Paul Schrader ha elogiato Blonde ma non per ritratto di Marilyn Monroe. Il regista di Master Gardener ha elogiato il film di Andrew Dominik su Netflix per la sua “brillantezza e inventiva”, ma ha sottolineato i vincoli di rimanere all’interno della biografia della defunta attrice, interpretata da Ana de Armas. “C’è una cosa che non va in questo film“, ha scritto Schrader su Facebook. “Visto l’andirivieni di polemiche, mi sono trattenuto dal vedere Blonde, ma quando l’ho fatto sono rimasto folgorato dalla sua genialità e inventiva. L’approccio caleidoscopico di Dominik, con la giustapposizione di colori, formati dello schermo, stili di ripresa, musica, effetti sonori e manipolazione delle immagini, crea uno studio indelebile sul personaggio”.
Schrader ha continuato: “Ma non è il ritratto di Marilyn Monroe. Questa è l’unica parte sbagliata. Sarebbe stato di gran lunga migliore se svincolato dalla storia di MM (anche se romanzato in modo ridico, Blonde è definito dal suo modello storico). La critica vale anche per il romanzo. Perché questo bisogno di saltare sul cadavere della Monroe per un’avventura? Questi fabulatori non possono fidarsi della propria creatività? Il loro bisogno di sfruttare era irresistibile? Dominick ha fatto un grande film, ma non era su Marilyn Monroe. Il suo grande film è ora una curiosità. I critici dicono che non ha fatto un favore a Marilyn. Io penso che sia il contrario. MM non gli ha fatto alcun favore.“. Sempre riguardo a Blonde, in un secondo post, il regista si è anche interrogato sull’uso delle scene in bianco e nero.
Intorno al film ci sono state – e ci sono tutt’ora – moltissime critiche. La controversia su Blonde è iniziata con il casting della de Armas, ha raggiunto l’apice con il divieto ai minori di 18 anni per le presunte sequenze di violenze sessuali e, più recentemente, è culminata con la risposta di Planned Parenthood alle critiche riguardo la sua rappresentazione dell’aborto.