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Home » Film » L’uomo invisibile, la spiegazione del finale del film con Elizabeth Moss

L’uomo invisibile, la spiegazione del finale del film con Elizabeth Moss

La spiegazione del finale del film L'uomo invisibile, diretto da Leigh Whannell e con Elizabeth Moss protagonista.
Agnese AlbertiniDi Agnese Albertini15 Marzo 20235 min lettura
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La protagonista de L'uomo invisibile
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L’uomo invisibile è un horror fantascientifico del 2020, scritto e diretto da Leigh Whannell. Ispirato all’omonimo romanzo di H. G. Wells, ha come protagonista Elisabeth Moss, nel ruolo di una donna che crede di essere perseguitata e spiata dal suo ex fidanzato apparentemente deceduto (Oliver Jackson-Cohen) dopo aver acquisito la capacità di diventare invisibile. Nel film, Aldis Hodge, Storm Reid, Harriet Dyer e Michael Dorman appaiono in ruoli secondari.

Come vedremo in questa spiegazione del finale de L’uomo invisibile, questo remake della Blumhouse non solo è uno dei migliori horror recenti, ma anche un film tremendamente angosciante, pieno di colpi di scena che potrebbero confondere alcuni spettatori. L’Uomo invisibile è una delle più antiche idee di creatura terrificante: il personaggio ha esercitato una certa influenza sulla letteratura quando H.G. Wells ne ha ideato la storia, ma ha acquisito una nuova e ricca vita quando è entrato a far parte della scuderia di mostri classici della Universal all’inizio del XX secolo.

L’uomo invisibile: c’è un mostro ed è ovunque…

La trama del fim L’uomo invisibile segue Cecilia Kass, un architetto che scappa una notte dalla villa in cui vive per liberarsi dalla relazione con il suo ossessivo e dispotico fidanzato Adrian. Anche dopo la notizia del presunto suicidio di quest’ultimo, Cecilia non può essere tranquilla: sembra che qualcuno che non riesce a vedere, ma a percepire con altri sensi, la perseguiti. Dopo mille difficoltà, prima fra tutte il fatto che la gente pensi che Cecilia sia impazzita e che questo presunto uomo invisibile sia solo una sua proiezione mentale, riesce ad affrontarlo e finisce per ucciderlo, il che ci permette di scoprire la sua identità. Il film ci porta ad essere sicurissimi che si tratti di Adrian, ma vediamo invece Tom, suo fratello, che indossa la supertuta che gli permette di diventare invisibile. Più tardi, Cecilia cena con Adrian e, dopo aver fatto finta di volersi recare in bagno, indossa un’altra tuta e lo uccide. In questo modo, le telecamere della casa dell’uomo riprendono il suo “suicidio”.

Grazie allo scenario che Cecilia orchestra, con James che registra la sua conversazione con Adrian, riesce letteralmente a vendere un’illusione, a porre finalmente fine agli orrori di Adrian e a farla franca con la tuta dell’invisibilità. Inizialmente sembra che il piano di Cecilia sia quello di cercare di ingannare Adrian per fargli confessare i suoi crimini, ma la sua strategia è molto più vendicativa. È anche il modo perfetto per Cecilia di dimostrare quanto sia cresciuta e che è molto più intelligente di quanto Adrian crede. Vede questa vendetta estrema come l’unico modo per essere veramente libera, e lo fa seguendo le regole di Adrian, ma elevando la situazione a un livello superiore.

Chi si nasconde dietro la tuta dell’uomo invisibile?

Una domanda cruciale che rimane allo spettatore è se sia stato Adrian a indossare la tuta per tutto il tempo, o se sia Tom il vero villain del film, che ha voluto perseguitare Cecilia in nome di un rapporto malsano col fratello. In realtà, anche se Tom ha sicuramente contribuito al piano malefico di Adrian, è stato l’ex marito di Cecilia a orchestrare effettivamente il tutto. Adrian ha progettato la tuta e ha scelto di propria volontà a che scopo utilizzarla. Il fratello è in qualche modo vittima delle sue mire da stalker e ce lo dimostrano svariati indizi che Whannell ci lancia nel corso del film, mostrandoci Tom come quasi completamente assoggettato al fratello, che praticamente idolatra.

In ogni caso, Adrian è senza dubbio l’uomo invisibile del titolo del film, che cerca di terrorizzare Cecilia anche dopo la sua presunta morte. Come CeCe racconta all’amico James (Aldis Hodge), Adrian ha sempre cercato di farla sembrare pazza, arrivando a controllare ogni aspetto della sua vita. Da qui, il suo metodico tormento a fuoco lento che ha portato ogni membro della sua famiglia a distaccarsi dalla donna, oltre a tutti i suoi gesti efferati, che culminano con l’omicidio della sorella, di cui Cecilia viene accusata.

La redenzione di Cecilia

Elizabeth Moss nel finale del film L'uomo invisibile

Parte di ciò che rende questo adattamento della narrazione de L’uomo invisibile così avvincente è che si tratta di una storia sui pericoli delle relazioni tossiche e dell’abuso emotivo tanto quanto di un film horror su omicidi soprannaturali. Cecilia deve superare ostacoli fantastici e sconfiggere un mostro letterale ma, in mezzo a tutto questo viaggio che la porterà a diventare un personaggio a tutto tondo, imparerà un nuovo concetto di indipendenza e rispetto verso se stessa. Il film mostra i danni di un comportamento abusivo, di come questo possa aggravarsi e generare violenza e vendetta.

Mentre nel romanzo di H.G. Wells il protagonista attorno a cui ruota l’intera narrazione è proprio l’uomo invisibile, in questo film del 2020 è Cecilia a essere inseguita dalla figura misteriosa, che funge da metafora del “fantasma” che le donne vittime di violenza di genere si portano sempre dietro. All’inizio del film e tramite le successive rivelazioni di Cecilia, capiamo che è vittima di violenze da parte del marito e continuerà a sentirsi perseguitata da egli anche dopo la sua apparente morte. La sofferenza che prova Cecilia nel non essere creduta vuole anche evidenziare come sia difficile per le vittime di abusi e violenze essere ascoltate: molto spesso le loro dichiarazioni rimangono inascoltate a lungo, pur con tutte le prove del caso.

 

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