Ne Il tredicesimo guerriero, l’esercito normanno, prima della battaglia finale, recita una antica preghiera nordica, di incoraggiamento e di omaggio ai defunti caduti in guerra. Di seguito, vediamone il testo completo, prima nella versione italiana e poi in quella in inglese.
Ecco, là io vedo mio padre. Ecco, là io vedo mia madre e le mie sorelle e i miei fratelli. Ecco, là io vedo tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine. Ecco, ora chiamano me, mi invitano a prendere posto in mezzo a loro, nella sala del Valhalla, dove l’impavido può vivere per sempre.
di seguito il testo in inglese:
Lo there do I see my father; Lo there do I see my mother and my sisters and my brothers; Lo there do I see the line of my people, back to the beginning. Lo, they do call to me, they bid me take my place among them, in the halls of Valhalla, where the brave may live forever.
Il film, diretto da John McTiernan, è tratto dal romanzo Mangiatori di morti, di Michael Crichton, che ha contribuito ad alcune riprese aggiuntive. L’invocazione funebre, nella forma in cui appare nel film, è un’invenzione degli sceneggiatori che si sono ispirati al resoconto storico di Ahmad ibn Fadlan, esploratore musulmano protagonista del film nei territori normanni. Nella sua versione originale, la preghiera rappresenta l’omaggio che una schiava offre al padrone morto, prima di essere a sua volta uccisa per accompagnarlo nell’aldilà.
Ecco un estratto dal resoconto del viaggiatore musulmano, che racconta quei momenti:
“La prima volta che la sollevarono disse: “Ecco, vedo mio padre e mia madre”. La seconda volta disse: “Ecco, vedo tutti i miei parenti morti, seduti”. La terza volta disse: “Ecco”. , vedo il mio maestro, seduto in Paradiso. Il paradiso è bello e verdeggiante. È accompagnato dai suoi uomini e dai suoi schiavi. Lui mi chiama, quindi portatemi da lui.’”
Allora la portarono sulla nave e lei si tolse i due braccialetti che indossava e li porse alla donna chiamata “l’Angelo della Morte”, colei che doveva ucciderla. Si tolse anche le due cavigliere che indossava, consegnandole alle due schiave che l’avevano servita: erano le figlie della vecchia conosciuta come “l’Angelo della Morte”. Poi la caricarono sulla nave ma non la portarono nel padiglione. Gli uomini vennero con i loro scudi e bastoni e le porsero una tazza di alcol, e dopo averla bevuta, lei recitò un canto e poi bevve.”