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Home » Film » Gli occhi del diavolo, la spiegazione del finale del film horror

Gli occhi del diavolo, la spiegazione del finale del film horror

La spiegazione del finale de Gli occhi del Diavolo: perchè Suor Ann è così attratta dal Male? Ecco il significato del film.
Martina BaroneDi Martina Barone27 Novembre 2022
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Jacqueline Byers in Gli occhi del diavolo
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Gli occhi del diavolo è il nuovo film di Daniel Stamm che parla di Chiesa e possessione. La pellicola, scritta a sei mani dall’ideatore del soggetto Robert Zappia assieme ai collaboratori Earl Richey Jones e Todd R. Jones, si concentra sulla figura della suora Ann interpretata da Jacqueline Byers e di come la sua affinità col male la spinga verso la pratica dell’esorcismo, esclusa alle donne dal Vaticano.

Una prospettiva che, a livello narrativo, potrebbe dare l’impressione che l’opera horror voglia cercare di ribaltare le regole che da secoli impongono ruoli patriarcali anche all’interno dei corridoi del clero, ma che nel corso della pellicola serve anche per scavare nel passato della donna e far riaffiorare un evento “materno” del suo passato.
Avvenimento che approfondiamo nella spiegazione del finale de Gli occhi del diavolo, che mette in scena una sorta di circolarità nel mostrare in apertura la versione fanciullesca di Ann e della pazzia di cui sembrava affetta la madre, ponendola in maniera speculare rispetto al personaggio della piccola Natalie, la quale sembra essere mossa e abitata da una forza demoniaca. Un richiamo alla malattia mentale e, insieme, ai sentimenti più turpi delle persone che il film rende il carburante che mette in moto le azioni del diavolo, che aspetta solo di insinuarsi nella mente e sotto la pelle delle persone, per logorarle dall’interno.

L’infanzia dolorosa di suor Ann

Gli occhi del diavolo, una scena
Avvicinandosi alla conclusione, Gli occhi del diavolo rivela allo spettatore che la giovane suora Ann in età giovanile ha avuto una bambina. Una figlia nata da un rapporto difficile, come tutta l’adolescenza dalla protagonista, cresciuta in solitudine tra case famiglia e genitori affidatari dopo la morte prematura della madre. La stessa donna che, quando Ann era molto piccola, vessava la figlia procurandole del male fisico, quello che diceva esserle sussurrato dalle voci nella sua testa.

Posta perciò fine alla sua vita, la donna ha lasciato Ann sola al mondo, costretta a trovare un po’ di pace nello sballo e nelle droghe. È così che, dopo aver toccato il fondo, la protagonista si è recata in un convento di suore che l’ha accolta e in cui ha potuto trovare la sua vocazione. Quella che la piccola aveva fin da bambina, la vediamo infatti intenta a pregare nell’inquietante scena iniziale, in cui chiusa all’interno della sua cameretta comincia a sentire la madre che sbatte furiosamente la testa contro la sua porta.

Tra Chiesa e demoni

Una scena di Gli occhi del diavolo

La religione, perciò, è stata da sempre un rifugio per Ann e anche il suo avvicinamento alla Chiesa è stato il passo successivo più logico e sentito, dal momento in cui la ragazza ha capito di non voler gettare la propria vita. Data dunque in adozione la propria bambina appena nata, a cui ha avvolto intono alla mano il suo rosario, la donna ha continuato la propria esistenza nel convento in cui rinasce e comincia a prendersi cura delle altre persone. Come inizia a fare anche con la giovanissima Natalie.

La bambina, per cui Ann sente da subito una forte connessione, sembra posseduta da un essere alquanto potente, che padre Quinn insieme ai suoi studenti non riesce a contenere. Quando suor Ann, all’interno della struttura in cui va a aiutare le persone affette da possessione, verrà accettata nella classe per studiare i metodi per eseguire un esorcismo, rivelerà all’istituto e alla sua classe di avere davvero un dono. È stato infatti proprio padre Quinn a volerla a quel corso riservato, come da tradizione centennale, solamente agli uomini. Ma è evidente che la suora ha una maniera di comprendere il Male diversa da qualsiasi altro, infatti è l’unica a riuscire a tenere a bada il demone dentro la paziente Natalie.

Quando il male è la vergogna

Una scena di Gli occhi del diavolo

Una tensione verso il male e la morte da cui padre Quinn la mette in guardia, ma che non impedirà a Ann di mettersi a studiare per cercare la maniera di salvare la bambina. Infatti il caso di Natalie sembrerebbe grave al punto da doverla trasferire al Vaticano, in cui vengono mandate le possessioni più estreme, la maggior parte con esiti fatali. Se il demone è troppo aggressivo e l’esorcista non riesce a tenerlo a bada, la persona posseduta è condotta gradualmente al decesso, quello che sembra attendere proprio Natalie.

