Durante la conferenza stampa di Rapito a Cannes 2023, inevitabilmente è uscito il tema della religione, riguardo al quale il regista Marco Bellocchio ha tenuto a precisare: “Non ho fatto un film contro il Papa o per andare contro la Chiesa Cattolica, ma neanche volevo salvarlo“. E poi: “Io sono nato cattolico, ma poi mi sono allontanato“. Ha poi continuato: “Il punto non è tanto disquisire sulla religione ma è il rapimento nel nome della religione“.
Riguardo alle vicende storiche inerenti al rapimento di Edgardo Mortara su ordine di Papa Pio IX, Bellocchio ha affermato: “Il piccolo Edgardo non è mai stato maltrattato, anzi, è stato trattato con estrema attenzione e il Papa l’ha protetto attribuendogli anche una pensione per i suoi studi“. “Ci sono stati tanti casi simili a partire dal ‘500: il problema era spesso legato al fatto che la famiglia ebraica aveva bisogno di una servitù cattolica e spesso i bambini venivano battezzati clandestinamente da una cameriera cattolica. Il caso di Edgardo, però, è il più clamoroso perché è al confine della dissoluzione dello stato pontificio…il Papa si serve di Edgardo come un baluardo e lo vuole difendere a tutti i costi“.
Qualche giorno fa, Bellocchio ha anche dichiarato di aver invitato il Papa a visionare il suo Rapito: “Ho scritto una lettera a Papa Francesco, spero abbia voglia di vedere il mio film Rapito, ha tante cose ben più importanti da fare ma chissà che non trovi il tempo per una serata divertente, interessante, tra amici. Attendo“.