Il film Il cattivo poeta è tratto da una storia vera e racconta gli ultimi tre anni di vita di Gabriele D’Annunzio, un periodo particolarmente oscuro – anche nel senso letterale del termine che il poeta e letterato trascorse al Vittoriale degli italiani, fino a che poi morì.
Gabriele D’Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo del 1863 e morì a Gardone Riviera il 1° marzo del 1938. La morte dell’artista arrivò per un’emorragia cerebrale mentre era al tavolo di lavoro. Sul suo scrittoio fu ritrovato il Lunario Barbanera con una frase sottolineata in rosso che annunciava di fatto la sua morte. Il regista del film Gianluca Jodice specificò: “Un poeta che aveva anche perso la sua penna, una specie di Nosferatu che ha subito una damnatio memoriae come pochi altri nel novecento, un personaggio contraddittorio, scomodo, complesso e dalle mille vite che però il cinema non aveva mai raccontato”.
Gabriele D’Annunzio, protagonista della storia vera de Il cattivo poeta, visse i suoi ultimi anni condizionato da un problema all’occhio causato da un incidente in idrovolante, nel 1916, che lo rese fotofobico. Il poeta era dunque spesso avvolto dalle tenebre, con le tende che impedivano al sole di entrare nella sua camera come si può vedere ancora oggi se si visita il Vittoriale. Allo stesso tempo, il Vate riceveva le sue amanti in penombra, per evitare di mostrare il più possibile il suo corpo ormai invecchiato. Per contrastare i suoi problemi di salute, D’Annunzio faceva uso di medicinali, antidolorifici e anche di stimolanti come la cocaina.