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Home » Film » La Sirenetta: dubbi e speranze sul nuovo live action Disney

La Sirenetta: dubbi e speranze sul nuovo live action Disney

Il nuovo trailer del live action de La Sirenetta, al cinema dal 24 maggio, ci mostra già potenziali pregi e difetti del film. Ecco quali.
Beatrice ParisDi Beatrice Paris15 Marzo 20236 min lettura
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Mentre i riflettori erano ancora puntati sulla 95esima edizione degli Oscar, la Disney ha presentato il primo trailer ufficiale de La Sirenetta, attesissimo remake live action del Classico d’animazione del 1989, in arrivo al cinema il prossimo 24 maggio. Dopo il teaser dello scorso mese, il nuovo filmato ci mostra per la prima volta l’incantevole Ariel di Halle Bailey interagire con altri personaggi: gli inseparabili Flounder (Jacob Tremblay) e Sebastian (Daveed Diggs), il gabbiano Scuttle (Awkwafina), la strega del mare Ursula (Melissa McCarthy), l’austero quanto protettivo Re Tritone (Javier Bardem) e ovviamente il principe Eric (Jonah Hauer-King).

Musiche, scenari e atmosfere ci trasportano in fondo al mare, ma non sarebbe un live action Disney senza qualche perplessità sull’utilizzo della CGI. Sebbene sia troppo presto per valutare il film a riguardo, considerando che spesso le grandi produzione includono nei trailer effetti visivi non ancora perfezionati, guardando il trailer possiamo farci un’idea sulla direzione artistica di Rob Marshall, regista che abbiamo già imparato a conoscere in film come Il ritorno di Mary Poppins (2018), Into the Wood (2014) e Chicago (2002). In attesa di vedere il risultato finale, commentiamo insieme il trailer e le prime immagini del nuovo live action Disney per capire cosa ci aspettiamo da La Sirenetta.

Sul lighting design è buio pesto

Creare un ambiente subacqueo che risulti credibile non è una cosa semplice: oltre alla fisica dei movimenti (soprattutto quelli dei capelli) bisogna prestare particolare attenzione ad una corretta gestione della luce, della sua diffusione e del modo in cui essa si riflette sulle superfici che incontra. Sebbene il trailer presenti molti elementi per cui essere entusiasti, a tal riguardo non riesce a nascondere alcuni problemi. Essendo la protagonista un abitante del popolo del mare, buona parte del film è ambientata in quel fondale marino che Ariel chiama casa, ma – fatta eccezione per alcune inquadrature – quello che vediamo nel trailer è per la maggior parte un fondale scuro e opaco. È comprensibile che la Disney abbia avuto difficoltà nel rappresentare le profondità marine in modo convincente, ma il film dovrà fare i conti con l’inevitabile confronto che il pubblico farà tra la chiarezza visiva della versione animata e quella in live action. Una delle caratteristiche che rese La Sirenetta del 1989 così immersivo e accattivante è stato proprio l’utilizzo dei colori e della luce, un perfetto equilibrio tra tonalità brillanti nei momenti gioiosi e colori tenui nei momenti più intimi ed emozionanti. Essendo un problema facilmente risolvibile in post-produzione, viene spontaneo pensare che tanto buio servi in realtà ad oscurare alcuni errori non più correggibili ma assolutamente da nascondere.

Il problema del realismo


Pur essendo una storia di fantasia con personaggi fiabeschi, la Disney ha scelto una rappresentazione quanto più realistica possibile per i suoi film in live action. È evidente dalla ricostruzione del mondo sottomarino e quello in superficie, nonché dagli animali di cui il granchio Sebastian si fa principale esponente attirando su di sé lo stesso imbarazzo che in passato abbiamo provato guardando Il Re Leone (2019). Vedere animali veri muoversi e parlare come nel film d’animazione non sembra essere la scelta migliore a favore del realismo, già minato dal color grading delle scene sotto acqua. In quanto a realismo Rob Marshall dovrà infatti fare i conti anche con un altro impietoso confronto: quello con James Cameron, che con il suo Avatar – La via dell’acqua ha alzato non di poco l’asticella delle aspettative del pubblico sulla rappresentazione di un ambiente subacqueo. Nonostante le dovute differenze, è passato troppo poco tempo perché il pubblico se ne sia dimenticato e non tenerne conto.

