Nel cinema, la reputazione delle streghe come signore del male è rimasta talvolta incontrastata, oppure del tutto stravolta. Da Suspiria di Dario Argento al più recente The Witch di Robert Eggers, abbiamo conosciuto donne potenti che esercitano la magia nera per contrastare un male ancora più temibile o per definire maggiormente i contorni della propria figura da villain. Ma l’identità della strega e le congreghe cospiratrici non vengono approfondite solo nel panorama horror: molte commedie romantiche, musical di grande successo e classici animati per bambini hanno come protagoniste proprio questa variazione del femminile.
Come vedremo nella nostra classifica dei migliori film sulle streghe, è difficile racchiudere questa figura mutevole all’interno di una singola categoria: la strega cinematografica attraversa molti confini di genere e la sua immensa potenza narrativa deriva proprio dalla sua flessibilità e adattabilità a più tipologie di racconti.
1. Suspiria (1977)
Uno dei capisaldi del genere horror, Suspiria di Dario Argento, racconta la storia onirica e violentissima di una giovane ballerina (Jessica Harper) intrappolata in un’accademia di danza che in realtà nasconde una congrega art déco e che ha sancito l’inizio della trilogia delle Tre Madri: tre streghe perverse che dominano il mondo attraverso il dolore, le lacrime e l’oscurità e che, nei film di Argento, non solo assumono la forma di vecchie sfigurate, ma fungono anche da simboli esoterici, edifici di sinistra bellezza e puro terrore. L’avvincente trama è ulteriormente arricchita da una fotografia abbacinante e da una colonna sonora avvolgente: Argento stesso ha dichiarato di aver cercato di imprimere a ogni scena colori vibranti che richiamassero le fiabe animate come Biancaneve.
2. Suspiria (2018)
Viscerale e carico di simbolismo, il rifacimento di Suspiria di Luca Guadagnino racconta la storia di Susie Bannion (Dakota Johnson), una giovane americana che frequenta la prestigiosa accademia di danza di Madame Blanc (Tilda Swinton) a Berlino. Lo stesso giorno, uno studente espulso viene assassinato, ma la cosa peggiore è che Susie scopre che non si tratta di un incidente isolato: sospetta che la scuola e le sue insegnanti siano coinvolte nell’accaduto e che molto di più si celi dietro le loro maschere. La Susie Bannion di Dakota Johnson ha poco a che fare con la protagonista del Suspiria originale: da vittima sacrificale passa ad assumere un’identità che le permette di incanalare un discorso femminista lontano da ogni compiacimento e che assume anche connotazioni politiche.
3. The Love Witch (2016)
In fuga dalle indagini sulla morte sospetta del marito, una giovane e romantica strega arriva in California dove si trasferisce in un appartamento civettuolo dal quale inizia a lanciare incantesimi di seduzione agli uomini del posto. Una satira femminista molto particolare e per nulla compiacente, che utilizza il cinema d’exploitation degli anni Sessanta come codice estetico e le streghe come riformulazione dell’idea di donne potenti e senza legami, The Love Witch di Anna Biller è un pastiche esplosivo e deliziosamente camp, che sovverte i codici tipici della “femme fatale” e delle fiabe Disney unendo l’erotismo alla riflessione e configurandosi come vero e proprio inno al potere della sessualità femminile.
4. Non sarai sola (2022)
Non sarai sola di Goran Stolevski ci racconta la storia di Nevena (Sara Klimoska), una ragazza che è stata rinchiusa in una grotta isolata per tutta la vita, in uno sforzo protettivo della madre, che l’ha promessa alla famelica Old Maid Maria (Anamaria Marinca) quando era piccola. Maria è una vampira mutaforma, conosciuta anche come “wolf-eateress” (mangiatrice di lupi), una delle minacce più temute dal villaggio, che rapisce i bambini e prosciuga il sangue del bestiame. Anni dopo, nella Macedonia del XIX secolo, Maria riesce a rapire Nevena e a trasformarla in una strega. La giovane sviluppa un’avversione nei confronti dell’ideologia brutale della sua matrigna, e decide di intraprendere un viaggio che ha a che fare con la trasmigrazione e la trasfigurazione continua per fuggire dalla condizione di entità malefica che le è stata attribuita.
