Magnolia, opera seconda di Paul Thomas Anderson del 1999, si conclude con una scena decisamente “apocalittica”; all’improvviso, in un film che fino a quel momento aveva i piedi ben piantati nel realismo, trova posto un elemento soprannaturale, assimilabile ai toni del fantastico: una violenta pioggia di rane cade su Los Angeles, e incontra i vari protagonisti del film, ciascuno impegnato ad affrontare la propria crisi personale.
Tutti, in un modo o nell’altro, sono quindi costretti a fermarsi per un attimo, a contemplare lo strano fenomeno, in qualche caso restandone sorpresi, cercandone il significato o interpretando l’avvenimento come sprone definitivo a un cambiamento radicale della propria vita. A legittimare multiple interpretazioni della scena, anche da parte dello spettatore, è lo stesso regista, Anderson, intervistato dal magazine Creative Screenwriting: non esistono allegorie o simbolismi forzati, la scena è costruita in modo tale da stimolare riflessioni diverse a seconda delle sensibilità personali di ognuno.
“Io solitamente, amo dare messaggi nei miei film, ma in questo caso, e può capitare, se metti in scena bene una cosa, la metti sul piatto allo spettatore e gli dici che può decifrarla come preferisce. E non esistono interpretazioni giuste o sbagliate, in questo caso. Per come la vedo io, c’è chi dice che lo stato di salute di una società sia desumibile dallo stato di salute delle rane che la popolano; se sono morenti o deformi, allora forse vuol dire che quella società sta andando nella direzione sbagliata”
Magnolia racconta, intrecciandole, le storie di diversi personaggi della Los Angeles contemporanea gravati da traumi di vario genere, oppressi da demoni interiori che non riescono a scacciare: la pioggia di rane “colpisce” ciascuno di loro nel punto più basso della propria parabola di negazione e autodistruzione.
Jimmy Gator, noto conduttore televisivo, sta morendo di cancro, e conserva un terribile segreto; in passato, ha molestato sessualmente la figlia Claudia. Rose, la moglie, dopo averlo scoperto, decide di lasciarlo. A quel punto, oppresso dai sensi di colpa, Jimmy sta per spararsi un colpo alla tempia, ma una rana gli piomba addosso all’improvviso deviando la traiettoria del colpo, che colpisce il televisore, causando un incendio. Poco lontano, Claudia, sorpresa dall’incessante pioggia di anfibi, riceve l’inattesa visita della madre che, a causa del cadere delle rane, ha avuto un incidente stradale, proprio nei pressi dell’appartamento della figlia; le due donne si confortano quindi a vicenda..
In un’altra parte della città, intanto, Donnie, ex bambino prodigio, plurimo campione del quiz televisivo condotto da Jimmy, incapace di rifarsi una vita dopo i passati successi, ha deciso di rubare i soldi dalla cassa del suo attuale datore di lavoro. Il furto riesce ma all’improvviso Donnie, colto da rimorso, decide di restituire il denaro e si arrampica lungo una tubatura per rientrare nell’edificio. In quel momento, però, una rana lo colpisce dritto in faccia, facendolo cadere a terra sanguinante. Qui viene soccorso da Jim, inesperto e timido poliziotto, innamorato di Claudia, che aveva conosciuto pochi giorni prima; l’uomo aiuta Donnie a rimettere il denaro in cassaforte.
Nel frattempo, Frank Mackey, imbonitore televisivo e autore di corsi per la valorizzazione del maschio alfa, si è recato a casa del padre Earl, morente a causa di un cancro; i due non si parlano da tempo, da quando Earl anni prima, aveva abbandonato Frank e la madre. Giunto al suo capezzale, Frank trova il padre in stato di incoscienza e, trattenendo a stento le lacrime, con un accorato e aspro discorso gli offre il suo perdono. All’improvviso, un tonfo lo scuote. Una rana si è appena schiantata contro la finestra; mentre Phil, il candido e ingenuo infermiere di Earl osserva attonito la scena, il malato si riprende per un attimo e incrocia gli occhi commossi del figlio, prima di esalare l’ultimo respiro.
