Il film: Federer: Gli ultimi dodici giorni, 2024. Diretto da: Asif Kapadia. Genere: Documentario, sportivo. Cast: Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo vista: Su Prime Video, in anteprima stampa ed in lingua originale.
Trama: Il film mostra Federer nella sua versione più vulnerabile e sincera, mentre dice addio a uno sport e ai fan che hanno plasmato la sua vita negli ultimi due decenni
A chi è consigliato? A tutti coloro che amano il tennis e lo sport in generale.
“I media fanno gossip sul suo ritiro dal 2009. Siamo nel 2022”. Sono le parole del manager di Roger Federer, highlander del tennis mondiale, che ascoltiamo nel film che vi raccontiamo nella recensione di Federer: Gli ultimi dodici giorni, documentario disponibile in esclusiva su Prime Video dal 20 giugno dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Tribeca Film Festival il 10 giugno a New York. Si parla anche qui della fine di una carriera di un grande dello sport, proprio come accadeva con Micheal Jordan in The Last Dance. Ma siamo quasi agli antipodi di quel film: dove quello era epico, ritmato e con un finale in crescendo, Federer: Gli ultimi dodici giorni è intimo e con un finale che sfuma in un quieto fine. È un film molto particolare, per appassionati.
L’addio di Roger Federer
Diretto dal regista premio Oscar Asif Kapadia e dal co-regista Joe Sabia, Federer: Gli ultimi dodici giorni segue in maniera intima gli ultimi 12 giorni dell’illustre carriera di Roger Federer. Nato come home video non destinato alla visione pubblica, il film mostra Federer nella sua versione più vulnerabile e sincera, mentre dice addio a uno sport e ai fan che hanno plasmato la sua vita negli ultimi due decenni. Arricchito dalle interviste dei leggendari rivali, nonché intimi amici Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray, Federer: Gli ultimi dodici giorni offre un accesso senza precedenti alla relazione tra queste stelle senza eguali.
Il doloroso finale di un campione
Il film inizia con Federer a casa sua. Un tavolo, un microfono, e un comunicato, scritto da lui e letto per essere diffuso su internet e sui social media. Ce lo racconta proprio lui, Roger Federer: infortuni, interventi chirurgici ginocchio. La voglia di rientrare troppo presto che a volte ha affrettato il recupero con la conseguenza di peggiorare le cose. A malincuore, così, arriva il momento di dire basta. È doloroso, ma è anche un sollievo. È un Federer dispiaciuto ma anche in pace con se stesso, consapevole di aver fatto una grande carriera.
L’ultimo ballo di Roger
Il torneo che gioca a Londra, allora, è il suo ultimo ballo, The Last Dance. A differenza della storia di Michael Jordan, che raccontava un’intera stagione, l’ultima, e in flashback un’intera carriera, questo è un ballo limitato a 12 giorni. Coglie un campione non all’apice, ma in fase calante. Per questo non c’è epica e non c’è gloria, ma c’è pace ed empatia. È un quieto fine, non un finale con il botto, non in crescendo. È quel fading di quelle canzoni che, alla fine, sfumano lentamente. Quella del finale di Federer è una storia diversa dalle altre.
Storia di un tennis che non c’è più
“Cosa diresti al te stesso 18enne?” “Preparati per qualcosa di grande”. È lo scambio di battute tra un giornalista e Federer, consapevole di aver fatto una grande carriera. Si aspettava forse di arrivare in alto, ma non certo di rimanerci così a lungo. E con una carriera così, lasciare è doloroso, ma è anche una cosa da accettare, perché più di questo non si poteva chiedere. Il film di Kapadia è interessante perché, oggi che il tennis è quello di Sinner e Alcaraz, veniamo portati nel tennis che era un tempo, quello di Federer, Nadal e anche di quel Djokovic che ha appena abdicato dal titolo di re del mondo. Per un attimo, all’evento a cui partecipa Federer, vediamo anche Borg e McEnroe, e veniamo trasportati ancora in un’altra epoca. Roger ci dice che il tennis è come una partita a scacchi: si tratta di prevedere le mosse dell’avversari e anticiparle. Roger, nella sua carriera, ha fatto le mosse giuste.
La recensione in breve
Nella recensione di Federer: Gli ultimi 12 giorni vi abbiamo raccontato di un film che parla della fine di una carriera di un grande dello sport, proprio come accadeva con Micheal Jordan in The Last Dance. Ma siamo quasi agli antipodi di quel film: dove quello era epico, ritmato e con un finale in crescendo, Federer: Gli ultimi dodici giorni è intimo e con un finale che sfuma in un quieto fine. È un film molto particolare, per appassionati.
Pro
- Roger Federer, campione d'altri tempi
- Il taglio intimo del film
- Il racconto di un tennis che non c'è più
Contro
- Si vorrebbe vedere più tennis, più azioni, più momenti della carriera di Federer
- Voto CinemaSerieTv