All Is Lost – Tutto è perduto, il film con Robert Redford non è ispirato ad una storia vera, ma sebbene le vicende narrate non si riferiscano a fatti realmente accaduti, il regista J.C. Chandor ha raccontato, in un’intervista al magazine The Atlantic, come l’ispirazione per il film sia nata da un preciso episodio, un vero e proprio trauma avvenuto quando l’autore era adolescente. Chandor, infatti, rischiò di morire in un incidente d’auto a soli 19 anni.
Nel racconto non c’è penuria di dettagli: “Da giovane ho visto la morte in faccia, dopo aver subito un gravissimo incidente d’auto. Fino ad allora, nessuno accanto a me era morto o aveva rischiato di morire, quindi per me il concetto era molto vago, e poi all’improvviso, bam, a momenti tocca a me. Eravamo in cinque in autostrada. C’eravamo io, uno dei miei migliori amici, che guidava, e altre persone, altri amici. All’improvviso l’amico che era al volante si è addormentato, e la macchina si è ribaltata sette – otto volte. Purtroppo il guidatore non ce l’ha fatta, Ma all’improvviso, ho capito che poteva succedere a me. Trascinarmi fuori dalle lamiere dell’auto distrutta, e strisciare sull’erba al lato della strada, è stato veramente qualcosa che non dimenticherò facilmente.”
“E nel corso degli anni successivi, ho cercato di non pensarci troppo, ma più passava il tempo, più sentivo il bisogno di riprendere contatto con quella parte della mia vita. Poco prima che iniziassi a scrivere il film, ho perso entrambe le mie nonne, e in quei momenti ho capito che avevo date troppe cose per scontate, e mi sono detto: “Cosa farebbe una persona, un po’ in là con l’età, che ha comunque vissuto una vita soddisfacente, se si trovasse a dover combattere per la propria sopravvivenza? Fino a che punto si spingerebbe per avere la possibilità di continuare a fare quello che ha sempre fatto? Cosa fa un uomo quando deve piangere la propria morte? E allora in questo film ho voluto sottolineare il momento centrale dell’esperienza di un uomo che deve sopravvivere, cioè il momento in cui il rischio di perdere la vita è all’apice“.
In un’intervista concessa ad un’emittente radiofonica californiana, Chandor ha raccontato anche di un altro episodio che ha ispirato alcune tra le sequenze più impattanti di All Is Lost – Tutto è perduto, quelle della tempesta che distrugge lo yatch: “Da giovane mi era venuta la curiosità di capire la fascinazione di un’esperienza di navigazione come quella del mio protagonista, e allora mi sono unito a quest’imbarcazione che andava dai Caraibi del Sud alle Bermuda, un viaggio di sette giorni; a un certo punto abbiamo incontrato una tempesta che andava oltre le possibilità della nostra imbarcazione… è durata un paio d’ore, e a un certo punto è stato anche molto intensa; è stata un’esperienza particolare, quasi da un punto di vista sensoriale… ad esempio ricordo i rumori; ma in genberale, essere sballottati in un ambiente a te totalmente estraneo, non è qualcosa cui siamo più abituati“.