Leonardo Di Caprio, in una lunga intervista esclusiva, ha spiegato nei dettagli la tribolata genesi di Killers Of The Flower Moon che, da classica storia crime sull’eccidio di una tribù di indiani da parte dello speculatore bianco, si è lentamente trasformato in un dramma emotivo con al centro il complesso rapporto tra Ernest Burkhardt, giovane ingenuo e sprovveduto e la moglie Molly (Lily Gladstone), nativa americana, che porterà a una conclusione drammatica per entrambi; sullo sfondo, il malvagio zio Hale (Robert De Niro).
Spiega Di Caprio a Deadline come la produzione del film fosse a uno stadio già molto avanzato, quando lui e Martin Scorsese si resero conto che il punto di vista scelto non funzionava e non riusciva a rendere piena giustizia all’emotività nascosta di quella storia umana: “Subito dopo The Irishman, comprammo i diritti del libro, Gli assassini della terra rossa, e non vedevamo l’ora di raccontare questa storia, dal punto di vista, ambiguo e multisfaccettato, di Tom White. L’avevamo costruito come un giallo un po’ sui generis, dove Tom era il segugio che andava in cerca dei dettagli per trovare la verità, ma più andavamo avanti, più mi rendevo conto che non c’era alcun mistero. Bob interpretava Bill Hale, ma fra lui e Tom White non c’era tensione drammatica.”
“Per carità, è stato bello approfondire quelle che all’epoca erano le nuove tecnologie di indagine che l’FBI aveva appena implementato per la cattura dei criminali, e l’utilizzo della nuova scienza forense… ma alla fine, l’FBI in quella storia si mostra come il vero protagonista, la cavalleria che salva tutti. Tutte queste piccolezze non ci convincevano fino in fondo, ma il vero punto di svolta è stato un altro“.
![Killers of the Flower Moon, una scena](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/05/killer3-1024x683.jpeg)
Qui Di Caprio si riferisce al momento in cui, seduto in tribunale al banco dei testimoni, osservando la moglie negli occhi, Ernest decide di confessare i suoi crimini, venendo condannato: “Rendersi conto che il rapporto fra loro due fosse così vivo e reale, è stato uno shock; queste due persone si amavano e tenevano l’uno all’altra. Ernest sarebbe stato disposto a eliminare tutto questo, a radere al suolo la stirpe di Molly solo per avidità! Lui le confessa tutto, e lei all’improvviso capisce che tutta la sua vita è stata una grande truffa… sentimmo subito qualcosa dentro, dopo questa scena, e decidemmo di approfondire quest’aspetto, scoprendo che tutto questo era già successo anni prima, con la Febbre dell’Oro, in California.
“La ricchezza degli Osage faceva gola all’uomo bianco che, come un verme, striscia sotto terra per accaparrarsela. Nella prima versione, Hale e Ernest facevano la figura di due codardi presi con le mani nella marmellata. Ma questa narrazione non ci dava niente, né a me né a Marty. E allora lui ha deciso di cambiare tutto. Chi di dovere non ha certamente fatto i salti di gioia quando l’ha saputo, ma Marty li ha tenuti buoni: “In vita mia ho fatto giusto un paio di film, dovete fidarvi di me“.
![di caprio killers of the flower moon)](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2023/12/Screen-Shot-2023-07-05-at-9.01.12-AM-1024x564.png)
Così, il fulcro della storia passa dall’agente Tom White a Ernest, e al suo rapporto con lo zio Hale prima, e con la moglie Mollie, poi: “Ernest diventa da subito un personaggio più che detestabile, per come si integra falsamente nella comunità Osage, con il solo e unico desiderio di accumulare ricchezze. Nonostante questo, però, stabilisce un vero e autentico rapporto con Mollie e con la sua comunità, di cui entra a far parte di diritto, dopo il matrimonio”; molti, dopo aver visto il film, mi hanno detto che secondo loro, lui l’amava veramente. Non so se questo possa essere amore, ma a un certo punto Ernest si accorge che sua moglie ha rischiato di morire, e allora confessa tutto. Anche il modo in cui la avvelena; lui questo non l’ha mai confessato, in nessun documento ufficiale, eppure, forse per senso di colpa, decide di prendere lui stesso una minima dose del veleno che sta lentamente uccidendo Molly, senza per questo destare troppo l’attenzione delle autorità venute a indagare“.
Ma, secondo Di Caprio, il vero culmine emotivo del film risiede nella scena in cui Ernest si confronta con lo zio Hale in carcere: “Io e Bob abbiamo passato due settimane a discutere di questa scena, e di come farla al meglio, e alla fine sono molto fiero di com’è venuta; Ernest ha comunque paura di deludere la persona che considera quasi come un padre, anche se si rende conto che il suo rapporto con lui è alla fin fine, davvero tossico. Ma non avrei potuto girare una scena del genere, se non avessi avuto accanto Marty e Bob“.