Netflix ha ormai affinato l’arte di sorprendere, e con No Good Deed (di cui trovate la nostra recensione), Liz Feldman ci consegna una serie che mescola dramma familiare, thriller psicologico e una sottile vena di humor nero. Al centro della storia troviamo Paul e Lydia Morgan (interpretati magistralmente da Ray Romano e Lisa Kudrow), una coppia sposata che cerca di vendere la loro splendida casa in stile spagnolo a Los Feliz, Los Angeles. La loro decisione di lasciare l’abitazione è intrisa di dolore: tre anni prima, il figlio adolescente Jacob era infatti morto tragicamente proprio all’interno di quelle mura, lasciando la famiglia lacerata dal senso di colpa e dal trauma. La figlia maggiore, Emily, non mette piede nella casa da quel giorno, convinta di essere stata la responsabile della morte del fratello.
Mentre tre coppie si contendono la proprietà – ognuna con le proprie dinamiche e segreti – la narrazione alterna il presente e il passato per svelare lentamente cosa sia accaduto davvero quella notte fatidica. Attraverso flashback, scoperte inquietanti e rivelazioni finali, la serie ci conduce in un viaggio ricco di tensione e ambiguità, mostrando come le relazioni, le bugie e i segreti possano distorcere la realtà. Ma lo show non si limita a un mistero su chi abbia premuto il grilletto: esplora temi profondi come il senso di perdita, il perdono e il peso schiacciante del non detto, portandoci a un finale sorprendente e carico di significato. Scopriamo tutto questo insieme nella nostra spiegazione del finale di No Good Deed.
Il mistero della morte di Jacob
La tragedia di Jacob è il fulcro emotivo della serie. All’inizio viene fatto credere che Emily, la sorella maggiore (interpretata da Chloe East), sia responsabile della morte del fratello. Convinta di aver sparato a Jacob per errore, Emily ha abbandonato la casa di famiglia sopraffatta dal senso di colpa. Paul e Lydia, nel tentativo di proteggerla, hanno soffocato ogni indagine approfondita, accettando la loro versione dei fatti e vivendo nel dolore e nel rimorso.
Tuttavia, a partire dal penultimo episodio, emergono dettagli che ribaltano completamente questa convinzione: Jacob, infatti, conduceva una doppia vita come ladro di oggetti di lusso nelle case del quartiere. Il motivo? Impressionare Margo (Linda Cardellini), la carismatica e manipolatrice vicina di casa, di cui il ragazzo si era invaghito. Jacob regalava a Margo gli oggetti rubati, ma quando lei lo rifiutò e gli proibì di tornare a casa sua, il ragazzo si spinse oltre, cercando di riprendersi i doni. Questo gesto scatenò una catena di eventi fatali.
Chi ha ucciso Jacob?
La rivelazione definitiva arriva nell’episodio finale, quando Lydia e Paul scoprono le incongruenze nella loro versione dei fatti. Flashback mostrano che, la notte della morte di Jacob, il ragazzo indossava un passamontagna mentre cercava di entrare in casa sua per sfuggire a Margo, che lo inseguiva armata della pistola del marito JD (Luke Wilson). Nel panico, Emily sparò un colpo, convinta che fosse un intruso, ma mancò il bersaglio.
Il colpo fatale venne invece sparato da Margo, che colpì Jacob con l’arma di JD. Tuttavia, Margo approfittò della confusione per far credere a Emily di essere la responsabile, manipolando la famiglia Morgan per coprire le sue tracce. La verità viene a galla grazie a Leslie (Abbi Jacobson), una delle potenziali acquirenti della casa, che accede al rapporto dell’autopsia e scopre che il proiettile proveniva da una pistola di calibro diverso rispetto a quella di Emily. La famiglia Morgan, che aveva ignorato volutamente l’autopsia per evitare ulteriori dolori, si ritrova di fronte alla realtà: hanno convissuto per anni con una menzogna.
Che fine fa Margo?
Margo emerge come uno dei personaggi più ambigui e oscuri della serie: il suo comportamento con Jacob, infatti, lascia intuire una relazione inappropriata o, quanto meno, una manipolazione emotiva. Sebbene la natura precisa del loro legame rimanga volutamente ambigua, è chiaro che Margo ha sfruttato Jacob per i suoi scopi. E, dopo la sua morte, continua a vivere nel quartiere con JD, fingendo una vita normale mentre nasconde la verità.
Nel finale, Margo affronta una sorta di resa dei conti. JD, che scopre la vera identità della moglie (il suo vero nome è Luann) e la serie di menzogne su cui ha costruito la loro relazione, decide di incendiare la loro casa, costringendo Margo a fuggire. Sei mesi dopo, la troviamo in un bar, con metà del volto segnato dalle ustioni, dove viene arrestata dal nipote poliziotto dei Morgan. È una conclusione cupa ma meritata per un personaggio che ha causato tanto dolore.
La casa e la rinascita dei Morgan
Un elemento centrale della serie è la casa dei Morgan, che non è solo un luogo fisico ma anche il simbolo del loro trauma. La decisione di venderla rappresenta la necessità di lasciarsi alle spalle il passato. Alla fine, la casa viene venduta a Leslie e Sarah, una coppia che sta aspettando il loro primo figlio dopo una lunga lotta con la fertilità. Questa scelta non è casuale: i Morgan vedono nella coppia una possibilità di rinascita per la casa, che potrà ospitare una nuova famiglia pronta a costruire ricordi felici.
Nel frattempo, Paul e Lydia iniziano un processo di guarigione. Paul recupera il pianoforte che Lydia aveva venduto per necessità economiche, e l’ultima scena mostra la famiglia riunita: Emily canta una canzone scritta da Jacob, accompagnata da Lydia al pianoforte. È un momento catartico che segna un nuovo inizio per la famiglia.
Un finale aperto ma soddisfacente
Feldman gioca magistralmente con il non detto, lasciando diverse storyline sospese. La coppia Carla e Dennis, ad esempio, rappresenta una sottotrama che potrebbe facilmente dispiegarsi in una seconda stagione. La loro apparente ascesa sociale nasconde un’ombra inquietante: il denaro sporco che li lega al misterioso padre di Carla. Allo stesso modo, il finale lascia intravedere che, sebbene i Morgan abbiano trovato un certo equilibrio, la strada verso la completa guarigione sarà lunga e piena di sfide.
Questo approccio non chiude tutte le porte, ma ne lascia qualcuna socchiusa, invitando lo spettatore a immaginare cosa potrebbe accadere. Una modalità che non tutti gli show sanno padroneggiare così bene.