10050 Cielo Drive, film horror del 2016 di John R. Leonetti, è liberamente ispirato alla storia vera dell’omicidio dell’attrice Sharon Tate e dei suoi amici, avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1969, da parte di un gruppo di criminali associati alla “comune” californiana istituita da Charles Manson. L’eccidio avvenne all’interno della villa situata al 10050 di Cielo Drive, a Los Angeles, di proprietà del famoso attore e regista Roman Polanski, all’epoca compagno di Tate. La donna, al momento della morte, si trovava al nono mese di gravidanza.
Stando agli atti processuali e alla ricostruzione contenuta nel volume “Helter Skelter”, scritto da Vincent Bugliosi, il procuratore distrettuale responsabile della pubblica accusa, la notte dell’8 agosto 1969, tre donne e un uomo si presentarono alla villa di Polanski al 10050 di Cielo Drive; in quel momento la magione ospitava oltre a Tate, varie altre figure dell’establishment losangelino: Jay Sebring, amico ed ex fidanzato di Tate, noto coiffeur delle star, Wojciech Frykowski, amico personale di Polanski, e la sua fidanzata Abigail Folger, figlia del magnate del caffè Peter Folger. Polanski, invece, non era presente in quanto impegnato in Francia, sul set de Il giorno del delfino. Alla mezzanotte del 9 agosto, la piccola banda formata da Charles “Tex” Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian, si avvicina in auto alla proprietà. I quattro, di estrazione umile, erano parte del numeroso gruppo di giovani sbandati, che Charles Manson, un piccolo criminale, aveva raccolto intorno a sé, sfruttando le sue capacità persuasive e la sua personalità carismatica: Bugliosi nel corso del processo avrebbe ribattezzato il collettivo con il nome di “Famiglia Manson”, con il quale il gruppo diverrà universalmente noto nei decenni a venire.
Lasciata l’auto in cima alla collina antistante il cancello, il gruppo entra a piedi nella proprietà, sfruttando un’intercapedine laterale. A quel punto gli assalitori si trovano davanti i fari di un’ altra auto; è la AMC Ambassador di Steven Parent, venuto a fare visita all’amico William Garretson, custode della villa. Dopo aver ordinato alle tre donne di nascondersi presso dei cespugli, Watson punta una calibro 22 in direzione di Parent e, ignorando le sue suppliche, lo colpisce quattro volte al petto e all’addome, uccidendolo. A quel punto, Tex, che in precedenza aveva reciso le linee telefoniche, si introduce nella villa rompendo una finestra, per poi aprire la porta d’ingresso principale e far entrare Atkins e Krenwinkel: Kasabian, rimane invece alla macchina, per svolgere il ruolo di “palo”.
Da quel momento, ha inizio il vero e proprio eccidio: Frykowki, svegliatosi a causa del rumore, viene aggredito da Watson con un calcio in testa, mentre Atkins e Krenwinkel vagano per la casa alla ricerca degli altri occupanti, che dopo essere stati rintracciati, vengono portati nel soggiorno e legati con corde di nylon; Sebring, dopo aver rimproverato gli assalitori per il duro trattamento riservato a Tate, viene raggiunto da due colpi di pistola. Nel frattempo, però, Frykowski e Folger riescono a liberarsi e a fuggire fuori dalla casa: Frykowski, dopo una violenta colluttazione con Atkins, si dirige a tutta forza verso la porta d’ingresso, raggiunge la veranda, ma Watson riesce a raggiungerlo e a pugnalarlo diverse volte, prima di colpirlo con due proiettili. Allo stremo delle forze, Frykowski si trascina carponi lungo il prato, ma viene nuovamente raggiunto da Watson, che lo uccide con ulteriori coltellate; Folger, nel frattempo, è fuggita dalla finestra e si dirige verso la piscina, ma, una volta arrivata in giardino, viene raggiunta da Patricia che, dopo averla atterrata, la accoltella ripetutamente, con l’assistenza di Watson; alla fine i colpi totali inferti alla donna saranno 28.
