A 50 anni dalla sua uscita nelle sale, L’esorcista di William Friedkin si conferma uno dei migliori horror di sempre e anche uno di quei film che ha avuto e continua ad avere un forte impatto sull’immaginario collettivo. Nel sottogenere horror delle possessioni demoniache poi, la storia di Regan MacNeill, interpretata da Linda Blair, resta tutt’oggi insuperata. Non sono molti infatti i film che trattano le stesse tematiche del film tratto dal romanzo di William Peter Blatty, senza attingere allo stesso immaginario e alla stessa estetica.
L’Esorcista ha suscitato reazioni forti sin dal suo arrivo nei cinema e continua a terrorizzare generazioni di persone, tanto che gli è stata anche attribuita anche la fama di film maledetto, in grado di catalizzare eventi funesti, una fama che Friedkin ha sempre smentito. Questa caratteristica forse ha messo in ombra altri aspetti molto interessanti del film, la costruzione dei personaggi e i legami tra di loro. Nell’articolo che segue analizzeremo il finale de L’esorcista, provando a rispondere ad alcune domande che che lo spettatore potrebbe farsi dopo la visione del film.
Un film ispirato ad una storia vera: la possessione demoniaca e l’esorcismo di una ragazzina

L’esorcista è l’adattamento di un romanzo di William Peter Blatty, che a sua volta si ispirò liberamente ad una storia vera, accaduta nel 1949 a Cottage City, nel Maryland (USA) ad un ragazzo di 15 anni, Roland Doe. Il giovane, dopo la morte di sua zia provò a mettersi in contatto con il suo spirito attraverso una tavola Ouija, ma in seguito a questi tentativi fu posseduto da un’entità demoniaca (Tra l’altro la casa dove abitò Roland è stata venduta nel 2021, per una cifra modesta e i nuovi proprietari non erano a conoscenza della sua storia).
La trama de L’Esorcista parte da premesse simili, ma si svolge a Washington, negli anni ’70. Regan MacNeil (Linda Blair) è la figlia dodicenne di Chris MacNeill (Ellen Burstyn), una celebre attrice che si trova nell’area di Georgetown per girare il suo nuovo film con un regista molesto e alcolizzato, Burke Dennings (Jack MacGowran). Regan è una ragazzina allegra che trascorre molto tempo in compagnia di Sharon, l’assistente e segretaria di sua madre che le fa anche da tata.
Un giorno Regan gioca incautamente con una tavola Ouija, ed evoca uno spirito che le si presenta come Capitan Howdy e che in realtà è un demone. Da quel momento iniziano a verificarsi cose strane in casa e Regan cambia drasticamente personalità. Il primo episodio, al quale ne seguiranno altri, sempre più eclatanti, si verifica durante una festa a casa di Chris. Davanti a tutti gli invitati, la ragazzina si rivolge ad uno di loro, un astronauta, e gli predice freddamente che “morirà lassù”, nello spazio, durante una missione. Dopo aver pronunciato queste parole lugubri, Regan fa pipì sul tappeto.
A questo punto, la situazione precipita, e dopo aver fatto visitare sua figlia da diversi medici e luminari, Chris MacNeill, una donna atea, non può fare altro che rivolgersi ad un prete, padre Damien Karras (Jason Miller), implorandolo di tentare un esorcismo su Regan. Karras è titubante, ma accetta e viene affiancato nell’impegnativo rituale da un collega più anziano ed esperto, Padre Lankester Merrin (Max von Sydow), che ci viene presentato proprio all’inizio del film, mentre è impegnato con degli scavi archeologici in Iraq.
Il finale: il sacrificio e la morte di Padre Karras

