James Gray, regista di Ad Astra, risponde alle critiche dei fan sull’inaccuratezza scientifica del film, che vede l’astronauta interpretato da Brad Pitt intraprendere una pericolosa missione interstellare alla ricerca del padre (Tommy Lee Jones), di cui non si hanno più notizie dopo una spedizione su Nettuno. A lungo creduto morto, ora il vecchio astronauta sembra aver manifestato la sua presenza tramite l’invio di scariche di energia verso il Sistema Solare, che ne stanno danneggiando l’equilibrio. Roy Mc Bride (Pitt) viene quindi inviato verso Nettuno per fare luce sull’accaduto.
Gray, durante un’intervista del 2020, si è concentrato sulle critiche riferite all’inaccuratezza scientifica del film, precisando che non era sua intenzione presentare un prodotto scientificamente corretto: “Volevamo fare una specie di favola o mito ambientato nello spazio; quello che mi ha dato più fastidio delle critiche verso Ad Astra sono state cose del tipo: “Nello spazio, a gravità 0, i capelli non possono stare fermi, volteggerebbero in aria”, oppure voler sottolineare il fatto che Brad non avrebbe potuto attraversare gli anelli di un determinato pianeta; mi sembrano critiche veramente frivole, che lasciano il tempo che trovano. Quando leggi la storia di Icaro non pensi che con la cera sulle ali non si può volare! Ovviamente è vero che non si può, ma è tutta una questione di metafora, è il senso del racconto mitico! Quello che volevo ottenere, insieme a Hoyte van Hoytema (il direttore della fotografia, ndr) era una sorta di mito ambientato nello spazio. Lui si è preso grandi rischi, e la sua fotografia è improntata a questa modalità di racconto. Ad alcuni il film è piaciuto, ad altri meno, ma tutti quanti si ricordano dell’impianto visivo.”
Gray ha anche aggiunto particolari su un momento preciso del film: “Durante una scena dalla carica emotiva molto forte, il personaggio di Brad si commuove. Nello spazio, la lacrima, invece di scorrere lungo la guancia, avrebbe dovuto volteggiare per aria. Brad voleva rifare la scena, per renderla scientificamente accurata, ma io mi sono rifiutato, perché l’aveva recitata troppo bene, ed è rimasta così.”