All’interno della villa, intanto, Sharon Tate, ancora legata, supplica gli assalitori di lasciarla vivere il tempo necessario per dare alla luce il proprio bambino, ma senza successo. Atkins e Watson la colpiscono con 16 coltellate, per poi impiccarla, ancora viva, con la corda di nylon al soffitto; la stessa sorte, peraltro, era toccata a Sebring che, però, era stato impiccato già cadavere. La notte successiva, il gruppo di assassini, con l’aggiunta della giovanissima Leslie Van Houten e dello stesso Manson, deciso a prendere l’iniziativa nelle proprie mani, avrebbe sterminato i coniugi Leno e Rosemary LaBianca, due professionisti (lui dirigente di un supermercato, lei proprietaria di una boutique) nella loro casa al 3301 di Waverly Drive.
Sull’effettivo movente degli omicidi, non vi è ad oggi assoluta certezza; varie e diverse ipotesi sono state avanzate nel corso degli anni; le connessioni di Tex Watson con il mondo della droga hanno fatto pensare a una compravendita di stupefacenti finita male fra Watson, Sebring e Frykowki. Un’altra teoria piuttosto gettonata vedrebbe gli omicidi come dei diversivi utili a distogliere l’attenzione delle forze dell’ordine dall’uccisione di Gary Hinman, avvenuta qualche giorno prima, e per cui era stato arrestato Bobby Beausoleil, un altro membro della comune di Manson. Hinman, un giovane insegnante di musica, entrato in contatto con alcuni membri della comune, fu accoltellato da Beausoleil per questioni di denaro. Gli omicidi Tate – La Bianca, quindi, secondo questa ipotesi, sarebbero serviti a persuadere gli inquirenti dell’innocenza di Beausoleil; si spiegherebbero così le scritte ritrovate su entrambe le scene del crimine: sul muro di casa Hinman fu ritrovata la scritta “Porco politico”, simile alla scritta “Porco” vergata con il sangue di Sharon Tate sulla porta d’ingresso della villa.
Secondo altre interpretazioni, alla base dell’attività omicida del clan, vi sarebbe invece la visione, propugnata dallo stesso Manson, di un conflitto razziale su larga scala tra bianchi e afroamericani, l’Helter Skelter (espressione mutuata dall’omonima canzone dei Beatles); gli omicidi sarebbero quindi serviti da miccia per l’esplosione definitiva dello scontro generazionale. Al proposito, Watson riporta queste parole di Manson, nel corso di una testimonianza giudiziaria: “Helter Skelter sta per iniziare, ma un nero non fa mai niente se prima un bianco non gli insegna come; Helter Skelter sta arrivando, ma a quanto pare dobbiamo fare vedere ai neri come si fa”. Nel corso di una testimonianza al processo Tate, Manson avrebbe specificato: “Helter Skelter è confusione; non c’entrano le guerre; nessuno ucciderà mai nessun altro… Helter Skelter è solo confusione; se ti ritrovi la confusione accanto, ma non riesci a vederla con chiarezza, puoi darle il nome che preferisci“.
A seguito delle indagini, e del susseguente processo, Manson e i suoi complici verranno condannati alla pena di morte, ma nel 1972, una sentenza della Corte Suprema della California definì l’istituzione della pena di morte come “incostituzionale” e quindi tutte le pene capitali furono trasformate in ergastoli. Ad oggi, tutti i partecipanti agli omicidi Tate – LaBianca, sono ancora in carcere, fatta eccezione per Susan Atkins, morta nel 2009, durante la detenzione, a causa di un tumore al cervello; a Linda Kasabian, che già aveva tentato di fermare la furia omicida dei complici quella notte, è stata garantita la totale immunità dalle accuse, in cambio della testimonianza al processo.