Il film L’esorcista di William Friedkin ha terrorizzato intere generazioni, forse non tutti sapevano che è ispirato ad una storia vera. Più precisamente, il film è un adattamento dell’omonimo romanzo di William Peter Blatty che rievoca un caso di possessione demoniaca avvenuto a Cottage City, nel Maryland, nel 1949. Lo scrittore ne è venuto a conoscenza grazie ad un padre gesuita, docente dell’Università in cui ha studiato.
In quell’anno, un ragazzo di 14 anni di nome Roland Doe (un nome fittizio) sembrava essere posseduto dal diavolo. Figlio unico di una famiglia tedesca luterana, il ragazzo passava diverso tempo con la zia Harriet, una appassionata di spiritismo. La donna gli insegnò ad usare la tavola Ouija. Poco tempo dopo la morte della donna, deceduta proprio nel 1949 in circostanze misteriose, il giovane cercò di mettersi in contatto con lei attraverso la tavola
In quei giorni, la madre del ragazzo, una cristiana devota, notò alcuni comportamenti strani nel figlio e una serie di eventi inquietanti. Tra questi segnalò la levitazione dal letto, la spostamento di oggetti e la parlata in lingue strane. Dopo aver cercato aiuto dai medici, i genitori si rivolsero al pastore luterano Luther Miles Schulze. Questi, dopo aver assistito alla levitazione di alcuni oggetti in presenza di Roland, consigliò alla famiglia di rivolgersi ad un prete cattolico. La madre seguì il suggerimento e chiese aiuto a Edward Albert Hughes, prete della Parrocchia di Saint James.
Padre Hughes portò Roland Doe al Georgetown University Hospital, un ospedale gesuita, ma, una volta entrato, il giovane divenne estremamente violento e durante l’esorcismo ferì Padre Hughes. Il sacerdote decise di annullare il rituale.
Il ragazzo e i suoi genitori si trasferirono presso dei parenti in una dimora sulla Roanoke Drive a Saint Louis, nel Missouri. Nove sacerdoti gesuiti, tra cui Padre Bowdern e padre Raymond Bishop, compirono l’esorcismo sul ragazzo. Il rituale durò diversi mesi, durante i quali il ragazzo subì episodi di convulsioni, emicranie, lacrime e vomito. Alla fine, il diavolo uscì dal corpo di Roland e il ragazzo si riprese completamente. Sembra che durante l’ennesimo tentativo, il ragazzo improvvisamente urlò “Satana! Io sono San Michele! Ti ordino di lasciare questo corpo ora!“, dopo un violento spasmo, il giovane disse che era finalmente libero dal demonio.
Secondo Mark Opsasnick, autore e ricercatore che ha scritto diversi libri su storie vere di fantasmi e di casi insoliti, a detta dei familiari, Roland era solito fare scherzi ad amici e parenti. Lo scrittore ritiene che il ragazzo abbia finto la possessione per attirare l’attenzione su di sé