Comandante di Edoardo De Angelis è un film tratto da una storia vera, quella di Salvatore Todaro e dell’affondamento del Kabalo. Todaro era ufficiale della Regia Marina e durante il secondo conflitto mondiale fu al comando del sommergibile Comandante Cappellini. Nel 1940, al largo dell’Isola di Madera, il sottomarino affondò un piroscafo mercantile belga, il Kabalo. Todaro, decise però di salvare i naufraghi belgi, andando contro il parere dei suoi superiori e mettendo a repentaglio anche la sua stessa vita e quella dei suoi uomini.
Il film vede protagonista Pierfrancesco Favino nel ruolo di Todaro, che morirà in guerra nel 1942, due anni dopo i fatti narrati nella pellicola, a soli 38 anni. Con la sua azione, criticata da molti, Todaro conquistò la stima del secondo ufficiale del Kabalo, che gli disse: “Ho quattro figli piccoli: se non vuole dirmi il suo nome per mia soddisfazione personale, accetti di dirmelo perché i miei bambini la possano ricordare nelle loro preghiere”
Durante la conferenza stampa a Venezia 80, il regista Edoardo De Angelis ha detto: “Un uomo non è mai così forte come quando tende il braccio per aiutare qualcuno in difficoltà”, questa espressione è stata la scintilla che mi ha fatto desiderare di realizzare questa storia. La forza è la capacità di correre in soccorso di chi è debole. Era il 2018 quando ci siamo imbattuti in questa storia, ascoltate dalle parole dell’ammiraglio Pettorino per la celebrazione della Marina militare italiana, che raccontò la storia di Salvatore Todaro, che affondava il ferro nemico ma l’uomo lo salvava. “Perché siamo italiani”. Con l’aiuto della penna di Sandro Veronesi è nato questo racconto che è emblematico della forza ma anche di cosa significa essere italiani. Penso che questa nazione sia un crogiolo meraviglioso e putrido, ed è questa la sua identità. Questo significa essere italiani ma significa anche andare in soccorso. Se questo vuol dire essere italiani, io voglio essere italiano”.
Sandro Veronesi ha poi aggiunto: “Quella italiana è una storia di soccorsi, in mare gli italiani si sono sempre distinti. Abbiamo lavorato a questa storia avendo a disposizione gli effetti personali di Todaro (in sala ci sono anche la figlia e la nipote) e così abbiamo potuto dare una rappresentazione più corretta, non solo.la.sua parte militare, ma anche le sue priorità: servire la patria davanti alla famiglia ma il rispetto delle regole del mare davanti al servire la patria”.
A conclusione del discorso sul Comandante poi Edoardo De Angelis ha svelato: “Le reazioni di chi guarda il film trascendono le emozioni di chi il film l’ha fatto. Spero che passi il messaggio che esistono leggi, come quella del mare, che non vanno infrante mai. Nelle guerre allora c’era un’etica? Mi è piaciuto immaginare che ci possa essere un momento in cui, anche in guerra, ci si possa fermare.in presenza di uomini inermi. Qualcuno ha avuto il coraggio di trasportarli e qualcuno di cessare il fuoco, tutti si sono salvati nel ricordarsi di essere umani”.