Il regista di Love Actually, Richard Curtis si è dichiarato pentito per le innumerevoli battute sul peso presenti nel film: nella commedia romantica infatti, il personaggio di Natalie viene costantemente preso in giro in quanto sovrappeso. Curtis ha fatto pubblica ammenda nel corso di un’intervista al Times, dichiarando di essere stato poco attento e stigmatizzando il proprio atteggiamento retrogrado: “Quelle battute non fanno più ridere, me ne sono reso conto solo ora; all’epoca ero un po’ rimasto indietro e anche se posso assicurare che in quelle battute non c’era malizia, ammetto di essere stato un cattivo osservatore del mondo che mi circondava, e di essermi comportato in maniera non molto intelligente“.
Curtis ha raccontato di aver maturato questa nuova consapevolezza, grazie all’aiuto della figlia, Scarlett: “Quando, cinque anni fa, mi ha detto che non potevo usare la parola “grasso”, sulle prime sono rimasto scioccato, ma poi ho capito che aveva ragione“. Curtis, regista di altri classici della commedia romantica adulta come Notting Hill e Il diario di Bridget Jones, è stato spesso criticato, negli ultimi anni, per la mancanza di diversità etnica nei suoi film; a riguardo, ha detto: “Il fatto che i personaggi di Love Actually siano tutti bianchi mi mette a disagio e ad oggi, mi sembra stupido; la società cambia continuamente e alcune cose, oggi, in quel film, andrebbero cambiate; è in un certo senso naturale che film come questo, oggi, sembrino invecchiati male, da questo punto di vista.”
A margine, parlando proprio di Notting Hill, Curtis ricorda che il film nacque dalle sue esperienze di vita: “Nella mia scuola, le minoranze non c’erano, e all’università avevo solo amici bianchi; all’epoca di Notting Hill, sul fattore diversità, mi sono auto-convinto del fatto che non sarei stato in grado di scrivere determinate parti; ma mi sbagliavo e mi rendo conto ora di essere stato molto stupido in questo: anche i miei produttori, e il responsabile del cast, non hanno pensato a diversificare… hanno tutti ragionato un po’ rigidamente“.