I ragazzi venuti dal Brasile non è ispirato a una storia vera, ma nonostante questo, uno dei protagonisti del film, il dottor Josef Mengele, è realmente esistito e visse in Brasile sotto falsa identità. Il thriller fantascientifico di Franklin J. Schaffner, è tratto dal romanzo omonimo di Ira Levin e vede Gregory Peck nel ruolo del famigerato medico e criminale di guerra.
Josef Mengele, nato il 15 marzo del 1911 a Gunzburg era un medico delle SS che divenne tristemente noto per esperimenti fatti su deportati utilizzati come cavie umani, soprattutto bambini. L’uomo, soprannominato l’Angelo della Morte, costringeva i bambini deportati a chiamarlo zio e definiva loro come “Le mie cavie”. Mengele presumibilmente morì a Bertioga, in Brasile, il 7 febbraio 1979 per un ictus. L’uomo fu considerato un criminale di guerra soprattutto per la crudeltà degli esperimenti condotti. Nonostante fosse uno studioso, laureato in antropologia e medicina, utilizzò le sue conoscenze con scopi abominevoli e divenendo simbolo del lato più spregevole del Nazismo. L’uomo ebbe un figlio, Rolf Mengele, nato nel 1944, che ebbe un incontro con lui in Brasile, poco prima della sua morte. Rolf a sua volta si trasferì in Argentina e cambiò nome.
I ragazzi venuti dal Brasile non ha dunque raccontato una storia vera, ma è un film di fantascienza che ipotizza un piano delirante da parte Mengele, quello di clonare Adolf Hitler più volte, e far crescere i bambini – cloni in contesti sociali simili a quelli nei quali aveva vissuto il dittatore tedesco. Da vent’anni Mengele lavora per far nascere 94 bambini geneticamente identici ad Hitler per poi affidarli a famiglie selezionate, tramite metodi non proprio convenzionali. L’obiettivo, ovviamente, è quello di riesumare il Terzo Reich e permettere al nazismo di dominare su scala mondiale.
Negli anni il nome di Josef Mengele viene associato agli orrori del nazismo e dei campi di concentramento, ma è anche diventato sinonimo di medici “macellai” o incompetenti, quando ci si riferisce a casi di malasanità.