“Andiamo a vedere i film per fuggire. E non c’è un luogo più bello in cui fuggire di Pandora” Così Jon Landau, il produttore di Avatar 2 – La via dell’acqua, ha presentato il nuovo film di James Cameron a Roma, in collegamento dalla Nuova Zelanda, dove sta ultimando gli ultimi effetti speciali del film. E non c’è modo migliore per presentate l’esperienza che è stata Avatar, e che promette di essere Avatar 2. Una fuga in un mondo fantastico che solo il cinema oggi ci può permettere.
Nell’incontro, in cui sono state presentate alcune immagini di Avatar 2, di cui vi parleremo più avanti, il produttore ha parlato anche del 3D, del cinema come esperienza collettiva e dell’esploratore James Cameron, un artista in grado ogni volta di spingere oltre la tecnologia, e di influenzare il cinema di lì a venire. Ha avuto un pensiero per James Horner, autore della colonna sonora del prima Avatar, che è scomparso. “È stata una perdita tragica, mi ricordo benissimo quando è arrivata la notizia che ci aveva lasciato” ci ha raccontato. “Nessuno può prendere il suo posto, ma Simon Franglen non è nuovo: faceva parte del team di James sia su Titanic che su Avatar. Simon ha nel sangue i suoni di Pandora, ha fatto un lavoro bellissimo su come si possono mescolare i suoni indigeni con le musiche dell’orchestra”. Landau ha anche rivelato qualcosa sulla trama. “La famiglia Sully deve lasciare la casa che conosce” ci ha svelato. “Arrivano in un nuovo clan, ma sono degli outsider. Avatar 2 racconta il conflitto che ha ogni famiglia nello sradicare i figli da casa. I ragazzi Sully sono una razza mista, sono degli outsider, vediamo come possono adattarsi a un nuovo clan che non li conosce affatto. L’oceano è una nuova avventura. La foresta pluviale un’altra”.
La sfida: la performance capture sott’acqua
Avatar 2 arriva a 13 anni dal primo Avatar. James Cameron e i suoi, infatti, hanno lavorato a quattro sequel insieme, e non a un solo film. “Le sceneggiature avevano avuto bisogno di tanto tempo per essere scritte” ci ha spiegato. “Non volevamo iniziare il primo film prima che fossero finite tutte le sceneggiature”. Ogni film di James Cameron è una sfida. “Ma quella più grande è stata realizzare la performance capture sott’acqua” ci ha confessato. “Non volevamo fare finta: girare sott’acqua non è solo trattenere il respiro attraverso un dispositivo e andare in apnea. Abbiamo voluto costruire un serbatoio di due milioni di litri nel quale potessimo davvero catturare la performance degli attori nell’acqua. Questo film ha molte più scene con attori in carne e ossa, in un mondo reale. Mescolare tutto questo con al centro l’attore è stata una grande sfida”. Ma una sfida può essere anche quella di combattere con gli studios sui tempi, sui budget e sulle scene da realizzare. “Nel primo Avatar gli studios si chiedevano se avevamo bisogno della sequenza del volo o della morte di Grace, e invece sono state pietre miliari” ci racconta Landau. “Qui non abbiamo avuto grossi scontri, hanno assecondato quello che volevamo fare. Nel primo film dicevano che c’erano dei personaggi blu con delle code e questo li preoccupava. Invece è andata bene”.
Sigourney Weaver ci sarà, in un nuovo ruolo, grazie alla performance capture
Si è discusso molto, nel lungo intervallo che ha separato i due Avatar, sulla presenza di Sigourney Weaver. E, ora finalmente, abbiamo la notizia. “Sì, Sigourney è in questo film, l’avete vista” ci conferma Landau. “Fa la parte di Kiri, la ragazza quattordicenne adottata. In un momento del film, nella stessa scena, interpreta la Grace umana, Grace come Avatar, che si trova nel serbatoio, e Kiri, che salta sul serbatoio e dice ‘ciao mamma’. Sigourney ha detto che realizzare questo ruolo le ha permesso di essere giocosa. La performance capture permette questo. Cose che prima non sarebbero state possibili”.