5. The Witch (2015)
Il primo film di Robert Eggers ha avuto un duplice riscontro: ha confermato la curiosa e stimolante età dell’oro del cinema horror che stiamo vivendo, ma anche l’interesse del genere verso una nuova rielaborazione della figura delle donne e delle streghe in particolare. Ambientato nella Nuova Inghilterra del XVI secolo, The Witch vede una famiglia di puritani venire espulsa dalla propria comunità e stabilirsi nei pressi di una foresta per cercare di sopravvivere.
Bambini rapiti, raccolti in decomposizione, episodi di possessione… Tutti i cliché dei racconti tradizionali indicano che una strega è vicina, ma di chi si tratta? Paranoia, tensione e scene tremendamente inquietanti rendono questo film (interpretato da una giovanissima Anya Taylor-Joy) un’aggiunta encomiabile ai recenti film horror sulle streghe.
6. Le streghe di Salem (2013)
Molto tempo fa, Salem, nel Massachusetts, era il centro nevralgico del male, il luogo in cui le streghe tenevano le loro congreghe. Oggi è, almeno in apparenza, una città normale. Heidi (Sheri Moon Zombie) conduce un popolare programma radiofonico hard rock; un giorno riceve un vinile promozionale da una band chiamata The Lords: la musica, strana e sinistra, la lascia profondamente turbata, provocandole incubi e allucinazioni che impregnano il film che ha condotto un cineasta come Rob Zombie alla maturità autoriale. Le streghe di Salem è un impeccabile esercizio di horror d’atmosfera che attinge tanto all’universo lynchiano quanto a una profonda conoscenza delle fonti del genere. Un film in cui l’irrazionalità prende il sopravvento: una gioiosa, blasfema, irriverente e spettacolare celebrazione del Male.
7. Le streghe di Eastwick (1987)
Prima delle sorelle Sanderson di Hocus Pocus, c’era un’altra banda di tre donne del New England che seminava il terrore: nel film Le streghe di Eastwick Cher, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer interpretano infatti tre vedove che formano casualmente una congrega senza rendersi conto di essere streghe. Tratta dal romanzo di John Updike, la trama della pellicola vede queste tre donne, stanche di aspettare l’uomo giusto, decidere di utilizzare un incantesimo per evocare l’uomo perfetto, che si rivela essere (più o meno) il misterioso Daryl Van Horne di Jack Nicholson.
Questo classico degli anni Ottanta di George Miller è invecchiato con grazia: in qualche modo, va controcorrente rispetto all’idea attuale di femminismo, ma prende una piega radicale per far capire che i desideri degli uomini affascinanti ma distruttivi non sono interessanti quanto le possibilità di auto-realizzazione delle donne e ciò che queste possono trovare in un ambienta di solidarietà.
8. Ho sposato una strega (1942)
Ho sposato una strega di Renè Clair è stato uno dei primi film a dimostrare che la stregoneria può anche essere un concetto spiritoso e divertente, oltre che spaventoso. Nel XVII secolo Jennifer (Veronica Lake), accusata di stregoneria, sta per essere messa al rogo, quando lancia una maledizione sul suo accusatore: tutti i suoi discendenti avranno matrimoni infelici. Nel 1942, Wallace Wooley, candidato alla carica di governatore, si prepara al matrimonio con la spocchiosa Estelle Masterson.
Un fulmine colpisce l’albero accanto al quale è stata bruciata la strega e questa prende vita: da quel momento in poi, cercherà di rovinare la vita di Wallace. Anche se è stato girato negli anni ’40, il film ha un senso dell’umorismo straordinariamente moderno e dimostra che le storie di stregoneria possono funzionare in qualsiasi epoca.