Durante le sue ricerche per trovare un modo per salvare la giovane, suor Ann si imbatte in una scoperta che potrebbe cambiare per sempre il modo di approcciarsi al diavolo e alla maniera in cui agisce. Studiando e comprendendo da dove tali sentimenti maligni si generano, la donna capisce che il demonio agisce tramite il senso di colpa e la vergogna. Sono queste emozioni che gli spalancano le porte facendolo entrare all’interno delle persone, le quali vengono colpite non ritenendosi più degne dell’amore di Dio e, in generale, di nessun altro.

Le tecniche di esorcismo de Gli occhi del diavolo

Christian Navarro in Gli occhi del diavolo

Teoria che nel film viene avvalorata dalla condizione della sorella di padre Dante, interpretato da Christian Navarro. Il sacerdote racconta a Ann che la donna è stata stuprata e da quell’atto è stato concepito un bambino. La sorella, però, non l’ha voluto tenere e questo ha suscitato in lei una serie di sentimenti, dal dolore all’imbarazzo, che hanno concesso al male di entrare in lei.

Così Ann e padre Dante si recano a casa della famiglia dell’uomo per operare un esorcismo sulla donna, il quale sembra essere andato inizialmente bene, finendo invece con la morte della posseduta. La domanda a questo punto però è: quale può essere la “vergogna” della piccola Natalie? Perché una bambina dovrebbe provare tale sentimento?

Chi è la vera vittima?

Gli occhi del diavolo, una scena

In realtà è qui che Gli occhi del diavolo opera un ribaltamento. L’obiettivo del male non è Natalie in sé, ma proprio suor Ann. Dopo la finta guarigione della bambina, la quale viene spedita perciò a casa, il diavolo ne riprende il controllo per riportarla fino alla protagonista, mostrandole il rosario che vediamo nella scena del parto di Ann. È quando viene inquadrato l’oggetto che la donna capisce di essere lei l’obiettivo del diavolo e che dovrà fare di tutto per salvare sua figlia.
Dopo un breve allontanamento dall’istituto – dovuto alle conseguenze della morte della sorella di padre Dante – e determinata a chiudere la faccenda col demonio per liberare finalmente Natalie, suor Ann riesce ad accogliere il male dentro di sé purificando l’anima di Natalie e cercando di sconfiggerlo con la conoscenza appresa durante le sue ricerche.

Sentire una voce

Una scena di Gli occhi del diavolo

La donna, dopo essere stata posseduta, eseguirà un auto-esorcismo riuscendo a pronunciare frasi legate all’assenza di vergogna che bisogna provare, riscoprendo la consapevolezza di essere amata dal Signore, qualsiasi scelta abbia intrapreso nella sua vita. Una forza di volontà che esprime immergendosi in acqua, ad imitare un rito battesimale, quello che toglie il peccato originale alle persone e che riuscirà a liberare anche suor Ann.

Per la donna sarà anche più semplice comprendere cosa è avvenuto in passato alla madre: in verità anche la genitrice era combattuta perché una voce le imponeva di far soffrire sua figlia, ma la donna si è sempre opposta fino a preferire la morte piuttosto che farle davvero del male. Per questo suor Ann, al posto di sentire quello che crede un richiamo demoniaco, ha nelle orecchie la voce della madre che cerca di proteggerla dall’aldilà.

Ci sarà Gli occhi del diavolo 2?

Una scena de gli occhi del diavolo

La protagonista, dunque, viene annoverata tra le prime donne a poter accedere agli studi e alle pratiche dell’esorcismo, portando ciò che ha appreso con la sua esperienza e sperando di aprire la strada a tante altre adepte. Resta però il monito che padre Quinn ha fatto alla protagonista fin dall’inizio e che si manifesta anche sulla coda conclusiva del film. Salita su di un taxi, memore ancora delle parole del sacerdote, suor Ann comincia a percepire attorno a lei un senso di morte, di inquietudine.

Una donna in mezzo alla folla, infatti, mostra gli occhi vitrei che richiamano le persone possedute. Anche la macchina su cui è seduta nel sedile posteriore si ferma, rivelando che il tassista ha il medesimo sguardo. Con un movimento repentino l’uomo si avventa sulla suora, con l’immagine che stacca sul nero, facendo finire il film. Una conclusione che fa capire che per la protagonista arriveranno altri esorcismi e altri pericoli da dover affrontare. E che forse potrebbero addirittura portare a Gli occhi del diavolo 2.

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