Simon Pegg, sodale collaboratore del regista Edgar Wright e protagonista del suo film L’alba dei morti dementi, ha ammesso che l’idea di un reboot gli darebbe del filo da torcere. Come ha rivelato in una recente intervista con THR, il film del 2004, parodia dei film sugli zombie, era in realtà molto legato ad aspetti della sua vita reale all’epoca (e di quella di Wright e Nick Frost) e ritiene che un reboot con lo stesso titolo sarebbe “cinico e sfruttatore”.
Voglio dire, la Universal [Pictures] lo possiede. Se decidono di fare un reboot, allora possono farlo se vogliono, credo. Anche se io e Edgar saremmo incensati. (Ride.) Shaun of the Dead è incredibilmente personale. C’è molto di noi in quel film. La battuta su Ed e Shaun che non riescono a uscire dal Winchester era vera. Si trattava di Nick e di me, della nostra decisione di rimanere in un pub del nord di Londra.
Uscito nel 2004, Shaun of the Dead è opera del regista Edgar Wright, con Pegg e Nick Frost nei panni di due scansafatiche la cui vita insipida viene sconvolta da un’apocalisse zombie. L’amore per questo film è rimasto forte a distanza di anni, soprattutto perché Pegg, Wright e Frost hanno continuato a collaborare con successo con Hot Fuzz (2007) e The World’s End (2013), e i tre film sono noti come Trilogia del Cornetto.
Ecco cosa ha raccontato l’attore sull’ispirazione reale dietro a L’alba dei morti dementi:
Edgar era sempre in città. Era sempre a Soho e voleva che venissimo in città per frequentare [il club privato londinese] The Groucho, ma non l’abbiamo mai fatto. Volevamo sempre andare al The Shepherds [pub]. La mia ragazza, ora mia moglie, era la stessa. Mi chiedeva: “Andiamo di nuovo allo Shepherds?”. Questo ha ispirato l’intera trama. L’intera faccenda della mamma di Shaun, il patrigno, ho avuto un rapporto problematico con il mio patrigno. L’idea di uccidere la madre è stata di Edgar. Non potevo crederci quando l’ha detto, ma è stata la decisione migliore.C’è così tanto del nostro cuore e della nostra anima in quel film. Se qualcuno ne facesse un reboot, sarebbe un esercizio cinico e di sfruttamento. Spero che la gente sia abbastanza innamorata del nostro Shaun da resistere a un reboot. Anche Gary King [il personaggio di Pegg in The World’s End] parlava molto del mio alcolismo. Un film molto personale.
Inoltre, ha espresso senza alcun filtro il suo pensiero sul film di Zack Snyder dallo stesso titolo:
Il pensiero che qualcuno possa semplicemente rubarci il titolo… Mi ha sempre infastidito il remake di Dawn of the Dead di Zack Snyder – è un film fantastico. È davvero emozionante. Ma ho odiato il fatto che lo abbiano chiamato Dawn of the Dead, perché quello era il film di George [Romero]. Avrebbero potuto chiamarlo Deadish, che era una grande battuta del film usata da uno degli attori, e sarebbe stato comunque un grande film, ma quando si prende un titolo solo perché la gente lo riconosce, è così irrispettoso nei confronti dell’originale
Oltre a rifiutare l’idea di un reboot, Pegg ha anche affermato in precedenza che L’alba dei morti dementi 2 non dovrebbe mai essere realizzato. Chiaramente, qualsiasi tentativo di catturare la stessa magia dell’originale sarebbe una sfida importante a distanza di anni, sia che Pegg riprenda il suo ruolo di Shaun, sia che un team creativo e un gruppo di attori completamente nuovi rimaneggino la storia. Pegg e Frost, dopo tutto, sono il motivo principale per cui L’alba dei morti dementi ha funzionato così bene, e sostituirli con nuovi attori sembra un’impresa impossibile.
Tuttavia, non è stata solo la chimica tra Pegg e Frost a rendere così iconico il film, ma anche la sinergia tra i due attori e Wright. Il regista inglese possiede uno stile visivo unico e una sensibilità comica emerge prepotentemente anche in Hot Fuzz e The World’s End: l’arrivo di un nuovo regista senza queste qualità si tradurrebbe quasi certamente in un film privo della stessa scintilla, dello stesso slancio e delle stesse risate.
La storia di Shaun of the Dead potrebbe certamente essere ripetuta, ma è solo uno dei tanti aspetti vincenti del film. Come dimostrato da Hot Fuzz e The World’s End, c’è qualcosa di ineguagliabile nelle collaborazioni di Wright, Pegg e Frost, un tipo di chimica che sarebbe davvero impossibile da riprodurre!