Denis Villeneuve, che nella primavera 2024 è al cinema con Dune: Parte Due, secondo capitolo della sua versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Frank Herbert datato 1965, ha detto la sua su “Dune”, lo storico adattamento del romanzo diretto nel 1984 da David Lynch. Ospite al Fresh Air Podcast di NPR, il cineasta di origini canadesi ha lodato l’illustre predecessore, senza però tirarsi indietro al momento di analizzare quelli che secondo lui sono i difetti più gravi della pellicola.
Nel discorso (ve lo riportiamo da CBR) Villeneuve spende ottime parole per l’impianto visivo del film, esprimendo però grosse riserve sulla struttura narrativa, con particolare riferimento al trattamento dei Fremen, la misteriosa popolazione che abita le dune del deserto di Arrakis.
“Quando scoprii che avrebbero adattato il libro per il grande schermo, non stavo in me dalla gioia. Mi ricordo di avere visto il film, e di essere rimasto molto colpito, quasi ipnotizzato, dall’approccio di Lynch; alcune scelte, però, mi avevano lasciato destabilizzato; la marcata identità da regista di Lynch traspare perfettamente nel film, che è una grande interpretazione del libro, ma alcune delle scelte fatte erano e sono molto lontane dalla mia sensibilità.
Ricordo di aver pensato: ‘Qualcuno, un giorno, racconterà di nuovo questa storia, in futuro. Accadrà assolutamente’. Sentivo che mancavano alcune cose, come d’altronde capita sempre negli adattamenti.
Nello specifico, ricordo di aver pensato che molti aspetti della cultura Fremen non fossero stati adeguatamente restituiti su schermo“.
Portare sullo schermo un’opera sfaccettata e complessa come Dune ha rappresentato un’autentica sfida per molti cineasti: i primi tentativi di adattare l’epica storia di Paul Atreides risalgono infatti agli anni ’70, quando il regista cileno Alejandro Jodorowsky approntò una sceneggiatura per un film tratto dal romanzo, salvo rinunciare a causa di problemi di budget e casting; i diritti di sfruttamento furono allora acquistati, nel 1976, dal produttore Dino De Laurentiis il quale affidò la regia al giovane Ridley Scott; il progetto però, faticava a vedere la luce, e Scott decise di abbandonare, per girare un altro adattamento scifi che sarebbe divenuto di culto, Blade Runner.
A quel punto, la figlia Raffaella convinse De Laurentiis ad affidare il progetto a David Lynch; il film, uscito nel 1984 fu però tagliato di circa un’ora in riferimento alla versione originale del regista, rivelandosi un gigantesco insuccesso, e allora De Laurentiis cercò di rimediare inserendo scene di raccordo senza l’approvazione di Lynch, che decise di disconoscere il film, chiedendo addirittura che il suo nome nei credits venisse sostituito con uno pseudonimo.
Infine, nei primi anni ‘2000, una miniserie televisiva, prodotta da Sci-Fi Channel adattò i primi due romanzi della saga; nel cast, William Hurt e Giancarlo Giannini; a chiudere il cerchio sarebbe arrivata, pochi anni dopo, anche I figli di Dune, adattamento del romanzo omonimo (il terzo della saga).