La nostra spiegazione del finale de L’Esorcista parte dalla drammatica scena che vede coinvolti i due sacerdoti, Karras e Merrin e la piccola Regan. Karras rientra nella stanza di Regan e trova Merrin, che aveva proseguito l’esorcismo, accasciato sul letto della ragazzina, privo di sensi. Capisce che Merrin è in pericolo, ma prova a salvarlo. Quando Karras si rende conto che l’anziano sacerdote è morto e che Regan si gode letteralmente lo spettacolo, sghignazzando su una poltrona, si avventa sulla bambina e la picchia selvaggiamente.
Prendi me, maledetto!
Padre Karras cerca di tenere ferma Regan, tenendola bloccata col suo corpo sul pavimento, e grida al demone che la possiede di prendere lui, invece della ragazzina. Nella colluttazione Regan strappa la medaglietta di San Giuseppe che Damien Karras porta al collo e in quel momento, il diavolo passa dal corpo della ragazzina a quello del giovane sacerdote. Ce ne accorgiamo perché lo sguardo di Karras cambia improvvisamente, ha gli stessi occhi ferini che aveva Regan fino a pochi secondi prima. Tuttavia, appena riacquista brevemente le proprie facoltà, Karras si lancia giù dalla finestra della stanza di Regan e precipita dalla ripida scalinata dove aveva trovato la morte anche Burke.
Se il regista era stato ucciso da Regan (la polizia aveva trovato il suo corpo con la testa letteralmente “svitata” sul collo), quello di Karras è un suicidio consapevole, che il prete mette in atto istintivamente per liberarsi del diavolo che ha appena posseduto il suo corpo.
A quel punto, la madre di Regan entra nella stanza di sua figlia e la trova accasciata sul pavimento, ma finalmente nel pieno delle proprie facoltà, libera dal diavolo che l’aveva trasformata in un mostro.
Il film si conclude con Chris MacNeill che si prepara per lasciare Washington insieme a sua figlia, con la speranza di archiviare definitivamente l’esperienza inenarrabile che hanno vissuto. Chris saluta Sharon e Padre Dyer e al sacerdote che Regan non ricorda quasi più nulla dell’accaduto. Quando la ragazzina li raggiunge fuori, nel salutare il prete, nota il suo collare e ha una reazione istintiva, gli getta le braccia al collo per abbracciarlo forte. Sul momento, lo spettatore è portato a credere che la ragazza possa avventarsi sul prete per ucciderlo, ma invece sembra proprio che Regan sia tornata la ragazzina che era.
Prima di partire, Chris chiama Dyer dalla macchina e gli porge la medaglietta di Padre Karras che Sharon aveva trovato nella stanza di Regan, dopo l’esorcismo. Dyer stringe la mano sul ciondolo e accetta il dono, per poi allontanarsi.
Nel finale alternativo de L’esorcista, rilasciato nel 2000 con l’edizione The Version You’ve Never Seen, Chris MacNeill porge la medaglietta a Dyer, ma lui gliela restituisce e le dice che dovrebbe tenerla lei. Inoltre Padre Dyer si ferma a fare due chiacchiere con l’ispettore cinefilo, Kinderman.
La medaglietta di San Giuseppe

La medaglietta di San Giuseppe che appare frequentemente nel film ha sollevato numerosi dibattiti e teorie tra i fan de L’Esorcista. Non è detto però che il ciondolo che vediamo in diverse scene, tra cui il sogno di Damien Karras, sia sempre lo stesso.
La medaglietta che raffigura San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio, appare per la prima volta all’inizio del film, recuperata tra gli scavi archeologici in Iraq insieme ad una statuetta col volto di Pazuzu. Padre Merrin si chiede cosa ci faccia un oggetto del genere, di fattura moderna, insieme ad altri manufatti di origini molto più antiche. Secondo William Friedkin quando Merrin trova la medaglietta è un presagio di ciò che dovrà affrontare a breve, cioè, una nuova lotta contro il maligno.
Il motivo per il quale sia stato scelto San Giuseppe e non altri santi, è stato dibattuto a lungo, ma potrebbe essere legato al fatto che Giuseppe si ritrovò ad affrontare numerosi dubbi che riguardavano la sua fede e il suo ruolo nella Sacra Famiglia. Allo stesso modo anche Karras, nel film, è lacerato da dubbi di natura spirituale. Poi San Giuseppe è anche il patrono dei moribondi e della famiglia, tematiche e situazioni che ritroviamo anche nel film di Friedkin.
Chi è Padre Merrin?