9. Le streghe (1990)
Basato sull’omonimo libro di Roald Dahl del 1983, il film di Nicolas Roeg è diventato celebre soprattutto per l’indimenticabile performance di Anjelica Huston. La trama segue un ragazzino di nome Luke (Jensen Fisher) di cui la gentile nonna Helga (Mai Zetterling) diventa la tutrice legale dopo che i suoi genitori sono morti in un incidente d’auto. Fin da piccola, Helga mette in guardia Luke dalle streghe: demoni femminili che nascondono le loro deformità e detestano i bambini più di ogni altra cosa. Il giorno del nono compleanno di Luke, il peggioramento delle condizioni di salute di Helga spinge la coppia a trascorrere l’estate in un hotel sul mare. Lì, con orrore, Luke scopre che l’hotel ospita anche una convention di streghe. Origliando, sente la loro potente leader (Anjelica Huston) svelare il diabolico piano che hanno messo in atto per trasformare i bambini di tutto il mondo in topi. Chi ha paura delle streghe è uno di quei “film per bambini” che non sembrano assolutamente fatti per questa sezione di pubblico. Strambo, ripugnante e pervaso da un reale senso di pericolo, è uno dei pochi adattamenti delle opere di Dahl a catturare veramente la sensibilità terribilmente oscura dell’autore.
10. The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair (1999)
Ancora oggi inquietante ed enigmatico, The Blair Witch Project è stato un enorme successo nel genere horror, aprendo la strada a sequel di ogni tipo, proprio perchè non indaga la figura della strega dal punto di vista delle apparizioni e della sua fisicità (anche se si accenna spesso alla sua inquietante backstory), ma tramite una serie di codici che sono pian piano diventati archetipici per il genere. Tra questi, la capanna abbandonata che emette cattive vibrazioni o i segnali di pericolo rustico-esoterici in cui si imbattono le potenziali vittime.
In gran parte improvvisato dai tre protagonisti, che hanno girato il film da soli e hanno interagito a malapena con i registi Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez durante la produzione vera e propria (ogni mattina venivano lasciati loro degli appunti di base che li conducevano a scene e set che non avevano mai incontrato), The Blair Witch Project si è svolto in un’epoca in cui Internet era agli albori, lasciando che i più si chiedessero se tutto ciò fosse reale o meno: il che non fece che aumentare la paura.
11. Biancaneve e i sette nani (1937)
La strega che, forse, ha definito il taglio che sarebbe stato dato a questa figura nel cinema, è Grimilde, la matrigna di Biancaneve. Il portamento aristocratico della regina ne ha stabilito fin da subito l’autorità inquietante, ma è stata soprattutto la sua trasformazione in vecchia strega dall’eterno sorriso sdentato a passare alla storia. Basato sulla fiaba dei fratelli Grimm del 1812, Biancaneve e i sette nani segue la principessa orfana del titolo mentre sfugge ai tentativi di omicidio della matrigna, sovrana malvagia afflitta dalla vanità, che è anche una strega. Il desiderio della Regina Cattiva di strappare letteralmente il cuore a Biancaneve non conosce limiti e la spingerà sempre più in profondità nel mondo dell’occulto per portare a termine il suo piano omicida. Biancaneve e i sette nani ha segnato la prima incursione di Walt Disney nella produzione di film d’animazione. Il film ha avuto un enorme successo commerciale e di critica ed è stato persino premiato con un Oscar onorario “come una significativa innovazione dello schermo che ha deliziato milioni di persone”.
