la storia di Emily credibile e coinvolgente; utilizza sapientemente le ambientazioni della cosiddetta città degli angeli per riflettere il mondo grigio e spesso senza speranza nel quale la nostra protagonista si destreggia, facendo emergere la sua angoscia attraverso strade deserte, edifici decadenti e tetri angoli della città. L’atmosfera che ne deriva è a dir poco claustrofobica, ogni scena è studiata per enfatizzare il senso di oppressione e la disperazione economica che permeano la vita di Emily, rendendo il film non solo un thriller avvincente ma anche, come abbiamo già detto, una potente riflessione sulle difficoltà della vita urbana contemporanea.
Il cast de I crimini di Emily
Aubrey Plaza, nota principalmente per i suoi ruoli in film di genere commedia, offre una performance sorprendentemente drammatica e intensa nei panni di Emily: la sua interpretazione è complessa e sfumata, e riesce a far emergere appieno la vulnerabilità e la determinazione del personaggio. Theo Rossi, nel ruolo di Youcef, è altrettanto convincente mentre porta sullo schermo un equilibrio tra il fascino e la pericolosità del suo personaggio. I ruoli secondari, sebbene meno sviluppati, sono interpretati con competenza, contribuendo a creare un cast coeso che ben sostiene la narrazione principale.
La recensione in breve
I crimini di Emily, oltre ad essere un thriller avvincente, si pone soprattutto come critica alla società contemporanea, nella quale il cosiddetto sogno americano sembra irraggiungibile per chi si ritrova schiacciato dalle ingiustizie sociali e dalla mancanza di opportunità. Con l'intensa performance della Plaza e una Los Angeles opprimente sullo sfondo, I crimini di Emily invita a riflettere sulle disuguaglianze e sulla resilienza necessaria per affrontarle.
Pro
- La profonda riflessione sulla disuguaglianza sociale
- L'intensa performance della sua protagonista
Contro
- La sceneggiatura è a tratti artefatta
- Voto CinemaSerieTV