La storia vera dietro al film L’incredibile storia dell’isola delle rose è quella di un sogno audace, durato solo 55 giorni: quello dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa che, il 1º maggio 1968, spinto da un forte ideale di libertà e indipendenza, issò una bandiera arancione con tre rose rosse su sfondo bianco su una piattaforma artificiale situata al largo delle coste italiane. Quella piattaforma, posizionata appena oltre le acque territoriali italiane, venne dichiarata Stato indipendente: la Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose.
Il progetto della piattaforma, situata al largo di Rimini, nacque come un’iniziativa imprenditoriale. La struttura, composta da cinque piani, doveva ospitare bar, negozi, attività commerciali e camere d’hotel, diventando un’attrazione turistica per le migliaia di persone che affollavano le spiagge della Riviera Romagnola. L’idea di Rosa era quella di creare un’attrazione turistica unica, con bar, ristoranti, negozi e alberghi, una sorta di paradiso fiscale dove la burocrazia italiana non avrebbe potuto interferire.
Quando la piattaforma iniziò a prendere forma, la Capitaneria di Porto di Rimini tentò di bloccare i lavori, sostenendo che la costruzione non rispettava i progetti inizialmente approvati. Ma la risposta di Rosa fu decisa: “Io non devo rispettare nessuna regola perché la mia piattaforma si trova fuori dalle acque territoriali italiane“.
La scelta di costruire l’isola fuori dalle acque territoriali generò sconcerto e mistero, soprattutto perché non era chiaro cosa si sarebbe fatto sulla piattaforma. Anche allora, non mancarono le teorie complottistiche: alcuni ipotizzarono che potesse servire ai russi per installare missili, altri che potesse diventare una sorta di Las Vegas europea o un luogo di perdizione, con spettacoli di donne nude, spogliarelli e prostituzione.
Fin dall’inizio, però, il progetto incontrò una forte opposizione. Lo Stato italiano, preoccupato per i possibili usi illeciti della piattaforma e temendo che potesse diventare un covo per attività illegali, come il gioco d’azzardo e la prostituzione, oppure una base strategica per potenze straniere, decise di intervenire.
Il 1° maggio 1968 venne dichiarata l’indipendenza della micronazione, chiamata “Insulo de la Rozoj”, con una propria lingua, una propria moneta e i propri francobolli. Questo gesto, una sorta di “dichiarazione di guerra”, spinse la politica italiana a intervenire seriamente. Nonostante i tentativi di Rosa di continuare la costruzione e di dichiarare l’indipendenza della sua micronazione, la piattaforma venne posta sotto assedio dalle autorità italiane. Il 25 giugno 1968, appena un giorno dopo l’annuncio ufficiale della nascita della repubblica, l’isola fu occupata militarmente e, infine, demolita nel febbraio del 1969 con l’uso di esplosivi.
L’Isola delle Rose divenne famosa in tutta Europa, e i giornali tedeschi presero a cuore la vicenda, schierandosi a favore di Rosa e della sua impresa. In quei giorni, arrivarono lettere di sostegno, richieste di cittadinanza e proposte di acquisto per gli spazi sull’isola. Questa vicenda attirò l’attenzione di cronisti e scrittori di mezza Europa ed è stata raccontata nel film Netflix “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, diretto da Sydney Sibilla, con Elio Germano nel ruolo del visionario ingegnere Giorgio Rosa.