Il film L’ultima volta che siamo stati bambini non è tratto da una storia vera, sebbene sia ambientato nel 1943, in un contesto storico realistico, durante la Seconda Guerra Mondiale e le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento.
Claudio Bisio, che firma il suo esordio alla regia con questo film, ha parlato dell’aspetto reale del suo film ai microfoni del Corriere della Sera: “È una storia di finzione dentro una realtà più che vera, una vicenda reale ma allo stesso tempo surreale. Mi ha affascinato l’idea di raccontare l’orrore senza mai mostrarlo, narrarlo attraverso lo sguardo disincantato e inconsapevole di tre bambini che hanno appena nove anni. Il cuore di questo racconto è rappresentato dai bambini, dal loro agire, dalle loro parole e pensieri che imprimono alla storia un tono ironico e molto leggero. Buffo, malgrado tutto, perché in realtà loro sono serenissimi”.
Bisio parla anche dell’obiettivo di questo film: “Cercare leggerezza di racconto, dialoghi e recitazione in un contesto tragico. La strada è quella tracciata da Jojo Rabbit, Train de Vie, La vita è bella. E poi mi ha sempre attratto raccontare il momento del superamento della linea d’ombra, quella fase in cui da adolescenti si diventa adulti”.
L’ultima volta che siamo bambini commuove anche se non è tratto da una storia vera. Il film di Claudio Bisio vede nel cast Vincenzo Sebastiani, Alessio Di Domenicantonio, Carlotta De Leonardis, Lorenzo McGovern, Federico Cesari, Marianna Fontana e Antonello Fassari. Bisio ha il ruolo di un federale fascista.