Carlo Verdone ha detto la sua su Barbie , il film di Greta Gerwig, sostenendo che si tratti di un film moderno e con un’idea, che però non gli ha trasmesso nulla. Il regista tuttavia ha ammesso che il successo della pellicola con Margot Robbie dovrebbe spingere a più di una riflessione. Inoltre ha aggiunto che il successo di Barbie ha avuto un impatto sugli incassi, ma dubita che risolleverà il nostro cinema italiano. Ma leggiamo cosa ha detto, di preciso.
Durante la presentazione pubblica di Vita da Carlo 2, prodotta e distribuita da Paramount Plus, il regista e attore romano, rispondendo a una domanda del pubblico, ha dato la sua sincera opinione sul film evento dell’anno, che ha riempito le sale di tutto il mondo, comprese quelle italiane. Verdone non si è lasciato andare a facili entusiasmi, sintetizzando, con una frase salace e ad effetto, la sua esperienza di visione: “Questo film ha un’idea dentro. Ci piaccia o non ci piaccia, poniamoci la domanda, perché è piaciuto così tanto? Aveva una sua curiosità? Io, personalmente, sono uscito dalla sala, proprio così come ne ero entrato; io non lo critico, lo trovo un film molto moderno, ma forse il suo messaggio mi è sfuggito“.
Verdone, impegnato in una tavola rotonda cui era presente tra gli altri, il produttore cinematografico Aurelio De Laurentis, ha poi inquadrato il fenomeno Barbie dal punto di vista del cinema italiano, avanzando dubbi sul fatto che il suo successo possa, effettivamente, dare nuova linfa anche al panorama italiano: “Come film, è un successo per il cinema, e per gli esercenti, per i proprietari delle sale, ma non è un successo per il cinema italiano, è un film straniero; noi abbiamo tanti bravi attori, ma non si riesce a invogliare il pubblico, che spesso preferisce lo schermo di casa alla sala, se non addirittura quello del telefonino“.
Pungolato da De Laurentis, Verdone ammette che “alcuni film italiani di oggi sono brutti”. Dal canto suo, il noto produttore e patron del Napoli Calcio ha individuato il disturbo del cinema italiano in una carenza di idee; fondamentale però, secondo De Laurentiis è la mancanza di attenzione nei confronti del pubblico: “Occorre prendere coscienza che molti film italiani sono mal scritti, non invoglianti; qual è oggi un film italiano da rivedere tre volte, come io farò per Oppenheimer? C’è in giro una grave mancanza di umiltà; nella mia lunga carriera ho dovuto rinunciare a fare molti film perché il pubblico non li avrebbe premiati. Io non posso fare film solo per il mio piacere; il cinema ha una funzione educativa, di formazione del gusto, un ponte verso il pubblico, che è degno di rispetto“.