Il 3D, una finestra sul mondo
E così è inevitabile, come ogni volta che ci troviamo di fronte a un film di James Cameron, trovarsi a parlare di tecnologia. Con Avatar 2, infatti, torneremo dopo anni a vedere un film in 3D al cinema, con gli occhialini. Era una tecnologia che era quasi scomparsa. Che ne pensa Landau? “Il 3D è una finestra sul mondo, permette di migliorare la visione di un film” ci risponde. “Dopo Avatar le persone hanno detto: ‘facciamo tutto in 3D’. Ma non hanno capito che il 3D non rende bello un film brutto. Accentua quello che c’è. Martin Scorsese con Hugo Cabret ha fatto un gran film. Mi auguro che Avatar possa aprire una piccola fessura, uno spiraglio in una porta, e permetta a cineasti di creare qualcosa che non si può vedere a casa, ma solo in sala”. Anche perché, dopo la pandemia, il pubblico sembra essersi abituato a vedere i film a casa propria, e disabituato all’esperienza del cinema. “Il New York Times ha scritto: ‘l’intrattenimento si può avere a casa, e questo è quello che scelgono di fare le persone; i film come li fa la Disney moriranno’. Lo ha scritto nel 1983” scherza il produttore. “La pandemia è arrivata è ancora con noi. ma le persone cercano l’esperienza al cinema. Se noi facciamo le cose fatte bene, la gente viene. Andare al cinema è l’equivalente del concerto dal vivo. Film come Spider-Man: No Way Home, Top Gun: Maverick tirano la gente fuori dalle case. Bisogna fare un patto con la comunità degli esercenti per lavorare fianco a fianco e migliorare l’esperienza”.
James Cameron ha aperto la strada ad altri registi
E il cinema di James Cameron è innovazione anche nelle tecnologie per le riprese, e per fli effetti speciali. Ogni suo film è un passo avanti per il cinema. “James Cameron ha sempre spinto i progressi nella tecnologia della realizzazione del film, progressi che hanno aperto la strada ad altri registi” ci ha spiegato Landau. “Quando ha trovato la tecnologia adatta ha girato Terminator 2. e quella tecnologia ha consentito di girare Jurassic Park. Per Titanic abbiamo riempito la nave con comparse in computer grafica, e questa tecnologia è servita a Peter Jackson per Il Signore degli Anelli. Quello che abbiamo fatto in Avatar 2 consentirà di fare cose che altrimenti non sarebbero possibili”.
James Cameron è un esploratore
I quattro sequel di Avatar sono stati girati tutti insieme, “perché è un modo più efficiente di portare avanti la produzione” come spiega Landau. E poi c’è la continuità. “Se se giri un film in più anni gli attori, soprattutto quelli giovani, devono avere lo stesso aspetto fisico”. Non è un caso che Landau parli di efficienza, Ogni volta che si parla di James Cameron, infatti, si punta sui grandi budget dei suoi film. Ma il produttore, in proposito, dice una cosa molto intelligente sul cinema: “Noi siamo l’unico business che non fa pagare al consumatore di più se spende di più. Se noi spendiamo di più, lo spettatore al cinema paga la stessa cifra. Sono orgoglioso di fare i nostri film nel modo più efficiente dal punto di vista dei costi. Ma noi facciamo dei grandi film”. Quanto ai tempi di lavorazione, “la realtà è che abbiamo impiegato meno tempo nel fare un sequel di quanto non sia stato necessario per Top Gun: Maverick”, scherza. “Ma quello che stiamo mettendo sullo schermo oggi cinque anni fa non sarebbe stato possibile. Cameron è un esploratore, ha creato un sottomarino per andare a studiare i fondali degli oceani. In tutto questo tempo abbiamo lavorato con gli effetti speciali spingendo avanti la tecnologia non solo in campo lungo, ma anche nei primi piani”. Sì, fuggire ancora una volta, anzi ancora quattro, su Pandora, sarà meraviglioso.