Autopsy, il film horror di André Øvredal del 2016, racconta la storia di un’autopsia da incubo, effettuata da due coroner, padre e figlio, sul corpo di una donna non identificata. Il cadavere della sconosciuta ha dei segni inspiegabili, che rendono impossibile spiegare le circostanze della sua morte violenta. Durante l’esame autoptico, inoltre, si verificano degli eventi inquietanti.
Nella trama di Autopsy, il cadavere di una donna non identificata viene trovato sulla scena di un omicidio plurimo dagli scenari inspiegabili. Lo sceriffo Burke (Michael McElhatton) non trova segni di effrazione e il tenente Wade (Jane Perry) ipotizza che le vittime stessero cercando una via di fuga. Emma Roberts (Ophelia Lovibond) fa visita al suo fidanzato Austin Tilden e a suo padre Tommy, che è coroner in una piccola cittadina. Lo sceriffo Burke arriva con il corpo di Jane Doe – nome convenzionale che viene assegnato a tutti i corpi di donna non ancora identificati – e spiega a Tommy Tilden che ha bisogno di sapere la causa di morte entro la mattina successiva. Austin rimanda un’uscita con Emma per aiutare suo padre e le promette che si vedranno più tardi, in serata.
I Tilden eseguono l’autopsia ma si trovano di fronte ad una situazione strana: il corpo non presenta segni esterni e visibili di traumi, però le ossa del polso e della caviglia risultano fratturati. La lingua della donna è stata tagliata in modo rozzo e uno dei molari risulta mancante. Inoltre, i polmoni sono anneriti, come se avesse subito ustioni di terzo grado e i suoi organi interni, presentano numerosi tagli e lesioni.
Nello stomaco della donna, inoltre, viene trovato dello stramonio comune, una pianta estremamente velenosa, che tuttavia non è nativa dell’area. L’ultimo dettaglio dell’autopsia, il più misterioso, è che l’aspetto del corpo suggerisce che la donna sia morta da poco, ma le condizioni dei suoi occhi invece indicano che potrebbe essere morta da diversi giorni.
Mentre l’autopsia prosegue, si verificano altri eventi strani, e quando Tommy torna ad esaminare il corpo, trova il molare mancante nello stomaco della donna, ma avvolto in un pezzo di tessuto. Questo pezzo di stoffa è segnato da numeri romani, lettere e da uno strano diagramma. Segni simili, vengono trovati all’interno della pelle della donna. A quel punto, l’esame autoptico, si trasforma in un incubo. Come se la presenza del corpo della donna, condizionasse gli eventi che stanno accadendo e che si susseguono incessantemente.
Il regista del film, André Øvredal, ha spiegato che la produzione ha collaborato con dei veri medici legali, per rendere tutto più realistico e credibile ed “Emile Hirsch ha fatto visita ad un grande obitorio dove c’erano centinaia di corpi. Stavano effettuando cinque autopsie insieme, uno accanto all’altro, ed Emile ha detto che è stato uno dei momenti più inquietanti della sua vita. Brian ed Emile erano entrambi affascinati all’idea di lavorare con dei veri coroner, per capire come lavorano, come parlano tra di loro, come si comportano. Mentre lavorano parlano dei fatti loro o ascoltano la radio. E soprattutto hanno un umorismo molto dark, al quale nel film non abbiamo dato spazio.”