Nel finale di Quel bambino non sarà mai tuo (2020), la protagonista, Rachel (Kirsten Dunst), è costretta ad affrontare la realtà delle sue azioni e delle sue scelte. Dopo aver cercato a lungo di adottare un bambino e aver incontrato resistenze da parte del sistema, Rachel si scontra con la sua impotenza. Il film culmina con una rivelazione tragica: il bambino che tanto desiderava non diventa mai suo, e la sua lotta per la maternità si conclude con un profondo senso di disillusione e di accettazione della realtà, che la costringe a fare i conti con il suo dolore e il fallimento delle sue speranze.
Il film segue Rachel, una donna che ha una forte aspirazione a diventare madre, ma il suo percorso è ostacolato da un sistema che non sembra volerle permettere di adottare. La storia esplora le sue lotte, sia interne che esterne, mentre cerca di superare le difficoltà che la vita le impone. Nel corso della narrazione, Rachel entra in contatto con una madre biologica, ma la dinamica di questa relazione è complessa e carica di tensioni, tanto emotive quanto legali. La protagonista è spinta a lottare contro le circostanze, ma il suo desiderio di maternità la porta a compiere scelte che si rivelano problematiche, rendendo il suo cammino ancora più doloroso.
Il film, diretto da Brenda Chapman, esplora temi profondi come il desiderio di genitorialità, le difficoltà emotive e le frustrazioni derivanti dalla mancanza di controllo nella vita. Kirsten Dunst offre una performance intensa nel ruolo di Rachel, una donna determinata ma allo stesso tempo vulnerabile. Il finale è un momento di confronto con le proprie limitazioni e con le dolorose realtà che non possono essere cambiate.