Agli inizi della carriera, un giovanissimo John Travolta fu scartato al provino per il film di Jesus Christ Superstar, dal regista Norman Jewison, nel ruolo di Gesù, nonostante le già eccelse qualità di ballerino, perché considerato troppo giovane; solo tre anni dopo, Travolta si sarebbe preso la rivincita con La febbre del sabato sera, dando vita all’iconico Tony Manero, bissando poi con il Danny Zuko di Grease; due pietre miliari del musical anni ’70 e definitivo trampolino di lancio per la carriera dell’attore, vissuta poi tra alti e bassi, fino a oggi.
A raccontare il retroscena è stato lo stesso Travolta, ospite qualche anno fa, alla Festa del Cinema di Roma: “Mi escluse per ragioni esclusivamente anagrafiche. scrisse su un foglio: è troppo giovane ma tenetelo d’occhio perché diventerà grande“. Fu proprio il produttore del film, Robert Stigwood, a volerlo, tre anni dopo, come protagonista di Saturday Night Fever: “Sa come farti sentire importante, dà peso alle tue opinioni, e ascolta le tue critiche”, avrebbe detto di lui Travolta, in un’intervista dell’epoca.
La trama di Jesus Christ Superstar rivisita, in chiave moderna e metanarrativa, gli episodi principali dell’ultimo mese di vita di Gesù, dall’entrata a Gerusalemme fino alla Crocifissione; gli eventi sono messi in scena da una compagnia amatoriale nel bel mezzo di un deserto, tra canti balli e divertimenti.