Il giorno successivo, Frank si reca in ospedale da Linda, la seconda moglie di Earl; la donna, rosa dai sensi di colpa per aver tradito a più riprese il vecchio, aveva deciso infatti di suicidarsi con un overdose di pillole. Salvata in extremis, era stata caricata su un ambulanza che, però, a causa della pioggia di rane, era finita fuori strada. Mentre tutta la città affronta a modo suo il cataclisma, Stanley, bambino prodigio e nuovo supercampione del quiz di Jimmy, osserva ammirato e serafico dalla sua stanza la caduta delle rane, mormorando tra sé e sè: “Sono cose che succedono”.
Come abbiamo visto, il cataclisma impatta le vite dei personaggi in modo radicalmente diverso, li spinge a riflettere sui propri errori, passati e presenti (Donnie, Frank, Linda) oppure serve da catalizzatore per una sterzata decisa; Jim, infatti, il giorno dopo, deciderà di prendere in mano la propria vita e di iniziare un vero rapporto con Claudia che, nel frattempo, ha ritrovato nella madre un affetto che credeva perduto.
Per altri, la pioggia di rane sembra simbolizzare l’ineluttabilità di un’esistenza già scritta o indirizzata; la caduta dell’anfibio salva Jimmy dal suicidio, ma l’uomo perirà nell’incendio della sua casa (questo nel film non viene mostrato, ma è certo una ragionevole conclusione); d’altra parte, Stanley osserva con stupore e innocenza di bambino l’avvenimento, spogliandolo di particolari significati simbolici, ma non riesce a instaurare un rapporto più profondo col padre (che lo maltratta e lo usa solo per le sue abilità nei quiz).
Naturalmente, la pioggia di rane è uno degli episodi più celebri contenuti nel libro biblico dell’Esodo; si tratta di una delle piaghe che Jahvè, il dio del popolo eletto, scatena sugli Egizi, per convincere il Faraone a liberare gli Ebrei dalla schiavitù
Il Signore disse a Mosè: “Comanda ad Aronne: Stendi la mano con il tuo bastone sui fiumi, sui canali e sugli stagni e fa uscire le rane sul paese d’Egitto!”. Aronne stese la mano sulle acque d’Egitto e le rane uscirono e coprirono il paese d’Egitto. Ma i maghi, con le loro magie, operarono la stessa cosa e fecero uscire le rane sul paese d’Egitto. Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: “Pregate il Signore, perché allontani le rane da me e dal mio popolo; io lascerò andare il popolo, perché possa sacrificare al Signore!”.
Mosè disse al faraone: “Fammi l’onore di comandarmi per quando io devo pregare in favore tuo e dei tuoi ministri e del tuo popolo, per liberare dalle rane te e le tue case, in modo che ne rimangano soltanto nel Nilo”.
Rispose: “Per domani”. Riprese: “Secondo la tua parola! Perché tu sappia che non esiste nessuno pari al Signore, nostro Dio, le rane si ritireranno da te e dalle tue case, dai tuoi servitori e dal tuo popolo: ne rimarranno soltanto nel Nilo”.
Mosè e Aronne si allontanarono dal faraone e Mosè supplicò il Signore riguardo alle rane, che aveva mandate contro il faraone. Il Signore operò secondo la parola di Mosè e le rane morirono nelle case, nei cortili e nei campi. Le raccolsero in tanti mucchi e il paese ne fu ammorbato [liberato, ndr]
Anderson, tuttavia, ha più volte confessato di essere venuto a conoscenza del brano biblico solo a sceneggiatura conclusa, e di essersi invece ispirato agli scritti dello statunitense Charles Fort, divulgatore statunitense del soprannaturale: “Non avevo realizzato che la pioggia di rane fosse nella Bibbia finché non ho finito di scrivere la sceneggiatura e l’ho inviata a Henry Gibson“. Per il regista, la pioggia di rane rappresenta sostanzialmente un segno che le cose non stanno andando come dovrebbero, e che bisogna cambiare rotta
“Avevo letto di una pioggia di rane attraverso le opere di Charles Fort, uno scrittore meraviglioso. Fu lui a coniare il termine UFO; quando ho letto della pioggia di rane, stavo attraversando un momento strano della mia vita; on voglio entrare troppo nel personale, ma forse ci sono certi momenti della tua vita in cui le cose sono così incasinate e confuse che qualcuno ti dice “Piovono rane”. Questo in qualche modo ha senso come avvertimento, come segno. Ho iniziato a capire, allora, perché le persone si rivolgono alla religione nei momenti difficili, e forse il mio modo di trovare la religione è stato leggere di piogge di rane e realizzare che quella per me era un’immagine dotata di senso”.