Peppino Impastato giornalista e attivista è morto il 9 maggio 1978, a causa di un omicidio di mafia, commesso nella cittadina di Cinisi, vicino Palermo, su ordine di Gaetano Badalamenti, boss della zona. Impastato venne colpito alla testa con un grosso sasso, e il suo corpo esanime venne posizionato lungo i binari della linea Palermo – Trapani, per poi essere ricoperto di esplosivo, più precisamente tritolo da cava. Intento degli assassini era inscenare un fallito attentato terroristico; Impastato, secondo la versione ufficiale, sarebbe dunque rimasto ucciso mentre apponeva un ordigno sui binari.
Grazie alla pervicacia degli amici e dei familiari, che non credono a questa ricostruzione, negli anni, seppur con fatica, si riuscirà a fare luce su questo omicidio; anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, nel 1997 Badalamenti verrà formalmente indagato per l’omicidio di Giuseppe Impastato, dopo una prima archiviazione delle accuse nel 1992. Badalamenti sarebbe stato dichiarato colpevole e condannato alla pena dell’ergastolo per l’assassino di Impastato, l’11 aprile del 2002.
Giuseppe Impastato, per gli amici Peppino, era nato a Cinisi il 5 gennaio 1948, da Luigi e Felicetta; il padre, personalità di spicco della mafia locale, era stato inviato al confino durante il Ventennio fascista; molti dei parenti di Peppino erano a vario titolo implicati in attività criminali. Cosimo Manzella, cognato di Luigi, era il boss locale. Peppino interruppe da subito ogni rapporto col padre, che lo cacciò di casa, e perseguì una vita legata ad ideali di sinistra, e facendo della lotta alla mafia il suo obiettivo primario. Nel 1977, infatti, fonda Radio Aut, una radio libera e indipendente; Impastato usa il mezzo radiofonico per denunciare direttamente e senza remore le attività criminali dei potenti mafiosi della zona, primo tra tutti proprio Gaetano “Tano” Baladamenti, da Impastato sarcasticamente soprannominato “Tano seduto”, in riferimento al famoso capo indiano Toro Seduto. Non contento, Peppino, nel 1978 decide di candidarsi alle elezioni comunali nella lista civica di Democrazia Proletaria, formata insieme ad alcuni amici.
La sera del 8 maggio 1978, dopo una giornata trascorsa nella sede di Radio Aut a Terrasini, a discutere di un’intervista radiofonica, Peppino si reca a pochi chilometri di distanza, a Cinisi, per salutare alcuni parenti arrivati dall’America. I compagni di Radio Aut, dopo una veloce cena, ricevono la visita dell’amico Giovanni Riccobono, che li avvisa di una preoccupante novità; quello stesso pomeriggio ha ricevuto la notizia che non sarebbe stato conveniente recarsi in paese in serata, dato che sarebbe dovuto succedere qualcosa di grosso. Allarmati, i compagni si mettono subito alla ricerca di Peppino, perlustrando palmo a palmo le stradine di Cinisi, anche quelle normalmente non battute dalle auto, senza successo. “Sul tardi sospendemmo le ricerche, ma eravamo disperati. Eravamo certi lo avessero preso, e gli avessero fatto qualcosa“, commenteranno gli amici anni dopo. In particolare, ricorda Faro di Maggio, attivista e compagno di Impastato a Radio Aut: “La mattina, alle 7.30, stavo andando al lavoro e incontro la mia amica Fanny, che era venuta a Terrasini a dirci che Peppino era stato trovato saltato in aria alla ferrovia; gli hanno fatto fare il botto“.