Nel 2019, dopo quasi due decenni di attesa, il genio del cinema M. Night Shyamalan ha finalmente chiuso il cerchio della sua atipica trilogia sui supereroi con Glass. La saga, i cui precedenti tasselli sono Unbreakable (2001) e Split (2016) è una riflessione profonda sul cinema e sui fumetti, intrecciata ad elementi di fede e fantasia che colpiscono nel vivo della nostra contemporaneità. Questo film riunisce David Dunn (Bruce Willis), Kevin Wendell Crumb (James McAvoy) ed Elijah Price (Samuel L. Jackson) in una struttura psichiatrica sotto le cure della dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson), specializzata in pazienti con manie di grandezza, in particolare quelli che credono di essere supereroi. Sebbene il film conclusivo della trilogia iniziata con Unbreakable (2000) non abbia scene post-credits, i colpi di scena, le morti e le rivelazioni alla fine cambiano irreversibilmente il franchise, anche se Mr. Glass suggerisce che tutto ciò che si vede è in realtà solo un inizio, una storia di origini.
Glass potrebbe non aver soddisfatto tutte le aspettative dei fan più accaniti, ma raccoglie i migliori tratti distintivi del talento di questo regista indiano, incluso il suo marchio di fabbrica: i colpi di scena. Immergetevi con noi in questa spiegazione del finale di Glass, per scoprire come il film di M. Night Shyamalan rivendica l’esistenza dello straordinario all’interno della realtà quotidiana, e lo fa attingendo all’immaginario dei fumetti.
Tracciare il confine tra uomini e supereroi
Glass riprende il testimone dalla scena finale di Split, in cui David Dunn (Bruce Willis) mette sotto osservazione Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), che soffre di disturbo della personalità multipla: in lui, coesistono venti personalità che rendono obbedienza alla più potente di tutte: La Bestia. Si dedica al rapimento di ragazze adolescenti per offrirle in sacrificio alla creatura e, dal film precedente, è riuscita a salvarsi solo Casey (Anya Taylor Joy). All’inizio di questo sequel, vediamo alla televisione che un gruppo di cheerleader è scomparso e la polizia non riesce a trovarle: ci riesce David, con il suo mackintosh Protector, ma si tratta di una vittoria infruttuosa: la lotta tra lui e Kevin rimane a metà, dato che vengono ricoverati in un ospedale psichiatrico dove il genio Elijah Price (Samuel L. Jackson), noto anche come Mr. Glass, è ricoverato da anni, dalla fine del primo film della trilogia.
Da qui in poi, tutta l’azione si svolge all’interno dell’edificio. Incontriamo la dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson) che vuole far credere loro che i superpoteri che credono di possedere non sono altro che il prodotto delle loro manie di grandezza; che l’acqua non è la kryptonite di David, ma che semplicemente ha un trauma con essa da quando ha rischiato di annegare in una piscina da bambino.; che la bestia che Kevin nasconde, così come tutte le sue personalità, sono solo un disturbo psicologico causato da un’infanzia piena di abusi. Staple vuole che smettano di credere in se stessi, per capire che tutte le loro capacità possono essere spiegate secondo le leggi della logica. Elijah, solo apparentemente catatonico, rimarrà in silenzio fino a quando il suo piano principale non inizierà a dispiegarsi.
Scontro fra titani
Mr. Glass inganna le guardie, fugge dalla sua cella ogni notte, manipola le telecamere di sicurezza e riesce a mettersi in contatto con Kevin, con il quale si allea per formare una coalizione di villain. All’inizio dice che l’apertura di una nuova torre in città sarà il palcoscenico della loro grande battaglia finale, ma non si arriva mai a tanto: i tre supereroi si incontrano all’ingresso dell’ospedale psichiatrico e lì si tiene il loro scontro finale, momento in cui avvengono anche i tre colpi di scena della storia.
Siamo all’ingresso dell’edificio e i protagonisti hanno una serie di spettatori. Da una parte ci sono i loro familiari e conoscenti, da Casey (Joy) al figlio di David (Spencer Treat Clark) e alla madre di Elijah (Charlayne Woodard), dall’altra una squadra SWAT chiamata dalla dottoressa Staple per monitorare la situazione. David, che Elijah ha fatto fuggire dalla sua stanza per poter avere la resa dei conti fumettistica che desiderava, sta effettivamente combattendo contro la Bestia: è uno dei pochi momenti di pura azione del film, ma si conclude con una rivelazione inaspettata.
