Molti si sono chiesti se la casa di Anna Pavignano sia la bellissima abitazione sul mare che si vede nel documentario Lassù qualcuno mi ama, diretto da Mario Martone e dedicato a Massimo Troisi. Ebbene no, la casa che si vede nel film non è la vera casa della sceneggiatrice, ma semplicemente un angolo ricostruito in un ristorante di Bacoli, vicino Napoli. Uno dei motivi principali di questa scelta, è che la casa di Anna era inagibile a causa di un trasloco.
Lo ha confermato la stessa Anna Pavignano con una serie di post e commenti su Facebook: “Nel documentario sono presente con una lunga chiacchierata che spero vi piaccia, ma volevo dire che quella che vedete non è casa mia (Purtroppo!). È un set che vuole rappresentare un luogo ideale per la scrittura e per fare fluire i ricordi”
“Il cinema, anche documentario, è sempre un po’ finzione e questa casa semplicemente non esiste” – prosegue Pavignano “È stata ricostruita in un angolo di un bellissimo ristorante di Bacoli. Peccato! Mi sarebbe piaciuto avere uno studio così”
In un commento ad un altro post, l’autrice ha spiegato: “Mario Martone ha voluto “inventare” la mia casa almeno per due motivi. La mia casa non era praticabile a causa di un recente trasloco e questo è il primo motivo. Allora, per non fare l’intervista in un posto qualsiasi, si è voluto ispirare al mio libro “Da domani mi alzo tardi” dove immagino di rincontrare Massimo oggi e di trascorrere alcuni giorni con lui in una casa isolata sul mare. In qualche modo ha ricostruito un luogo dell’anima. Mica poteva farlo brutto. L’ha fatto bellissimo!”
Anna Pavignano ha avuto una lunga relazione con Massimo Troisi, dalla fine degli anni ’70, quando si incontrarono sul set del programma Rai Non Stop fino ai primi anni ’80, quando scrissero insieme il film Scusate il ritardo (1983). Negli anni a seguire però, la sceneggiatrice ha continuato a collaborare con l’attore e regista napoletano, fino al suo ultimo film, Il Postino. Di recente la scrittrice torinese ha pubblicato Da domani mi alzo tardi, un romanzo imperdibile in cui immagina che Massimo Troisi non sia mai morto, ma semplicemente si sia ritirato a vita privata e isolata. Nonostante questo aspetto narrativo del libro sia inventato, in realtà il libro contiene numerosi aneddoti biografici su Massimo, ma anche su Massimo e Anna come coppia, nella vita e nel lavoro. Da domani mi alzo tardi immagina che Troisi si accinga a tornare sulla scena pubblica (ma con i suoi tempi) e rievoca i suoi esordi, le sue origini, i tanti amori, i flirt, ma fa anche luce sulla sua personalità, scandagliandone anche gli aspetti più spigolosi e difficili.