Green Book, il film di successo che ha ottenuto ben tre premi Oscar, è ispirato ad una storia vera: quella di Tony Lip (pseudonimo di Frank Anthony Vallelonga) e Don Shirley, un ex buttafuori italoamericano in cerca di lavoro e un famoso pianista afroamericano.
Durante gli anni Sessanta Shirley tenne svariati concerti, tra i quali alcuni nel sud degli Stati Uniti e assunse come autista e guardia del corpo il buttafuori notturno Tony “Lip” Vallelonga: è questo il fulcro della storia a cui si ispira la pellicola, il cui titolo prende il nome dal Negro Motorist Green Book, guida turistica per i viaggiatori afroamericani.
Vallelonga era un ex buttafuori che venne assunto come autista da Shirley dopo aver perso il lavoro: grazie a questo gesto i due strinsero una bellissima amicizia. Frank Anthony Vallelonga, il cui nipote è sceneggiatore del film, era originario della Calabria sebbene fosse nato in Pennsylvania e si trasferì a New York nella 215ª strada, nei pressi del Bronx, al fine di lavorare presso il nightclub Copacabana di New York.
Una volta assunto dal locale, nel corso degli anni, entrò in contatto con molti artisti del calibro di Frank Sinatra e Tony Bennett ma, dopo essere stato licenziato, conobbe il musicista afroamericano Don Shirley ed è questa la parte della sua storia che è divenuta nota in tutto il mondo. Shirley, celeberrimo compositore afroamericano, iniziò a suonare all’età di nove anni e studiò presso il conservatorio di Leningrado.
Nel corso della sua carriera si esibì in diverse occasioni con orchestre importanti come quella di Boston (Boston Pops Orchestra) e di Londra (London Philarmonic Orchestra). Nel marzo del 1955 suonò con la NBC Symphony Orchestra alla prima del concerto di pianoforte di Duke Ellington al Carnegie Hall ma ad essere rimasto nella storia è il suo tour nell’America del Sud degli anni sessanta: è proprio a questo straordinario viaggio che si ispira Green Book.