Brad Pitt, protagonista di Babylon, il nuovo film di Damien Chazelle, in uscita in Italia il 19 gennaio per Paramount, elogia in un’intervista per Screenrant il lavoro fatto dal regista di La La Land e spiega perché ha voluto partecipare con convinzione all’ambizioso progetto.
Il film, infatti, riflette su un’epoca di eccessi e sperimentazioni, nella Hollywood di quei ruggenti anni ’20 che segnarono il passaggio dal cinema muto alle pellicole sonore.
Frutto di un grande lavoro di ricerca, della durata di oltre 3 ore, il film presenta un ricchissimo cast, fra grandi nomi, vecchi caratteristi, e star emergenti. Da Pitt nei panni di un attore del muto, a Diego Calva nel ruolo di un aiuto regista messicano, passando per Margot Robbie attrice in erba e Jean Smart giornalista di gossip, il cast presenta dunque una serie di figure archetipiche del periodo, non direttamente basate su persone reali, ma piuttosto derivate da una mescolanza di caratteristiche vere o verosimili di persone realmente esistite. In ruoli secondari o minori troviamo anche Tobey Maguire, Samara Weaving, Olivia Wilde, Spike Jonze, Eric Roberts e altri.
Pitt ha le idee ben chiare quando si tratta di spiegare cosa lo ha spinto a dire sì per il film. Stiamo parlando di Damien Chazelle! Ai tempi di Whiplash, mi avevano colpito il senso di novità e freschezza che portava con sé, oltre a un’energia, un’attenzione al movimento fisico che non avevo mai visto prima di allora. E adesso posso dire che non ha mai sbagliato un film. No, nemmeno questo… siamo a quattro su quattro!
L’attore, poi, prosegue condividendo le sensazioni provate durante il lavoro, ed elogiando la ricerca di verisimiglianza alla base del progetto. “Questa volta è stato diverso dal solito. Sì, certo, ogni volta che lavoro con un regista che non conosco, cerco di assorbire il suo stile, di capire il suo linguaggio. Ma Damien è andato oltre… ha fatto un film audace, se devo definirlo con una parola.”
“Guarda questo poster, il poster del film! Qui non c’è CGI, sta succedendo tutto davvero come lo vedi, e lui è riuscito a dare il senso generale e profondo di tutto! Questo film si muove a un ritmo che non avevo mai sperimentato, e la sfida è stata riuscire a sostenerlo.”
Anche Margot Robbie e Diego Calva hanno sottolineato l’importanza che questo progetto ha rivestito per le loro carriere, e per la loro maturazione come interpreti. “Si è trattato della più grande esperienza della mia vita – ha detto Calva – ma è stata dura. Ho dovuto imparare l’inglese, e a volte, è stato frustrante… avevo delle idee su come dire alcune battute, ma non ero in grado di esprimerle in inglese rapidamente.
Damien mi ha dato una grande mano… mi ha messo a disposizione un dialect coach.. sì, devo dire che, prima di tutto, aver imparato a parlare in un’altra lingua, è stato il mio guadagno, la mia sfida vinta.
Questo film per me rappresenta il futuro, se devo definirlo con una parola.”
Margot Robbie va dritta al punto. “Interpretare Nelly, il mio personaggio in questo film, è stata una scarica d’adrenalina continua, mi faceva sentire in cima al mondo. Ho adorato il suo modo completamente sproporzionato di reagire agli stimoli dell’ambiente esterno. Le sue reazioni sono estreme, non si scappa. Se è felice, è davvero felice. Se è arrabbiata, è arrabbiata sul serio. Questo film per me è stato magia, se devo definirlo con una parola.”
Chazelle stesso, sul palco del TIFF 2022, ha voluto dettagliare meglio l’origine del progetto. Prima d’ora non avevo mai lavorato con un numero di personaggi così vasto; il processo di casting è stato molto lungo, perché volevo farmi sorprendere, avevo bisogno di trovare attori che fossero in grado di restituire lo spirito dell’epoca, andando però oltre gli stereotipi e le nozioni preconcette che tutti abbiamo.
Il film non è un documentario, i personaggi sono personaggi di finzione, ma ispirati da persone realmente esistite, in maniera libera, per creare qualcosa e qualcuno di nuovo, da zero.”