La star di Blonde Ana de Armas riflette sulle critiche negative al film di Andrew Dominik che racconta la vita e la morte di Marilyn Monroe. Basato sul libro della scrittrice Joyce Carol Oates, Blonde è uscito su Netflix lo scorso settembre, offrendo un resoconto romanzato della vita personale e della carriera della defunta star. Il film è stato accolto da recensioni miste a negative, con la maggior parte dei critici che concordano sul fatto che, sebbene l’interpretazione della de Armas sia impressionante, il film stesso lascia molto a desiderare.
In una recente intervista con THR, la de Armas è intervenuta in merito alla scarsa accoglienza riservata a Blonde e alla sua rappresentazione della Monroe. Pur non respingendo necessariamente le critiche al film, l’attrice sottolinea che l’intenzione di Dominik non è mai stata quella di creare un film di richiamo per il pubblico e che uno dei principi chiave di Blonde è la sua critica alla natura sfruttatrice di Hollywood.
“Quando abbiamo presentato il film in anteprima a Venezia, o a San Sebastián, [l’accoglienza è stata molto più calorosa rispetto agli Stati Uniti]. Naturalmente, la reazione che attira maggiormente l’attenzione è quella negli Stati Uniti, ma non è stata l’intera esperienza. È difficile sentire queste reazioni, ma si può sempre tornare a ciò che si è vissuto, al perché lo si è fatto e alle ragioni per cui si è stati attratti dal progetto. Questo non cambierà. Hai il regista e altri attori con cui puoi sempre parlare. Per quanto sia difficile sentirsi dire che il proprio film non piace, è quello che è. Non è un film fatto per piacere alla gente o per far piacere alla gente. È un film difficile da guardare“.
“Non credo che il film parli male di lei. Penso che sia il contrario. Penso che parli male dell’ambiente e dell’industria, e questo è un boccone difficile da ingoiare a volte per gli altri operatori del settore. Credo che il film faccia sentire anche il pubblico partecipe. Abbiamo contribuito all’epoca, e contribuiamo tuttora, allo sfruttamento degli attori, delle persone che sono sotto gli occhi di tutti. Noi, il pubblico, lo facciamo. E credo che sia possibile che alcune persone si siano sentite come se [qualcuno] avesse puntato il dito contro di loro“.
Gran parte della controversia su Blonde è iniziata con il libro della Oates, che offriva un resoconto romanzato di molti eventi della vita della Monroe, alcuni dei quali molto traumatici. Il film ha fatto scalpore quando è stato annunciato che sarebbe stato vietato ai minori di 17 anni. Come nel libro, Blonde presenta diversi episodi in cui la Monroe viene sfruttata o aggredita sessualmente, con una scena di stupro particolarmente cruda.
Le reazioni al film non sono state tanto rivolte a queste scelte visive, in particolare, ma al modo in cui esse si inseriscono nella più ampia storia della Monroe. In Blonde la starlette non ha alcun potere e viene trattata male fin dai primi momenti del film.
Oates, Dominik e de Armas sembrano sostenere che questo sfruttamento sia il punto centrale, ma le recensioni negative sostengono che Blonde, di conseguenza, sia piuttosto monocorde e non rappresenti una rappresentazione equilibrata o ponderata della vita reale della Monroe. Sebbene Blonde non sia stato il beniamino della critica che alcuni si aspettavano, la de Armas si trasforma completamente per il ruolo e la sua interpretazione è potente, anche se il film nel suo complesso la delude.