Il tè nel deserto, di Bernardo Bertolucci, è un film del 1990 che ha segnato intere generazioni, divenendo presto un cult. Tratto dal romanzo omonimo di Paul Bowles questa pellicola è diventata una pietra miliare della storia del cinema. Vogliamo celebrare questo capolavoro insieme a voi sottolineandovi tutte le frasi del film che hanno fatto la storia, tra cui la celebre frase del finale.
“Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile, però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio? Un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che, senza, neanche riuscireste a concepire la vostra vita, forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna? Forse venti. Eppure, tutto sembra senza limite”
“A volte penso che questo sia il nostro vero errore: credere di avere tutto il tempo che vogliamo. Che il tempo in realtà non esista”
“Poiché né Kit né Port avevano mai dato alla loro vita un qualsiasi ordine, avevano entrambi commesso il fatale errore di considerare confusionalmente il tempo come inesistente. Un anno era come un altro. Alla fine tutto sarebbe potuto accadere”
“Non siamo mai riusciti a immergerci nella vita fino in fondo. Ci teniamo aggrappati all’esterno delle cose… come se avessimo paura di cadere”
“Credo di non essere mai stata fatta per vivere”
“Ci sono giorni che Kit in ogni cosa al mondo vede unicamente un segno per qualcos’altro. Una Mercedes bianca non può semplicemente essere una Mercedes bianca. Deve avere un significato segreto sull’insieme della vita. Tutto è presagio, niente può essere solo quello che è”
“Io capisco che tu possa trovare noiosi i sogni, ma buon Dio perché devi prendere sempre tutto quanto così sul serio? Che cosa è mai un sogno?”
“Mi hanno sputato addosso tante di quelle volte che quando accade, non lo vedo più. Se lei fosse un ebreo a Sbà, imparerebbe a non aver paura. Perlomeno, non di Dio. Anche nei momenti in cui è più terribile, Dio non è mai crudele come gli uomini”
“Ieri ho fatto uno strano sogno… Mi è tornato in mente solo adesso. Lo so che è noioso, ma non me lo ricorderò se non lo racconto. Ero su un treno e mi sono accorto che stava per cozzare contro una montagna fatta di lenzuola. Che stupido. Ma avrei potuto evitare l’incidente, se avessi aperto la bocca e gridato. Ma allora mi sono reso conto che era troppo tardi. Perché avevo allungato la mano e mi ero rotto i denti come se fossero stati di gesso. Il treno si era fermato e io tenevo i miei denti in mano e avevo voglia di piangere ma non potevo. Allora mi sono svegliato. I miei denti in mano. Per zio Freud castrazione, immagino”
“Ah, gli italiani hanno acconsentito di dare il voto alle donne!”
“Il mio solo programma è che non ho programmi”
“Champagne sì, filosofo no.”
“Oh Tunner! Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello.”
“Io non dovrei avere paura, lo so, ma ho paura. Perché in certi momenti non… non sono qui. E là è così lontano e io sono così solo. Sei solo e vedi credo che nessuno debba arrivare là. Lo sai, Kit. Capisci quanto sia spaventoso. Tu lo capisci? Vedi Kit, tutti quegli anni che… che io ho vissuto per te, non lo capivo. Adesso lo capisco. Sì, adesso lo capisco”
“Tunner, noi non siamo turisti, siamo viaggiatori”
“Ah, e che differenza c’è?”
“Un turista è quello che pensa al ritorno a casa fin dal momento che arriva, Tunner”
“Laddove un viaggiatore può anche non tornare affatto”
“No, no. Tu non hai paura di star solo. Non hai bisogno di niente e neanche di nessuno. Vivresti anche senza di me”
“Kit, sai che per me amare significa amare te. Qualunque cosa non vada fra noi, non ci potrà essere un’altra!”