Remi, film del 2018 di Antoine Blossier, con Daniel Auteuil e il giovanissimo Maleaume Paquin, non è tratto da una storia vera, ma è ispirato a Sans familie, un romanzo di formazione, pubblicato nel 1878 dal francese Hector Malot, un autentico classico della letteratura per l’infanzia transalpina, che come è noto ha ispirato anche un celebre cartone animato.
Curiosamente, pare che Malot si fosse a sua volta ispirato, per il personaggio del violinista Vitalis, ai musicisti che negli ultimi decenni del 800 animavano le strade di Viggiano, in Basilicata. Malot si allaccia alla tradizione dei musicanti girovaghi, dipingendoli come figure poco raccomandabili, sempre a metà tra la legalità e l’illecito. Una calunnia mal sopportata dai viggianesi che si costituirono in un associazione culturale a difesa delle loro tradizioni, come racconta Eva Bonitatibus nell’articolo “L’arpa perduta”:
“I musicanti si rendono infatti famosi per i loro viaggi senza frontiere, compiuti tra innumerevoli difficoltà, che anziché relegarli ai margini delle vicende nazionali, contribuiscono a mitizzarli al punto che l’elemento del viaggio finisce per caratterizzarne l’identità. Alla volta dunque dello Stato Pontificio o del Granducato di Toscana, i girovaghi proseguono per mete più lontane: i paesi austro-ungarici e il Nord Europa, oppure quelli del Mediterraneo, l’Inghilterra e la Spagna, l’America. Già nei primi decenni dell’800 si attesta la loro presenza nelle principali capitali del mondo. Tra le accuse peggiori che vennero rivolte ai musicanti vi era quella secondo la quale essi erano degli spregevoli sfruttatori di bambini.”
Ai numerosi casi di accuse per sfruttamento minorile, negli ultimi decenni dell’800 vengono dedicati saggi, articoli giornalistici, finanche romanzi. Contro questa immagine deturpante, la comunità viggianese cerca di difendersi, nobilitando il ruolo del musicista e la valenza dello strumento a corde. Nel centro appenninico nasce un organo di stampa, l’Arpa Viggianese, voluto da un gruppo di docenti dell’Istituto Scolastico Superiore insieme al notabilato locale, al fine di “restituire la rettitudine morale e politica dei musicanti”.
Blossier affronta questo immaginario e lo riadatta secondo la sua sensibilità; intervistato dal magazine SudOuest, il regista descrive così la sua visione: “Dopo un racconto horror e una commedia, volevo realizzare un lungometraggio unificante, come quelli che vedevo con la mia famiglia: i film di Walt Disney, ad esempio. Ho cercato una forma di meraviglia, che passa attraverso il suo talento nel canto. Riprendere un bambino perso nel mezzo di varie tragedie e che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Mi sono chiesto come, nel panorama francese, un ragazzino possa continuare ad avere speranza in un momento terribile (la fine dell’Ottocento, ndr) e come riuscire a raccontare la sua storia. Ho evitato il naturalismo. Stranamente, in questa storia dalle molteplici difficoltà per il personaggio, ho cercato una forma di meraviglia, che passa attraverso il suo talento canoro, meno presente nel libro.”
Il film è attualmente in streaming, ed è adatto a un pubblico di tutte le età.