Percussioni, archi, fiati, parole: le atmosfere di Alan Menken e Lin-Manuel Miranda

Nonostante il trailer presenti dei potenziali problemi, non significa che il pubblico non abbia motivo per essere entusiasta di questa trasposizione. La musica è uno di questi, asso nella manica del film grazie alla curiosa collaborazione tra il veterano Alan Menken (compositore del film originale insieme all’indimenticato Howard Ashman) e Lin-Manuel Miranda, già autore di Oceania (2016) ed Encanto (2021). In questo caso le storiche ed amatissime canzoni come Part of Your World (Parte del tuo mondo), Under the Sea (In fondo al mar) e Kiss the Girl (Baciala) non saranno sostituite ma affiancate da ben quattro titoli originali, il cui stile sarà probabilmente una commistione dei due compositori. Sarebbe strano infatti, data la presenza di Awkwafina e Daveed Diggs nel cast, se Miranda si lasciasse scappare l’occasione di rendere le melodie più ritmate, creando la giusta atmosfera con più parole e percussioni, meno archi e fiati.

Anche il personaggio di Ursula, che rischia di essere bruscamente depotenziato da una CGI non proprio all’altezza, almeno per quanto traspare dal trailer, potrebbe trovare la giusta luce nella performance di Poor Unfortunate Soul (Triste anima sola). Non è chiaro se le canzoni che Menken ha scritto con Glenn Slater per la versione teatrale di Broadway del 2008 saranno presenti anche nel film. Sembrerebbe di no, ma noi continuiamo a sperare in una nuova interpretazione di One Step Closer che dia più spazio al principe Eric anche nel film. Per scoprirlo dovremo aspettare ancora un po’, ma se l’uscita del film è prevista per il 24 maggio, la colonna sonora originale è già disponibile per il pre-ordine e potremo ascoltarla a partire dal 19 maggio.

Siamo pronti a far parte del mondo di Ariel

Liberamente ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, il film d’animazione del 1989 racconta la storia di Ariel, una sirenetta che vuole esplorare il mondo in superficie ma che, spinta dalla sua curiosità, arriva a prendere decisioni drastiche e spesso sbagliate. Il soggetto adattato da David Magee (Il ritorno di Mary Poppins, Non Così Vicino) sembrerebbe andare nella stessa direzione. Speriamo solo che presti bene attenzione a rendere il film abbastanza fedele all’originale e contemporaneamente un buon prodotto a sé stante, senza dare l’impressione di dipendere solo dalla nostalgia per avere successo. Naturalmente si tratta di una linea sottile da percorrere, ma forse dopo tanti tentativi la Disney avrà imparato ad adattare al meglio i suoi film animati (anche se dopo l’ultimo Pinocchio non sembrerebbe affatto).

Ciò che ci auguriamo per questo live action è che almeno la sostanza dei personaggi rimanga la stessa, senza essere snaturati o sminuiti come avvenuto in Mulan (2020). Per ora non sembrerebbe questo il caso: il casting di Halle Bailey risplende nel trailer riuscendo a trasmettere lo stupore e la determinazione che contribuiscono a definire il personaggio di Ariel. Guardarla interagire con gli altri personaggi sarà ancora più coinvolgente, soprattutto se al suo personaggio verrà dato modo di integrarsi maggiormente con il mondo in superficie, una volta entrata a farne parte. Del resto, la leggenda vuole che a Burbank, ogniqualvolta calino le tenebre sul mondo Disney, sorga una principessa in grado di imprimere una svolta e inaugurare una nuova età dell’oro. Ai suoi tempi Ariel lo fece e potrebbe farlo ancora, interrompendo la tradizione dei live action di abbassare lo standard a cui gli originali film d’animazione ci avevano abituati. Non ci resta che aspettare il 24 maggio per scoprirlo.

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