Una delle serie cinematografiche più amate di sempre compie 60 anni: nell’ottobre del 1962, infatti, giungeva nelle sale internazionali Agente 007 – Licenza di uccidere, la prima avventura con James Bond protagonista, interpretato dall’intramontabile Sean Connery.
Nell’autunno 2021, con No Time To Die, la saga bondiana è arrivata al venticinquesimo capitolo, il quinto con Daniel Craig nel ruolo di 007, chiudendo almeno provvisoriamente una storia lunga decenni. Le scelte narrative proposte nella pellicola hanno diviso il pubblico, ma aprono inevitabilmente a una fase di rinnovamento che si sta rivelando affatto semplice.
È dunque giusto chiedersi, da appassionati del franchise, quale futuro attende James Bond, partendo dai pochi indizi a disposizione concessi dai produttori e soprattutto lasciandosi necessariamente alle spalle quanto proposto nell’ultimo film, forse non pienamente allineato rispetto alla tradizione della serie, che proprio in questi giorni sta celebrando un traguardo molto importante.
Una scelta inaspettata
Il regista Cary Joji Fukunaga e i co-sceneggiatori Phoebe Waller-Bridge, Neal Purvis e Robert Wade, hanno optato insieme a EON per una cesura netta rispetto alla tradizione della serie [da qui eventuali spoiler per chi non avesse ancora visto No Time To Die]: rendere mortale James Bond. Come un qualunque villain, o un supereroe di casa Marvel (ricordate Avengers: Endgame?). Una delle peculiarità del franchise è sempre stato quello di far sopravvivere l’agente a qualunque missione, per una ragione estremamente semplice quanto ovvia: mantenere il mondo di 007 fuori dal tempo, in un eterno rinnovamento tra un capitolo e l’altro.
Questo, certo, è valso almeno fino a La morte può attendere (2002), ultimo film dall’impostazione classica. Il percorso di rinnovamento avviato con Casino Royale (2006) propose una storia marcatamente lineare, ovvero un susseguirsi temporale di eventi di pari passo con l’evoluzione del protagonista, che ha cominciato a invecchiare esattamente come gli spettatori. Ma porre una parola fine sul destino di James Bond e renderlo per questo comune a molti altri personaggi non ha sortito gli effetti sperati, avendo di fatto diviso il pubblico, soprattutto tra gli appassionati di vecchia data. Non solo: con No Time To Die si è tradito il sofferto passato che coinvolgeva Bond e Vesper Lynd (l’unica persona ch’egli abbia davvero amato nell’epoca recente della serie) scegliendo Madeleine Swann come donna del destino, e anche colei che lo renderà padre (altro legame con il Bond classico mandato in frantumi).
Tralasciando un villain debole (il Safin di Rami Malek), una gestione approssimativa dei personaggi collaterali e la poca valorizzazione dell’intermezzo cubano con Paloma/Ana de Armas protagonista, l’unico davvero notevole del film, No Time To Die è risuonato come un’occasione persa, che ha lasciato delle scorie inevitabili sull’intero franchise. Questo a fronte, va detto, di un ottimo successo commerciale, con gli incassi al botteghino che sono arrivati a quota 760 milioni di dollari, nonostante una situazione internazionale non ancora idilliaca per quanto riguarda il settore cinematografico, sempre più in difficoltà nel confronto con le piattaforme streaming. A questi vanno aggiunti i circa 30 milioni di introiti dal mercato dell’home video, sempre molto florido per quanto riguarda l’universo bondiano.
Incertezza sul futuro
Come accennavamo in precedenza, sono ben poche le certezze che abbiamo in merito al presente e al futuro del franchise. Molte le speculazioni avanzate finora: secondo alcuni la saga potrebbe abbandonare il grande schermo in favore della televisione, attraverso una serie tv che riscriverebbe totalmente James Bond e il suo mondo. Secondo altri, non sarebbe invece in dubbio la presenza esclusivamente su grande schermo di 007, con EON e MGM che, del resto, non hanno mai pensato di lasciare le sale in sessant’anni di storia.
Non solo. Come ha dichiarato Barbara Broccoli qualche mese fa, “ci vorranno almeno due anni prima dell’inizio delle riprese di un nuovo film“, mentre la ricerca del successore di Daniel Craig non è ancora cominciata “perché siamo nel processo di reinventare il personaggio. Nessuno ha fretta, non c’è ancora una sceneggiatura e non possiamo prendere decisioni in questo senso fino a quando non avremo deciso come avvicinarci al nuovo film, perché è una reinvenzione del personaggio di Bond, e questo ci chiede del tempo“. Dunque, le notizie sul casting del nuovo agente 007 sono del tutto infondate e, del resto, non potrebbe essere altrimenti. Occorre innanzitutto comprendere quale Bond si intenda portare in scena, se avrà le caratteristiche originali alla Sean Connery o piuttosto intenderà proseguire la strada più cupa già percorsa di recente e, soltanto dopo averlo stabilito, si potrà decidere quale attore lo interpreterà al meglio.
Non v’è dubbio che la EON Productions debba adesso confrontarsi con Amazon Studios, sebbene la casa che fu di Albert R. Broccoli e Harry Saltzman abbia sempre mantenuto una certa indipendenza rispetto a United Artists (fino al 1981) e poi MGM. Dovranno essere definiti nuovi rapporti di forza, sebbene non crediamo che a Culver City vogliano muoversi come un elefante dentro una cristalliera, ma rispettare la tradizione o, meglio, ciò che ne rimane.
60 anni di James Bond e non sentirli
Nonostante le discutibili scelte narrative effettuate attraverso No Time To Die, e che già non apparivano del tutto riuscite nell’altrettanto scricchiolante SPECTRE, James Bond è ancora oggi una saga unica nel proprio genere, capace di resistere ampiamente alla prova del tempo e a qualche titolo meno convincente tra i venticinque capitoli.
Grazie agli interpreti che hanno dato il proprio volto a 007 (Sean Connery su tutti, ma anche Roger Moore, Timothy Dalton, George Lazenby, Pierce Brosnan e il già citato Daniel Craig), alle ambientazioni fantastiche in giro per il mondo, a villain straordinari, a personaggi femminili indimenticabili e all’inossidabile spirito britannico, il franchise si è rinnovato continuamente macinando un successo dietro l’altro, ritagliandosi uno spazio privilegiato nella storia del cinema.
Siamo certi che James Bond verrà riproposto presto in una veste del tutto rinnovata e profondamente contemporanea. Forse non sarà più lo 007 che abbiamo conosciuto un decennio dopo l’altro, ma occorre trovare nuovi sbocchi narrativi che diano un grande futuro a un personaggio così amato e al quale appare impossibile rinunciare.