Il film del 2015 di Denis Villeneuve Sicario, si conclude con un crescendo di tensione e oscurità morale. Il personaggio di Alejandro Gillick (interpretato da Benicio del Toro), un sicario assetato di vendetta, uccide senza pietà Fausto Alarcón, il capo del cartello di Sonora, insieme alla sua famiglia. Questo atto di violenza estrema sottolinea il tema centrale del film: in una guerra contro il crimine organizzato, le linee tra il bene e il male diventano indistinguibili, e la giustizia viene spesso sacrificata sull’altare della vendetta.
Kate Macer (interpretata da Emily Blunt), l’agente dell’FBI protagonista, viene costretta a firmare una dichiarazione che certifica la correttezza delle operazioni svolte, nonostante il suo profondo disagio morale. La sua ultima decisione, di abbassare la pistola anziché uccidere Gillick, rappresenta il suo ultimo atto di resistenza contro un sistema che l’ha corrotta, ma che non è riuscito a spezzare completamente il suo spirito.
Sicario è un thriller d’azione che segue l’agente dell’FBI Kate Macer, che viene reclutata in una task force segreta per combattere i cartelli della droga messicani. Sin dall’inizio, Macer si ritrova immersa in un mondo spietato e ambiguo, dove la legge viene applicata in modo selettivo e la giustizia è un concetto relativo. L’operazione sembra inizialmente mirare all’arresto di Manuel Díaz, un esponente di spicco del cartello, ma Macer presto scopre che il vero obiettivo è Fausto Alarcón, il capo dell’organizzazione criminale.
Nel corso del film, Kate si rende conto di essere stata manipolata e usata come pedina in una strategia più ampia orchestrata dalla CIA. La task force, guidata dall’agente Matt Graver (Josh Brolin) e supportata dal letale Alejandro Gillick, non ha mai avuto l’intenzione di arrestare i leader del cartello, ma piuttosto di eliminare brutalmente i loro avversari per favorire i piani geopolitici degli Stati Uniti. Questa rivelazione mette Kate di fronte a un dilemma etico: continuare a far parte di un sistema corrotto o cercare di resistere, pur sapendo che le sue azioni potrebbero essere inutili.
La moralità di Kate è messa a dura prova durante un’incursione in un tunnel usato dal cartello per il traffico di droga, dove assiste impotente alle azioni spietate di Gillick. La violenza culmina nell’assassinio di Fausto Alarcón e della sua famiglia, un atto di vendetta personale per Gillick, il cui scopo è far soffrire Alarcón nello stesso modo in cui lui ha sofferto per la perdita della sua famiglia. Questa scena, particolarmente cruda, illustra la completa deumanizzazione dei personaggi coinvolti e il crollo delle convenzioni morali in un contesto di guerra totale.
Infine, il film lascia Kate in una posizione di vulnerabilità e disillusione. Dopo essere stata costretta a firmare una dichiarazione che legittima tutte le azioni illegali compiute dalla task force, si trova davanti a una scelta finale: accettare il nuovo ordine morale o cercare di mantenere la sua integrità personale. La decisione di Kate di non uccidere Gillick, nonostante la sua giustificata rabbia e paura, rappresenta una forma di resistenza passiva e un tenue raggio di speranza in un mondo altrimenti dominato dalla violenza e dalla corruzione.