Padre Lankester Merrin non è l’unico esorcista del film, ma è sicuramente il più esperto e anziano, anche se la storia si concentra soprattutto su Karras e Regan. Merrin ha già avuto modo di confrontarsi con un esorcismo 10 anni prima degli eventi narrati nel film e gli è stato quasi fatale. Ha un approccio quasi zen al lavoro che dovrà svolgere a casa di Chris MacNeill, sa già cosa lo aspetta e cosa dovrà fare. Eppure sarà il primo a soccombere durante l’esorcismo di Regan.
L’attore che interpreta Merrin, Max von Sydow, è il secondo interprete del film ad avere un make up pesante, dopo Linda Blair. A quei tempi infatti, von Sydow aveva 44 anni, ma fu truccato come un uomo molto più anziano.
Chi è Padre Damien Karras?

Padre Damien Karras, interpretato da Jason Miller, è il personaggio più tormentato e affascinante de L’Esorcista. Karras è un prete sulla quarantina, di origine greca, che lavora come consulente psichiatrico per la Chiesa ed è anche uno sportivo, uno che pratica pugilato.
Il sacerdote sta attraversando un periodo difficile, dovuto alla perdita della fede ma anche a problemi familiari. Sua madre, Mary Karras, è una donna anziana e malata, che trascorre molte ore in solitudine e si rifiuta di andare presso una struttura specializzata, come vorrebbe il figlio. Quando la donna muore, Karras diventa ancora più vulnerabile agli attacchi del diavolo.
Il demonio, che già si era manifestato al prete sotto mentite spoglie di un senzatetto, non esita a palesarsi sotto altre sembianze, tra cui quelle della signora Karras. Quindi è possibile che il diavolo fosse già sul percorso di Karras e Merrin ben prima che i due sacerdoti incontrassero Regan MacNeil.
Il significato del sogno di Padre Karras

Una delle scene più disturbanti de L’Esorcista è quella del sogno di Padre Karras, nel quale il sacerdote rivede sua madre in una situazione apparentemente normale, ma carica di angoscia. La stessa sequenza è spezzata da altre scene rapide, nelle quali vediamo il ciondolo di San Giuseppe, un cane nero, un pendolo che oscilla e il volto del Diavolo.
Nel sogno, la madre di Karras sale le scale della metro, chiama suo figlio da lontano e poi si volta, per scendere le scale e andare via. Damien urlando, la chiama da uno spartitraffico, poi tenta di raggiungerla mentre lei “scende” simbolicamente nel sottosuolo, dove sono collocati gli Inferi. Si tratta di una scena inquietante e struggente, al tempo stesso, perché fa leva sui sensi di colpa di Karras, che sentiamo anche nostri.
La sequenza più angosciante però è quella in cui appare il Diavolo, ma di lui parliamo più approfonditamente nel paragrafo successivo.
Capitan Howdy e Pazuzu: Chi diavolo sono?

