Frida si conclude con Frida Kahlo (Salma Hayek) che, ormai gravemente malata, realizza il suo sogno di avere una mostra personale in Messico. Nonostante il suo corpo sia segnato da anni di dolore fisico, Frida partecipa all’evento facendosi trasportare nel museo sul suo letto. Circondata dalle sue opere, riceve l’applauso e il riconoscimento del pubblico, che celebra la sua vita e il suo lavoro. Poco dopo, Frida muore nel suo letto, immaginandosi libera dal dolore, mentre viene trasportata in un viaggio simbolico verso l’eternità, con i suoi colori e la sua arte come eredità immortale.
Il finale del film sottolinea il contrasto tra il corpo fragile e la forza creativa della pittrice. La scena della mostra personale rappresenta un momento di trionfo, non solo per il riconoscimento del suo talento, ma anche per la determinazione con cui Frida affronta le sue ultime sfide. Il letto, un simbolo ricorrente nella sua vita, si trasforma da strumento di sofferenza a veicolo di celebrazione, mostrando come Frida abbia saputo trasformare il dolore in un mezzo per esprimere la sua unicità. Il film chiude il cerchio della vita della pittrice con una sequenza immaginaria: Frida, nel suo letto, si lascia trasportare in un viaggio che richiama le visioni oniriche e i simboli della sua arte, come il fuoco, la natura e gli elementi della cultura messicana.
Questo momento di fantasia simboleggia la sua liberazione definitiva dal dolore terreno e la sua ascesa come figura immortale nel mondo dell’arte. Il finale di Frida non si limita a raccontare la morte della protagonista, ma celebra la resilienza e la passione che hanno definito la sua esistenza. Attraverso il riconoscimento pubblico e il suo immaginario artistico, Frida si afferma non solo come pittrice, ma anche come simbolo di lotta contro l’oppressione, la sofferenza e le convenzioni sociali, lasciando un’eredità che trascende la sua epoca.