Freddie Prinze Jr. ha raccontato dei problemi avuti sul set di So cosa hai fatto, con il regista Jim Gillespie, a causa in particolare di biglietti, che secondo l’attore, contenevano istruzioni “fuori di testa”. L’attore ha raccontato con dovizia di particolari tutte le difficoltà incontrate durante la lavorazione del film, nate principalmente dal fatto di essere considerato da parte del regista un ripiego per il ruolo del protagonista; da qui, un rapporto conflittuale, che ha portato Prinze a pensare addirittura di lasciare la recitazione: “Stavo per tornarmene a casa e riprendere gli studi di ristorazione; lui non mi voleva lì, e non ne ha mai fatto mistero.”
Il resoconto di Prinze parte dalla figura del regista, Jim Gillespie: “Lui voleva un altro attore, un attore molto bravo che si chiama Jeremy Sisto, ma lo sceneggiatore e lo studio avevano spinto perché fossi io il protagonista. Io sapevo perfettamente cosa dare al personaggio, ma lui, il regista, mi pare si chiamasse Jim, non voleva saperne di me, e devo dargli atto che me l’ha fatto capire chiaramente; non con comportamenti passivo aggressivi, che detesto, ma dicendomelo direttamente. E quando sei all’inizio della carriera, parole del genere ti distruggono completamente dentro, completamente.”
Prinze rileva poi come il supporto del cast nei suoi confronti, al cospetto delle peculiari richieste del regista, sia stato per lui un aiuto fondamentale nel portare a termine questo tribolato progetto: “Il regista a volte mi faceva avere dei messaggi con indicazioni completamente fuori di testa, come “Non restare con la bocca aperta, sembri uno stupido”… ve lo giuro, parole testuali, e in quei momenti, avevo solo due opzioni… crollare e cedere a una crisi di nervi, o rompere il culo a quell’individuo; ma una volta, Ryan (Philippe, ndr) è venuto da me e mi ha chiesto se avessi fatto il provino per quel ruolo… io gli ho risposto che avevo passato cinque selezioni, e lui allora mi ha detto: “Tu ti sei meritato questo ruolo, nessuno te l’ha offerto… fanculo i bigliettini… la prossima volta annuisci e poi fai di testa tua”, e così ho fatto.”
Nonostante questo, Prinze ricorda tutt’ora l’esperienza su quel set come pessima e foriera di negatività: “Alzarsi tutte le mattine, o tutti i pomeriggi, visto che spesso lavoravamo di notte, era difficile… ogni volta sapevo che sarei andato sul set e quello non mi avrebbe calcolato di striscio… avrebbe riunito insieme tutti gli altri attori per dare loro indicazioni, lasciandomi da parte senza dirmi niente; a un certo punto ho pensato fosse una specie di strategia recitativa per il personaggio; non ci capivo veramente nulla; e arrivare a fine giornata era una lotta, sono stato male ogni singolo giorno, su quel set; sarò sempre grato a Jim, però; non ho mai più incontrato una testa di cazzo come lui da nessun’altra parte; è stato talmente stronzo che tutti gli stronzetti che sono venuti dopo, per me erano poca cosa, ero già preparato, sapevo cosa aspettarmi; sono sicuro che per qualcun altro sarà un eroe, ma con me si è comportato male, sfogando su di me tutte le sue frustrazioni di regista inesperto, con poco tempo e poco budget; non ha saputo gestire questa sua frustrazione.”
L’attore poi ricorda un particolare episodio, legato ad una scena con un motoscafo, presente nel finale del film, che lo aveva quasi persuaso a lasciare il set del film e anche la carriera d’attore: “In quell’occasione erano state infrante molte, troppe, regole sindacali, non ne potevo più, ero stufo. Stavo per prendere un volo e tornarmene a casa e ricominciare a studiare da chef. Avevo anche già fatto le valige, ero sul punto di mollare tutto“. Grazie all’intercessione di un produttore, Prinze cambiò idea, e ora non rinnega la scelta: “Questo film ha lanciato la mia carriera… senza, probabilmente non avrei mia moglie, non avrei fatto tutti gli altri film che ho fatto, e non sarei qui ora a raccontare queste cose.”
Prinze avrebbe poi partecipato al sequel del film, Incubo finale, diretto da Danny Cannon, ed è al momento in trattative per prendere parte al previsto reboot della saga, prodotto da Sony con Jennifer Kaityn alla regia.