12. La morte ti fa bella (1992)
Una delle commedie di maggior incasso degli anni ’90 nonché uno dei migliori film di Meryl Streep, La morte ti fa bella è diventato ormai un cult, particolarmente amato dalla comunità LGTBIQ+. Nel film, l’attrice Madeline Ashton (Meryl Streep) “ruba” il fidanzato, il chirurgo plastico Ernest Menville (Bruce Willis), alla sua amica Helen (Goldie Hawn), sposandolo. Sette anni dopo, Madeline vive solo per il suo fisico, Helen è in sovrappeso e depressa ed Ernest è un ubriacone che trucca cadaveri. Passano altri sette anni, Helen ha scritto un libro e, con sorpresa e orrore di Madeline, è diventata bellissima; l’attrice teme che voglia riprendersi Ernest, quindi si reca da una strega moderna (Isabella Rossellini) che le dà un elisir di giovinezza dagli effetti collaterali inaspettati. Prende così forma questa esilarante disavventura firmata Robert Zemeckis, che ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali.
13. Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York (1968)
Rilasciato appena un anno dopo che l’omonimo romanzo di Ira Levin aveva conquistato il mondo, Rosemary’s Baby di Roman Polanski fa propria l’idea agghiacciante che diaboliche congrege possano vivere e tramare proprio sotto il nostro naso. E se la strega assomigliasse alla nostra vicina di casa e trasformasse il suo istinto materno in un’arma malefica per far nascere l’Anticristo in persona? Rosemary’s Baby immagina i servitori di Satana come una forza predatrice; vicini di casa oltremodo amichevoli che sono fin troppo disposti ad agguantare le speranze, i sogni e la natura fiduciosa di una giovane coppia in dolce attesa, interpretata da Mia Farrow e John Cassavetes. Il film è valso a Ruth Gordon un Oscar come vicina di casa a cui è meglio non chiedere neanche una tazza di tè.
14. Il mago di Oz (1939)
Forse, accanto a quelle Disney, la strega delle fiabe più iconica di tutte è Glinda del Mago di Oz. Merito di ciò è la brillante, spocchiosa e al contempo terrificante interpretazione di Margaret Hamilton nel film di Victor Fleming e la sua superba caratterizzazione che accumula tutti gli orpelli archetipici delle streghe (cappello a punta, pelle verde, scopa, verruche). Così, questo iconico musical, tratto dal romanzo di L. Frank Baum, ha impresso per sempre nel pubblico l’iconografia indelebile della strega. Malvagia e vendicativa, sempre mossa da energia diabolica, è difficile non fare il tifo per questa cattiva che si muove sulla scena. Considerato uno dei migliori film mai realizzati, la strega cattiva dell’Ovest si sente a casa in un film che è, in sostanza, pura magia.
15. La città incantata (2001)
Anche se la maggior parte delle storie di stregoneria nei film sono raccontate da una prospettiva decisamente europea, film d’animazione come La città incantata dello Studio Ghibli hanno offerto uno sguardo culturale completamente diverso sulle streghe. La trama del film ruota attorno a Chihiro, una bambina di dieci anni impegnata in un viaggio in auto coi suoi genitori.
Dopo aver attraversato un tunnel, questi arrivano in un mondo fantastico, dove non c’è posto per gli umani, ma solo per gli dei di prima e seconda classe. Quando scopre che i suoi genitori sono stati trasformati in maiali, Chihiro si sente molto sola e spaventata. Dimostrando che la magia ha i suoi lati positivi e negativi, La città incantata è una delle storie più creative mai realizzate, essenzialmente incentrato sulla ricerca della magia nel banale, scoperta che spesso può derivare dal cambiamento.
16. Giovani streghe (1997)
Giovani Streghe di Andrew Fleming ha portato la tradizione e l’eredità delle streghe nel regno degli adolescenti emarginati, attirando una nuova fetta di fan al genere. Quando quattro adolescenti disadattate (Robin Tunney, Fairuza Balk, Neve Campbell e Rachel True) iniziano a praticare la stregoneria, la loro autostima e la loro posizione sociale aumentano immediatamente. Ma gli impulsi e i desideri più oscuri fanno a pezzi il quartetto in questo memorabile film ormai parte della cultura pop, perfetto mix tra il tipico coming of age americano e la trama oscura di un horror, che abbraccia anche gli aspetti più crudi della nostra esistenza (dai riti satanici si passa a tematiche complesse quali il suicidio e lo stupro).