Ma a proposito del Diavolo, parliamo di Pazuzu: il demone che possiede la piccola Regan è un’antica divinità assira che esiste davvero, almeno nella mitologia delle religioni della Mesopotamia. Si tratta di una creatura demoniaca che era considerata “il re degli spiriti malvagi del vento” foriero di tempeste e siccità. Allo stesso tempo però, Pazuzu era in grado di contrastare altri demoni (tra cui la demone Lamastu, che causava disgrazie alle donne incinte e ai neonati) e per questo sono stati ritrovati numerosi amuleti che lo raffigurano. Se fate un salto a Parigi, ad esempio, potreste vedere da vicino una statuetta di bronzo di Pazuzu esposta al Museo del Louvre.
Il Diavolo de L’Esorcista però, oltre ad avere le sembianze di Pazuzu (lo vediamo nella statua che appare agli inizi del film e nella piccola scultura svelata da Padre Merrin agli scavi archeologici), appare sotto le mentite spoglie di un senzatetto, della madre di Karras (nella scena in cui appare sul letto di Regan, avvolta da un candido e inquietante bagliore) e in quelle di Capitan Howdy, ovvero uno spirito amichevole che fa amicizia con la bambina. Il nome di Howdy, che nella versione italiana del film è stato tradotto come “Capitan Gaio” ha un significato innocente, infatti è un’antica forma di saluto di origine britannica che equivale al nostro “Ciao” o a “Come stai?”
L’aspetto più spaventoso che assume il Diavolo de L’Esorcista però, è quello che si vede nel sogno di Padre Karras. Quel volto scavato, cattivo eppure magnetico, appartiene all’attrice Eileen Dietz, ma in italiano ha la voce di Laura Betti, attrice feticcio di Pasolini. Se avete prestato attenzione, il demone appare anche in un’altra scena del film, nella quale Chris si aggira per casa: vediamo il suo volto riflesso sulla cappa della cucina.
Perché il diavolo reagisce all’acqua di rubinetto?

Alla fine de L’Esorcista molti si chiedono, perché, in una scena del film, Regan reagisca in modo rabbioso quando Padre Karras le getta addosso dell’acqua di rubinetto, come se fosse acqua santa. Il Diavolo, capace di fare le cose incredibili che abbiamo visto nella pellicola, dovrebbe sapere che quella non è acqua santa. A questa domanda, possiamo dare solo una risposta: il demonio sa benissimo che quella che Damien Karras gli ha gettato addosso è solo acqua, ma decide di ingannarlo e fargli credere momentaneamente che Regan non sia posseduta ma abbia un problema di natura psichiatrica. Dopotutto, nel corso del film, Pazuzu tenta più volte di manipolare Karras, con l’inganno, con i ricatti emotivi e con i prodigi più strabilianti.
Damien Karras e Regan MacNeil: due personaggi agli opposti che hanno molte cose in comune

Un aspetto molto interessante dell’horror di William Friedkin sono le similitudini e i contrasti tra Damien Karras e Regan MacNeill. Karras, abbiamo detto che è un sacerdote che non ha più fede e sembra più portato a seguire la ragione. Regan è figlia di una donna atea, che si è avvicinata per curiosità al mondo dell’occulto e si è ritrovata ad essere posseduta dal Diavolo. In Karras Dio è assente, lui non riesce più a trovarlo, mentre Regan, suo malgrado ha trovato il Diavolo, e sarà proprio quest’ultimo, per assurdo, a far ritrovare la fede a Karras.
Karras soffre a causa di una situazione familiare complicata. Sua madre non sta bene e avrebbe bisogno di cure, compagnia e assistenza, per questo motivo il sacerdote è lacerato da sensi di colpa. Regan, al contrario, è una figlia che avrebbe bisogno di maggior presenza, da parte dei suoi genitori. Sua mamma la ama, ma è sempre impegnata sul set, mentre suo padre non si degna neanche di farle una telefonata nel giorno del compleanno. Il Diavolo si insinua in queste situazioni di solitudine e se ne approfitta.
Tuttavia, le similitudini tra i due personaggi non sono solo spirituali, ma fisiche: Karras è (anche) un pugile, uno abituato a fare a pugni sul ring. Inusuale, per un sacerdote, indubbiamente. Ma Regan, con l’aiuto di Pazuzu, ha una forza fisica che potrebbe battere persino la “Montagna” del Trono di Spade.
“Bella giornata per un esorcismo”
“Ti piacerebbe?”
“Profondamente”