Steven Spielberg ha parlato, in toni leggeri e scherzosi del suo futuro da regista e ha manifestato la volontà di tornare a girare film con una forte componente horror – thriller, come Duel e Lo squalo. Durante il discorso di ringraziamento per la consegna dell’Orso d’Oro alla carriera al Festival del cinema di Berlino 2023, il regista Premio Oscar ha infatti dichiarato, con un tono a metà tra il serio e il faceto: “Voglio tornare a spaventare a morte il mio pubblico.”; il regista ha poi aggiunto con ironia: “Per me questo premio alla carriera è un po’ allarmante, perché la mia carriera non è finita, non ho ancora finito!“, scatenando l’applauso del pubblico presente in sala.
Nel corso del lungo discorso con cui ha accettato il premio alla carriera consegnatogli dalla Berlinale, Spielberg ha anche riflettuto sulla sua longevità come regista: “Voglio continuare a lavorare, voglio continuare a imparare e scoprire cose nuove, e soprattutto voglio continuare a morire di spavento mentre giro i miei film, e magari qualche volta far morire di spavento anche voi: penso proprio che dovrei ritornare a fare un certo tipo di film di paura, come all’inizio della mia carriera, tipo Duel o Lo squalo… ma è un discorso da approfondire un’altra volta; comunque, fino a quando fare film mi procurerà gioia, e fino a quando il pubblico ritroverà quella stessa gioia, più altri importanti valori umani, nei miei film, non avrò particolari motivi per dire: “Chiudiamola qui.”
In apertura, Spielberg aveva posto un primo accento sulla lunghezza della sua carriera, e sulle difficoltà e le gioie che, inestricabilmente, si uniscono insieme nel lavoro quotidiano sul set: “Dirigo film da 60 anni, ma sento di aver diretto Duel e Lo squalo un anno fa; a 76 anni, capisco molto di più cosa significhi fare cinema rispetto a quando ho diretto il mio primo film a 25 anni, ma le ansie, le incertezze, le paure che mi tormentavano durante i primi giorni di riprese di Duel, sono rimaste vivide per 50 anni, come se il tempo si fosse fermato; ma fortunatamente per me, l’eccitazione quasi elettrica che provo ogni qual volta metto piede su un nuovo set è imperitura, proprio come le mie paure; perché non esiste per me luogo in cui mi senta più a mio agio, che su un set cinematografico.”