Food for Profit, ideato e diretto da Giulia Innocenzi e Pablo d’Ambrosi, è un documentario – inchiesta che si propone di portare alla luce il lato oscuro degli allevamenti intensivi, e rendere noti per la prima volta i legami, finora sconosciuti, tra industria della carne e politica d’alto livello. Il film, servendosi anche di alcuni inviati in incognito nelle lobby agroalimentari, arriverà fino alle aule del Parlamento Europeo, svelando gli intrecci tra politica e interessi industriali.
Il progetto, un autofinanziamento degli autori tramite la casa di produzione Pueblo Unido, è stato presentato su richiesta in varie sale cinematografiche, e addirittura nello stesso Parlamento europeo; tramite il form sul sito ufficiale, è ancora possibile organizzare proiezioni. Innocenzi, in un’intervista a Deejay spiega così perché ha deciso di fare questo film rischioso e controverso: ” Era la fine del 2018 quando decisi che quell’orrore non poteva restare silenziato sotto proclami in favore del decantato made in Italy, brand che cerca di nascondere come vengono allevati gli animali con cui si fanno i prodotti eccellenti di cui andiamo tanto fieri”.
Allora è partito un viaggio che mi ha cambiato la vita, fatto insieme agli attivisti in giro per l’Europa, che in diversi casi si sono fatti assumere negli allevamenti dove hanno lavorato per alcune settimane. E con delle telecamere nascoste siamo riusciti ad accedere persino ai piani alti di Bruxelles, un’impresa mai tentata prima
Il film si dipana, come detto, lungo due filoni narrativi; il primo legato alla descrizione degli allevamenti intensivi in se per sé, con tutte le criticità, anche ambientali, che essi comportano. Spiega ancora Innocenzi al magazine EssereAnimali: “Grazie a una squadra di investigatori, che hanno lavorato sotto copertura in allevamenti intensivi di tutta Europa, abbiamo potuto mostrare le terribili condizioni in cui vivono gli animali in questi luoghi. Sofferenze, violenze, abuso di antibiotici e tutte le crudeltà che anche voi mostrate quotidianamente con le vostre indagini. Abbiamo anche mostrato l’impatto ambientale di queste strutture, soprattutto in relazione alla siccità, ma anche le condizioni critiche dei lavoratori”
Dall’altra parte, invece, il documentario cerca di indagare le trame politiche nascoste che si celano dietro questo complesso apparato industriale; maneggi che hanno, come suggerisce il titolo stesso, l’unico scopo di generare profitto.
“Non potete immaginare quanti eurodeputati hanno conflitti di interessi — e si possono vedere pubblicamente: sono cioè pagati direttamente dall’industria della carne, da fondi o istituti di ricerca che rappresentano le grandi multinazionali dell’Agribusiness.
Per questo come sottotitolo del film abbiamo scelto “387 miliardi di motivi per cui non vogliono che tu veda questo film”. I 387 miliardi sono i soldi che la PAC, la politica agricola comune, destina alle attività agricole in UE. Molte persone non sanno però che la maggior parte di questi soldi finisce nelle tasche degli allevamenti intensivi“.
Food For Profit è stato apertamente osteggiato, e ha già ricevuto varie diffide da diversi esponenti dell’industria della carne. A essere chiamati in causa, però, non sono stati solo gli autori del documentario. Così Innocenzi a Open il 14 aprile 2024: “Al momento Food for Profit ha ricevuto quattro diffide in totale. Una da un’azienda che si vede nel film e che ha detto che non vuole assolutamente che il suo marchio sia associato al film; un’altra diffida è arrivata da un’azienda che non è nel film, che però chiede di non essere associata al film; la terza diffida molto pericolosa per il mio punto di vista è stata contro un cittadino che ha proiettato il film. Vuol dire che un’azienda da miliardi di fatturato all’anno ha diffidato un cittadino che proiettava Food for Profit. Infine, la quarta diffida ci è arrivata, da pochissimo, da Paolo De Castro: l’eurodeputato che è stato filmato dal nostro lobbista. Chiede che tutte le scene dove appare siano rimosse, ma ovviamente non lo faremo“.
Food For Profit è stato trasmesso per la prima volta in televisione il 5 maggio 2024, durante la trasmissione Report, su Rai 3.