Liliana Segre nel suo libro di memorie stroncò il film La Vita è Bella di Roberto Benigni. La senatrice a vita definì il lungometraggio, vincitore di tre premi Oscar, poco realistico e a tratti disonesto. Nel libro La Memoria Rende Liberi, scritto a quattro mani con Enrico Mentana, la Segre parlò male anche di Schindler’s List – La lista di Schindler.
Liliana Segre, 92, anni, è sempre stata in prima fila per raccontare l’Olocausto nella sua cruda realtà, senza i filtri che spesso il cinema ha imposto nelle sue pellicole. Nel suo libro La Memoria Rende Liberi, scritto perché “Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere”, la senatrice ha attaccato due capisaldi dei film sull’Olocausto, La vita e Bella e Schindler’s List – La lista di Schindler.
Il film di Roberto Benigni, incentrato su un padre che cerca di proteggere il figlio dagli orrori dell’Olocausto, facendogli credere che tutto ciò che vedono sia parte di un fantastico gioco, è considerato irrealistico dalla Segre. “Era impossibile tenere nascosto un bambino nel lager, appena sceso dal treno le SS lo avrebbero giudicato inadatto al lavoro e l’avrebbero mandato direttamente al gas“, scrive con l’aiuto di Enrico Mentana.
Liliana Segre ritiene che Roberto Benigni avrebbe dovuto dire: “Ho scritto una bella favola”. La vita è bella, per la scrittrice è: “terribilmente falso nella seconda metà”. “L’unica cosa verosimile è che il padre, alla fine, muore” continua la scrittrice “troppe volte, in nome di una bella finzione, si è banalizzato l’Olocausto“.
Non fugge dalla bocciatura Schindler’s List, sul film di Steven Spielberg Liliana Segre afferma: “Le comparse erano tutte belle ragazze, in carne. Noi eravamo scheletri“. La senatrice a vita, inoltre, considera inverosimile la scena in cui Schindler fa scendere dal treno un ebreo già chiuso dentro.