Cosa lega i tre protagonisti?
Il figlio di David, Joseph, si intromette nella lotta e svela a Kevin un’informazione di cui non era a conoscenza, provocando una svolta negli eventi. In quel treno che deragliò quasi vent’anni fa, dove l’unico sopravvissuto era il Protettore, morì il padre di Kevin. Come abbiamo appreso alla fine del primo film, il guasto tecnico del treno è stato causato da Elijah, che provocava incidenti per trovare persone con abilità speciali. Mettete insieme i pezzi: Mr. Glass è il creatore della Bestia. Senza il suo fatidico intervento, suo padre non sarebbe mai morto, lui non sarebbe rimasto solo con la madre violenta e la sua psiche non sarebbe stata intaccata tanto da rifugiarsi in molteplici personalità. Una rivelazione che appare nel bel mezzo dell’azione per segnare l’inizio della fine, ma non sarà l’unica.
Chi è in realtà la Dottoressa Staple
Sapendo questo, Kevin perde coraggio e inizia a prendere a pugni Elijah; Casey cerca di calmarlo e, quando sembra esserci riuscito, la squadra SWAT lo abbatte. I due cattivi sono ora condannati a morte: rimane solo l’eroe, che è stato precedentemente gettato dalla Bestia in una vasca d’acqua che, ricordiamo, è la sua kryptonite. Inzuppato e indebolito, sarà David a scoprire la vera identità di Ellie Staple e il suo ruolo in questa storia. Mentre l’agente sta immergendo la testa in una pozzanghera, a pochi secondi dal porre fine alla sua vita, la dottoressa si avvicina a lui e gli racconta la verità: sa perfettamente che i suoi poteri sono reali, che non si tratta di manie di grandezza, ma delle caratteristiche dei veri supereroi. Staple fa parte di un’organizzazione segreta – i cui membri hanno tutti un trifoglio tatuato sul polso – il cui scopo, da millenni, è impedire la comparsa di persone straordinarie nella sfera pubblica. La loro soluzione? Cercano di convincerli della loro follia e, se non ci riescono, li assassinano. Così, la verità va nella tomba con i tre protagonisti, che muoiono in questa scena, ma la storia non finisce qui.
Il piano finale
L’ultimo dei colpi di scena che Shyamalan aveva in serbo per gli spettatori arriva nei frangenti conclusivi del film. L’intera situazione psichiatrica è stata risolta: i filmati delle telecamere a circuito chiuso sono stati cancellati e Staple ha rivelato ai media che è stata una combinazione di droghe e isteria a portare queste persone al culmine della loro follia. Per qualche motivo, prima di lasciare la città e affrontare il suo prossimo obiettivo, il personaggio di Paulson fa una sosta in un negozio di fumetti, dove sente due clienti parlare tra loro. “C’è sempre un vero piano“, dice uno dei due, e qualcosa scatta nella testa della dottoressa: Mr. Glass aveva ancora un asso nella manica, dopotutto.
La dottoressa si precipita al reparto psichiatrico e chiede di controllare se tutti i filmati sono stati cancellati, ma scopre che Elijah è riuscito a introdursi nel sistema in modo che l’intera scena venisse trasmessa in streaming su un sito web privato, attraverso il quale sono riusciti a salvare il filmato che sta per diventare virale in tutto il mondo. Se ricordiamo, quando lui e Kevin cercano di lasciare l’edificio, Staple fa notare che hanno commesso un errore volendo uscire dal seminterrato e non dalla porta principale. Ma Mr. Glass non commette mai un errore: lo ha fatto proprio per avere accesso alla stanza in cui ha elaborato il piano finale. Le immagini sono ora in possesso dei suoi parenti, che non hanno esitato ad assecondare i desideri della mente e a pubblicarle online. Ora il mondo sa che i supereroi esistono: ora altre persone con capacità straordinarie potrebbero decidere di farsi avanti, come hanno fatto loro.