Greta Cool, il personaggio interpretato da Luisa Ranieri in Parthenope, non è ispirata a Sophia Loren, nonostante il suo look ricordi quello della diva premio Oscar per La Ciociara. Lo hanno sottolineato Paolo Sorrentino e Luisa Ranieri in due diverse interviste.
In un’intervista a La Verità, ad una domanda diretta di Maurizio Caverzan, il regista di Parthenope ha smentito seccamente che Greta Cool sia ispirato a Sophia.
“Non è Sophia Loren, ci tengo a dirlo, ma la rappresentazione di una diva di quegli anni. In tanti hanno riconosciuto lei? Contro il mio parere, visto che l’ho creata io.”
Come scrive anche il Corriere della Sera, lo scorso maggio, durante il Festival di Cannes, Sorrentino aveva già chiarito apertamente che nel film Luisa Ranieri “non fa Sophia Loren, come potrebbe sembrare”, ma insieme al personaggio di Isabella Ferrari, spiega “cosa vuol dire vivere con quella cosa informe che è il successo”
Anche Luisa Ranieri, a Repubblica, respinge i paragoni tra Sophia Loren e Greta Cool e spiega la complessità del personaggio, che nel film si rende anche protagonista di un monologo sui napoletani.
“La grande Sophia Loren non c’entra niente: Greta Cool è un archetipo, è una donna disillusa, ferita dalla città amata. La sua invettiva è quella di un innamorato non corrisposto, che solo un napoletano può fare contro la propria città. Greta Cool rappresenta un po’ il modo di fare spettacolo, che è anche un po’ la città. Dentro Greta ci sono i teatranti, quelli che fanno il cinema, tutto un modo di raccontarsi di un certo tipo di napoletanità”
Ranieri ha anche spiegato che nel proporle il ruolo, Sorrentino le aveva chiarito sin da subito che stavolta l’avrebbe imbruttita e forse anche invecchiata. Un personaggio diverso dalla zia Patrizia di È stata la mano di Dio.
In ogni caso, a prescindere dai dubbi su Sophia Loren, Greta Cool è uno dei personaggi cinematografici dell’anno, tanto che, come riporta l’ANSA, le è stata dedicata una statuina a San Gregorio Armeno, la celebre strada dei presepi nel centro storico di Napoli. Al link che segue, potete leggere la nostra recensione di Parthenope.