17. Hocus Pocus (1993)
Il film di Kenny Ortega è diventato un classico di Halloween negli anni 2000; è uno dei film sulle streghe più divertenti in assoluto, adatto alle famiglie e ricco di citazioni. Trecento anni prima, tre streghe – le sorelle Sanderson – vennero condannate a morte a Salem, ma un ragazzo riuscì a trasformarle in gatti neri prima dell’esecuzione. Proprio in occasione della festività di Halloween, Max va a esplorare le rovine della loro vecchia casa e le risveglia accidentalmente.
Il loro obiettivo è quello di riuscire a ottenere l’immortalità ma, se non reciteranno l’incantesimo prima dell’alba, moriranno di estrema vecchiaia. Si susseguono umorismo sferzante, romanticismo adolescenziale, scherzi, canti, stregoneria, caos e risoluzione. Il trio di streghe protagoniste è chiaramente malvagio (il loro obiettivo è spazzare via una manciata di creature), ma la loro goffaggine e l’assoluta incapacità di riuscire nei loro intenti rendono difficile non desiderare il meglio per loro.
18. Il Sabba (2020)
Ambientato nei Paesi Baschi nel 1609, Il Sabba affronta una declinazione intrigante del concetto di strega: le donne perseguitate perché credute tali, quando cercavano semplicemente il contatto con la natura e la libertà. La storia segue la giovane Ana (Amaia Aberasturi), che partecipa a una festa nella foresta con altre ragazze in un villaggio isolato, fino a quando il giudice Rostegui, incaricato dal re di “purificare” la regione, le fa arrestare con l’accusa di stregoneria. Decide di far loro confessare ciò che sanno sul sabba, una cerimonia magica durante la quale il diavolo si suppone inizi i suoi servi e si accoppi con loro. Il film di Pablo Agüero ha ottenuto 11 candidature ai Premi Goya del 2021, aggiudicandosene 5 per i premi tecnici ed è sicuramente una delle aggiunte più interessanti al catalogo Netflix.
19. Gretel e Hansel (2020)
L’estetica a fuoco lento del regista Oz Perkins funziona perfettamente in questa nuova versione della sinistra fiaba, interpretata da Sophia Lillis nel ruolo di Gretel e Alice Krige in quello della strega. La classica fiaba di Hansel e Gretel dei fratelli Grimm viene qui sconvolta (non solo nell’ordine dei nomi del titolo) e mette più che mai al centro il percorso psicologico ed emotivo di Gretel. In questo viaggio, la strega nella casetta (che non è fatta di caramelle, ma di figure geometriche molto inquietanti) è presentata come una minaccia, ma anche come una figura di emancipazione femminile in tempi di misoginia dilagante che ha a che fare con il Male e forse anche con il Bene.
20. La baia di Eva
Dramma gotico diretto da Kasi Lemmons, La baia di Eva vede una giovane Jurnee Smollett nel ruolo dell’omonima protagonista, una bambina di 10 anni che vive nella Louisiana degli anni Sessanta. Sempre più turbata dalle infedeltà e dal comportamento violento del padre (Samuel L. Jackson), Eva si rivolge a una praticante hoodoo locale (Debbi Morgan) per trovare risposte e possibili soluzioni; in questo modo, il film aggiunge un tocco stregonesco alla frattura familiare tra una figlia e il padre infedele. Tra stregoneria hoodoo, l’occulto, il misticismo e un’immersione surreale nell’evoluzione psicologica, La baia di Eva è una meravigliosa storia di amore, odio e dolore ambientata in un sinistro scenario gotico del Sud.